I 100 film più belli del XXI secolo per il New York Times

24 Luglio 2025

Da "Parasite" in poi, ecco i film più belli di questi primi 25 anni del 21° secolo secondo grandi registi, appassionati e lettori del quotidiano Usa

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Il New York Times ha stilato la lista dei 100 film più belli del XXI secolo. Inutile dire che, come capita ad ogni classifica, mettere tutti d’accordo è praticamente impossibile e quindi ci sarà chi contesterà il risultato finale, però, forse anche un po’ per salvarsi la coscienza, il quotidiano americano si è affidato ad alcuni “mostri sacri” del settore, come Pedro Aldomovar, Sofia Coppola, Guillermo del Toro, oltre a 500 tra critici ma anche semplici appassionati di cinema e lettori del quotidiano, coinvolti con una sorta di sondaggio fatto da una sola e semplice domanda: “Quali sono i 10 film più belli di questo secolo?”. Ed i risultati, lo dobbiamo ammettere, sono davvero sorprendenti.

A partire dal primo posto, occupato da “Parasite”, il film che sorprese il mondo nel 2019 in piena epoca “K-pop” con la Corea del Sud al centro del mondo musicale e culturale.

Da parte nostra purtroppo colpisca la mancanza di film italiani in questa lista; solo uno dei nostri film ha infatti impressionato i lettori del New York Times appassionati di cinema e gli esperti, stiamo parlando di “Chiamami con il tuo nome”, di Luca Guadagnino, alla posizione 37.

Ci sono poi alcuni grandi classici (è seppur passato un quarto di secolo…) come “Il Gladiatore”, che però si trova solo al 92° posto. Insomma, si tratta di una classifica più che per la massa ed ai Blockbuster parla ad una sorta di nicchia della società di cui racconta soprattutto difficoltà sociali e cambiamenti culturali, come le battaglie per i di diritti civili di ogni tipo e ad ogni latitudine.

La classifica dei primi 10 film più belli del 21° secolo

1 – Parasite – di Bong Joon-ho

Stiamo parlando di un capolavoro assoluto che in maniera ironica ma cruda, tra favola e splatter, racconta la società coreana con tutte le sue contraddizioni sociali e differenze tra ricchi e poveri sempre più ampia. Il tutto con una trama unica, qualche spruzzata di comicità che sa rendere divertente un film in realtà molto impegnato. Parasite poi mostra a tutti come si possa fare del gran cinema anche lontano da Hollywood, dai red carpet e dalle star pagate decine di milioni di euro a film.

2 – Mulholland Drive – di David Lynch

Come in ogni suo film, David Lynch sa giocare con diversi stili al punto da rendere quasi incomprensibile le sue pellicole ed in Mulholland Drive conferma al meglio tutto questo. La trama ruota attorno alle vicende di una aspirante attrice che si reca a Los Angeles a caccia di un’opportunità. Qui incontra un’altra donna (Women have the power…) e le due vite si intrecciano tra amnesia, un tentato omicidio, storie familiari e personali. Per molti un capolavoro, per tanti un insieme di narrazioni, ritratti, viaggi introspettivi, mille e più interpretazioni che però il regista smonta (scherzando?) con la sua lettura: “Questo film è semplicemente una storia d’amore nella città dei sogni”

3 – Il Petroliere – di Thomas Anderson

Due Oscar per un fil che, dietro una complicata storia di due uomini e delle loro famiglie tra petrolio e religione, fede e cattiveria racconta uno spaccato degli Stati Uniti ma anche la cattiveria umana, spesso legata a questioni economiche. Da vedere, e da gustarsi appieno l’interpretazione di Daniel-Day Lewis

4 – In the mood for love – di Wong Kar-wai

Si torna in Asia, ad Hong Kong, anzi, nella Hong Kong degli anni ’60 che sta per vedere la fine del colonialismo occidentale. Una fotografia unica e dei costumi tutti da gustarsi, fanno da contorno ad una storia d’amore che da un certo punto di vista pare banale ma che raggiunge livelli di profondità davvero unici. La trama è molto semplice: due famiglie si trasferiscono contemporaneamente in due appartamenti vicini e due di questi diventano amanti. I protagonisti però sono proprio i due coniugi traditi che, scoprono la relazione e si avvicinano. Cosa succederà? Finale da non spoilerare ma tutto da gustare

5 – Moonlight – di Barry Jenkins

Un film in tre parti, una per il nome della fase della vita di un ragazzo di colore che a Miami prima scopre la sua omosessualità e poi si ribella al sistema che a fatica ancora accettava il suo essere gay. Si comincia da Little, il nome di questo ragazzo di 8 anni, bullizzato a scuola e con una famiglia a dir poco complicata tra droga e criminalità.

C’è poi la fase di Chiron, secondo nome del protagonista, quello del distacco dalla violenza ed aggressività dei suoi coetanei, e della rabbia che alla fine lo porterà in carcere. L’ultimo capitolo è quello dell’età adulta, di Black, uomo che prende il nome che gli ha dato quello che è il primo (e forse unico) amore.

6 – Non è un paese per vecchi – di Joel e Ethan Coen

Premi Oscar a non finire (su tutti, quello di miglior attore non protagonista per Javier Bardem) per una pellicola drammatica che si basa sull’ormai classica storia di un uomo in fuga, un reduce del Vietnam, cacciatore che trova al confine tra Messico e Texas un borsone pieno di soldi accanto ad un’auto con i corpi di alcuni uomini uccisi per una storia di droga. L’uomo non riesce a resistere alla tentazione di quel denaro e così comincia la sua fuga. Quella esteriore, braccato da un killer mandato sulle sue tracce dai trafficanti, e da uno sceriffo, e quella interiore con il conflitto nella sua coscienza per il furto compiuto e per aver ceduto al denaro.

7 – Se mi lasci ti cancello – di Michel Gondry

C’è solo una cosa di questo film che ha fatto arrabbiare critica ed appassionati, il titolo, bel lontano da quello originario (Eternal Sunshine of the Spotless Mind) e che lo trasforma in apparenza ad una commediola. Ma la pellicola è tutt’altro.

Un grande Jim Carrey è protagonista di una storia d’amore nato e finito con Kate Winslet, amore che passa per la Lacuna inc, società che detiene un sistema in grado di cancellare dalla mente alcuni ricordi. Ed è questo che fa lei, si fa cancellare tutto quello che riguardava il suo ex amore… Il resto è un viaggio nel tempo, nella mente ma anche nel cuore (dove la parola “cancellare” è ancora impossibile…)

8 – Scappa – Get Out – Jordan Peele

Film thriller, quasi horror, diventato un caso anche economico alla sua uscita dato che, costato solo 4,5 milioni, ne ha incassati solo negli Usa quasi 180… Un successo però meritato per un racconto che, col cardiopalma, vi porterà nel razzismo latente ma ben presente anche oggi in buona parte della società dei bianchi in America.

Tutto ruota attorno all’incontro di Chris, giovane ragazzo di colore, con la famiglia della sua ragazza, Rose, bianca. Dietro l’accoglienza calorosa iniziale, piano piano esplode in tutta la sua violenza e drammaticità anche mentale il razzismo dei genitori di lei (con una motivazione che lasciamo segreta…).

9 – La città incantata – di Hayao Miyazaki

Film d’animazione per molti il vero capolavoro di Miyazaki che racconta il viaggio in un mondo parallelo e senza umani di Chihiro e nel mondo degli spiriti dovrà difendere i genitori, per la loro avidità trasformati in maiali. Una sorta di “Alice nel pese della meraviglia” in chiave giapponese e moderna. Il terzo film sui 10 più belli del ventunesimo secolo di stampo asiatico. Non è un caso…

10 – The social Network – di David Fincher

Molto semplicemente la storia di Mark Zuckerberg e della nascita di Facebook, il social che ha cambiato noi ed il mondo, dall’idea di un giovane studente del college ai riflessi sulla società dei giorni nostri. La storia di un uomo, di un sogno, di un’epoca nuova della società.

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