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About a boy, quando crescere è un gioco di squadra. Dal romanzo di Nick Hornby al film dei fratelli Weitz

Nick Hornby è uno scrittore poliedrico e di talento che, grazie ai suoi romanzi, riesce a trasmettere emozioni profonde del quotidiano, nelle quali il lettore riesce a riconoscersi.

Hornby, il cui successo letterario inizia con Febbre a 90° (1992), sconfina anche nel mondo della musica e del cinema. Ha scritto saggi sulla musica pop e ha composto le canzoni per l’album Lonely Avenue di Ben Folds.

Ha partecipato in veste sceneggiatore in alcuni film, tra cui Wilde (2014) di Jean-Marc Vallée. Non solo: ha sempre contribuito alla sceneggiatura dei numerosi adattamenti cinematografici dei suoi romanzi: Alta fedeltà con John Cusack e L’amore in gioco con Jimmy Fallone e Drew Barrymore (tratti entrambi da Alta fedeltà, 1995), Non buttiamoci giù con Pierce Brosnan, tratto dall’omonimo romanzo del 2005.

I suoi romanzi incontrano sempre grande favore di pubblico, ed è forse per questo motivo che vengono spesso portati sul grande schermo. Con sensibilità, ironia e realismo Hornby crea storie e personaggi ai quali è difficile non affezionarsi. Esattamente quanto succede per una delle storie più conosciute di Hornby: About a Boy del 1998 e trasposto al cinema dai fratelli Weitz nel 2002.

Il romanzo “About a Boy” ha venduto più di un milione di copie, diventando così uno dei romanzi più venduti nel Regno Unito, patria dello scrittore.

About a boy (in italiano tradotto con il titolo Un ragazzo) narra le vicende dell’incontro inaspettato tra due persone, Will, scapolo impenitente, e Marcus, un ragazzino chiuso in se stesso, e dell’amicizia che nascerà tra loro e che, poco per volta, diventerà un rapporto pari a quello tra fratello maggiore e minore – se non tra padre e figlio.

Will (Hugh Grant nel film) è un giovane uomo inglese che vive agiatamente senza far nulla, se non oziare, ascoltare musica, fumare e conquistare donne. Non ha un lavoro e si mantiene grazie ai diritti di autore ereditati dal padre per una canzone natalizia che questi scrisse tempo addietro.

Dopo aver sperimentato ogni sorta di genere femminile, Will decide che conquisterà solo madri single. Partecipa così a riunioni per genitori single, spacciandosi lui stesso come tale e inventando di avere un figlio molto piccolo e di essere stato abbandonato dalla moglie.

Ed è proprio a uno di questi incontri che, in maniera indiretta, Will conoscerà Fiona (Toni Colette) e suo figlio Marcus (Nicholas Hoult). Per il ragazzino non è certo facile avere Fiona come madre: lei è una specie di hippy, uno spirito libero anticonformista, con tendenze depressive e suicide, che tiene legata a sé il figlio, in un rapporto molto stretto – forse troppo.

Marcus, senza amici e solitario, cerca gradualmente conforto in Will, che non ha la minima idea di come si possa gestire un ragazzino così timido e caratterialmente diverso da lui. Tuttavia, poco per volta, Will riuscirà a entrare in sintonia con Marcus, diventando per lui una figura maschile di riferimento, a metà tra il fratello maggiore – che ti fa sperimentare le novità – e il padre – che ti dà consigli.

Will aiuterà Marcus a cambiare look, gli comprerà vestiti e scarpe nuovi e lo inizierà alla musica degli anni Novanta che tanto ama. Da parte sua, anche Marcus cambierà la routine di Will, sempre e solo concentrata su se stesso e sull’edonismo.

Con grande onestà e realismo, Nick Hornby racconta in modo semplice ma profondo il mutare della vita di due esistenze che si incontrano e che affrontano i problemi del quotidiano: Marcus farà comprendere a Will che la sua vita è superficiale e priva di valori profondi, mentre l’uomo contribuirà al distacco graduale del ragazzino dalla madre, permettendogli di conquistare un po’ di quell’autonomia necessaria per crescere e diventare un adulto.

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