Aghata Christian e il delitto sulla neve

12 Dicembre 2025

"Aghata Christian" Un castello isolato dalla neve, una famiglia di magnati in guerra, un criminologo sarcastico e un brigadiere entusiasta: il nuovo giallo ambientato in Valle d’Aosta trasforma un weekend promozionale in una caccia al killer dal gusto classico e irresistibile.

Aghata Christian e il delitto sulla neve

“Aghata Christian” un film giallo ambientato in un castello, una valanga e un assassino in mezzo a noi: il giallo perfetto dell’inverno. Ci sono film gialli che rispettano le regole del genere, e altri che le reinventano giocando con la tradizione. Questo nuovo mystery ambientato in Valle d’Aosta appartiene decisamente alla seconda categoria. Una storia che affonda le radici nel grande classico del “delitto in ambiente chiuso”, aggiungendo però ironia contemporanea, personaggi irresistibili e un’atmosfera da gioco di società che diventa, presto, un gioco mortale. Il film debutta nelle sale cinematografiche italiane il 16 Gennaio 2026 e racconta la storia di Aghata Christian, il che rende tutto ancora più intrigante.

Il protagonista è Christian Agata, criminologo celebre, brillante, sarcastico, che vive il proprio talento come una condanna più che un dono. Invitato dai Gulmar, dinastia dell’industria ludica, a fare da testimonial per il rilancio del gioco da tavolo Crime Castle, Christian accetta controvoglia: un weekend ospite in una villa sontuosa, tra montagne imponenti e lusso ostentato, sembra un’occasione sopportabile.

Aghata Christian, un nome che riecheggia nei gialli, è un legame imprescindibile con il mistero e la suspense.

Aghata Christian è un personaggio che incarna il mistero e la suspense in maniera unica.

Ma ciò che dovrebbe essere una semplice operazione promozionale si trasforma in un’indagine ad alta tensione: quando una valanga isola completamente la villa, e il patriarca Carlo Gulmar viene ritrovato morto con il volto schiacciato in una torta, scena tanto macabra quanto teatrale, inizia il vero gioco.

Una villa isolata e un caso alla “Agatha Christie” Il mistero di “Aghata Christian”: un giallo che sorprende

Il risultato è un giallo irresistibile: una storia che mescola enigma classico, humor moderno e personaggi indimenticabili.

La coppia formata da Christian Agata e Gianni Cuozzo è destinata a lasciare il segno nel panorama del mystery italiano: due figure opposte e complementari che riescono a trasformare un caso di omicidio in una danza investigativa brillante, ricca di dialoghi divertenti e colpi di scena ben calibrati.

Tra valanghe, segreti di famiglia e indagini improvvisate, il romanzo conduce il lettore fino all’ultima pagina con la stessa domanda che tormenta i protagonisti: chi è davvero il colpevole quando tutti hanno un motivo per uccidere?

Il giallo si struttura secondo i canoni del mystery “a porte chiuse”: telefonia ko, strade bloccate dalla neve, polizia impossibilitata a raggiungere la scena del crimine. Il lettore entra così in un microcosmo claustrofobico dove ogni personaggio diventa sospetto, ogni frase detta o taciuta sembra un indizio e ogni gesto rivela qualcosa.

La famiglia Gulmar: ambizione, rancori e un’eredità avvelenata

Il punto di rottura avviene quando Carlo Gulmar, in un colpo di scena inaspettato, annuncia di voler revocare la cessione della sua azienda alla start-up Shothouse.

La sua decisione destabilizza profondamente i figli e i parenti, tutti convinti di diventare gli eredi designati del colosso ludico. È un momento di tensione che apre la strada a segreti repressi, rivalità mai sopite, gelosie e calcoli.

I Gulmar non sono semplicemente sospetti: sono un mosaico di fragilità, ambizioni e menzogne. Ogni membro della famiglia porta con sé una possibile ragione per uccidere, e questo rende l’indagine sempre più complessa e intrigante.

Christian Agata e Gianni Cuozzo: una coppia investigativa improbabile e irresistibile

Se l’intreccio richiama la classicità del whodunit, il tono del film si accende grazie alla dinamica tra i due protagonisti.

Christian è un detective suo malgrado: brillante, caustico, insofferente alla mediocrità umana. Cuozzo, al contrario, è un brigadiere di provincia: ingenuo, appassionato, convinto (forse troppo) del proprio talento investigativo.

Il genio disincantato e il fan entusiasta

Cuozzo è un fan sfegatato di Christian e vede nel weekend l’occasione della vita. Il suo entusiasmo è travolgente, a tratti imbarazzante, ma profondamente umano. Le sue deduzioni sono surreali, spesso sbagliatissime, eppure paradossalmente utili: offrono a Christian lo spunto che gli mancava, oppure rivelano particolari che il criminologo, troppo sofisticato per i dettagli banali, tende a trascurare.

La relazione tra i due diventa così uno dei fulcri narrativi più divertenti e affiatati del film: un’ironia calibrata che alleggerisce i toni oscuri della storia senza mai comprometterne la tensione.

Un gioco di specchi dove nulla è come sembra

Il riferimento al gioco Crime Castle non è casuale: tutto nel romanzo richiama la metafora del gioco investigativo, tra piste che si aprono per poi svanire, indizi nascosti, false verità e segreti che cambiano volto a ogni pagina.

 La messa in scena perfetta del delitto

La morte di Carlo Gulmar è costruita come un tableau vivant: il fucile, la torta che nasconde il volto,  la plancia del gioco su cui il corpo è riverso. Non è un delitto impulsivo: è un messaggio. Un gesto scenografico che parla all’assassino e al suo pubblico forzato.

Il castello, isolato dalla valanga, diventa una vera arena investigativa: ogni stanza nasconde tracce, ogni corridoio è teatro di confessioni a metà.

 Segreti, rivalità e verità che si deformano

Man mano che l’indagine procede, Christian e Cuozzo scoprono che la famiglia Gulmar non è tenuta insieme dall’affetto, ma da un equilibrio di potere che si incrina al primo accenno di cambiamento.

La revoca della cessione dell’azienda è solo la punta dell’iceberg: sotto la superficie si agitano rapporti tossici, invidie, affari sospetti e alleanze fragili.

Il film sfrutta questi contrasti per costruire un crescendo di tensione: ogni passo avanti porta a un nuovo vicolo cieco, ogni intuizione si rivela parziale, ogni sospetto sembra plausibile.

Un mystery elegante che rende omaggio ai classici. Il film dialoga apertamente con la tradizione del giallo: l’ambientazione isolata, il castello carico di storia, il gruppo ristretto di sospetti, il detective brillante  la presenza dell’investigatore dilettante, il finale a sorpresa.

Ma riesce a essere profondamente contemporaneo grazie al ritmo, al sarcasmo tagliente di Christian, all’umanità buffa di Cuozzo e alla capacità di intrecciare ironia e tensione.

 

 

© Riproduzione Riservata