Questo Ferragosto le temperature saranno da bollino rosso in gran parte d’Italia, perciò noi di Libreriamo non possiamo far altro che consigliarvi dei fantastici film da guardare comodamente in casa dopo un pranzo tra amici.
5 film molto diversi tra loro
Dal thriller domestico al folklore scandinavo, passando per la commedia più sagace: cinque film che esplorano il lato oscuro e intelligente dell’estate, perché variare ci piace molto!
Storie che non si accontentano solo dell’evasione, ma scavano nella psiche umana. Film per chi, anche ad agosto, non vuole solo riposare sul divano, ma anche chiacchierare tra amici dopo aver spento la tv.
“Midnight in Paris”, l’evasione nell’evasione
Iniziare la nostra avventura di Ferragosto con “Midnight in Paris” (2011), diretto da Woody Allen, significa immaginare di tuffarsi in una sorta di sogno lucido e assumere le sembianze dell’attore Owen Wilson, qui protagonista di Gil. Ma come mai diciamo ciò? In “Midnight in Paris”, Gil è uno sceneggiatore americano in vacanza che ogni notte, a mezzanotte, viene trasportato negli anni ’20 da una macchina d’epoca. Curioso, a dir poco magico…
Quindi non è difficile entrare nella sua prospettiva e incontrare Hemingway, Fitzgerald, Gertrude Stein e altri miti della letteratura.
Il film è un viaggio nell’immaginario collettivo, in quella nostalgia verso tempi “più autentici”, che spesso accompagna i pensieri estivi. Con una sceneggiatura che valse a Allen l’Oscar e il Golden Globe, “Midnight in Paris” è perfetto per chi in agosto sogna di evadere non tanto in un luogo, ma in un altro tempo. Visivamente caldo, ricco di riferimenti culturali e ironico, è il titolo ideale per chi ama la letteratura, le atmosfere vintage e la sensazione che l’estate possa contenere mondi paralleli.
“FolleMente”, una commedia sui tentennamenti della psiche
Dal sogno parigino si passa a un tema completamente diverso: “FolleMente”, commedia diretta da Paolo Genovese, scritta sempre da lui assieme a Isabella Aguilar, Flaminia Gressi e Lucia Calamaro.
Il cinema italiano esplora con leggerezza e intelligenza il territorio fragile del desiderio adulto attraverso un focus che entra nell’io di entrambi i personaggi protagonisti creando un effetto alla “Inside Out”.
I personaggi protagonisti sono Piero, un insegnante di liceo di cinquant’anni (interpretato da Giovanni Storti), e Lara, una restauratrice trentacinquenne (interpretata da Caterina Guzzanti), entrambi alle prese con delusioni amorose, ma ancora pronti a rimettersi in gioco. A rendere il film davvero originale è il meccanismo narrativo, ossia questo effetto alla “Inside Out” di cui abbiamo parlato poco sopra, che li guida e si mostra a noi spettatori attraverso l’aspetto di veri e propri personaggi incarnati: attori tra cui spiccano Valeria Solarino, Francesco Scianna, Diane Fleri, Andrea Pennacchi, che rappresentano le diverse sfumature emotive e razionali.
L’incontro tra Piero e Lara diventa così un doppio appuntamento: tra i corpi e tra le coscienze.
FolleMente è il film ideale per chi, ad agosto, vuole una commedia intelligente e tenera, capace di parlare dell’amore senza idealizzarlo, e della paura di lasciarsi andare senza giudicarla. Una piccola storia contemporanea che racconta, con leggerezza, quanto sia complicato – eppure bellissimo – farsi spazio nella vita dell’altro .
Una produzione di Raffaella Leone, Carlotta Galleni e Andrea Leone per Lotus Production, una società Leone Film Group, con la partecipazione di rai Cinema.
“Una storia nera”, la tensione che nasce in casa
Diversa, invece, è “Una storia nera” (2024), tratto dall’omonimo romanzo di Antonella Lattanzi e diretto da Leonardo D’Agostini.
Carla e Vito sono una coppia separata. Lei ha ottenuto l’affidamento dei figli, lui cerca di rifarsi una vita. Ma una sera, dopo una cena insieme, lui scompare nel nulla. Quella che sembrava una fragile tregua familiare si trasforma in un enigma inquietante. Interpretato da Valeria Golino e Pier Giorgio Bellocchio, “Una storia nera” è un thriller psicologico che usa la struttura del giallo per raccontare la violenza domestica, la manipolazione, il senso di colpa e la memoria.
La regia sceglie la sottrazione e lavora per tensioni interne, senza scene spettacolari ma con una crescente claustrofobia. Un film da consigliare a chi apprezza i drammi familiari costruiti come puzzle narrativi, dove il male non si presenta mai in modo diretto, ma si insinua nei gesti quotidiani. Ideale per chi, in piena estate, è attratto più dalle crepe che dalla luce.
“Il sacrificio del cervo sacro”, un mito oscuro
Più rarefatto e simbolico, “Il sacrificio del cervo sacro” (2017) è uno dei film più inquietanti di Yorgos Lanthimos. La storia ruota attorno a Steven (Colin Farrell), un affermato cardiochirurgo, e a un ragazzo enigmatico, Martin (Barry Keoghan), che sembra volerlo punire per un errore del passato.
L’intero film è permeato da un’atmosfera clinica e irreale: i dialoghi sono piatti, le inquadrature geometriche, la luce è bianca, immobile, quasi anestetica.
Lanthimos (vincitore del premio per la miglior sceneggiatura a Cannes 2017, insieme a Efthymis Filippou) rielabora il mito di Ifigenia in chiave moderna, interrogandosi su colpa, sacrificio e giustizia.
Nicole Kidman interpreta la moglie di Steven con una freddezza ipnotica. È un film da vedere ad agosto per chi ama le narrazioni che inquietano nel silenzio, per chi cerca un’esperienza sensoriale oltre che narrativa. Non offre risposte, ma lascia interrogativi profondi perfetti per chi ha intenzione di conversare con gli amici dopo una visione silenziosa di tensione.
“Midsommar”, l’orrore di mezza estate
Concludiamo con “Midsommar” (2019), secondo lungometraggio di Ari Aster dopo “Hereditary”.
Ambientato interamente in Svezia, durante un festival di mezza estate, il film segue Dani (Florence Pugh) e il suo gruppo di amici americani invitati in un villaggio che sembra un paradiso naturalistico. Ma dietro la bellezza e la luce perenne si nasconde un culto pagano, fatto di rituali sacrificali e visioni psichedeliche…
Girato quasi tutto in pieno giorno, con un uso magistrale dei fiori, del bianco e della simmetria, “Midsommar” è un horror diverso dal solito, di cui purtroppo si può parlare poco o niente per evitare spoiler. Non si nasconde nell’oscurità, ma si dispiega sotto il sole, con tuniche e segreti.
È un film che lavora sulle dinamiche tossiche, sul lutto, sull’elaborazione emotiva attraverso una lente esoterica. Da vedere ad agosto per chi ama le atmosfere ambigue, i film che si trasformano sotto i propri occhi, e per chi crede che anche l’estate possa essere un rito di passaggio.