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Riscoprire il valore della fratellanza secondo Fedor Dostoevskij

In questi giorni, siamo testimoni di terribili violenze ma anche di meravigliosi gesti di fratellanza. La frase del giorno non può che essere legata a questo importante valore.

Riscoprire il valore della fratellanza. In questi giorni, i telegiornali ci mostrano scene di infinita tristezza alternate, però, ad immagini che testimoniano grande solidarietà nei confronti del popolo ucraino. Quando ci prodighiamo per il nostro prossimo rendiamo, anche solo nel nostro piccolo, questo mondo un posto migliore. Ne era certo Fëdor Dostoevskij, che ha dedicato larga parte delle sue opere al valore della fraternità. Ecco perché la frase del giorno è proprio una frase del grande scrittore russo, tratta dal capolavoro “I fratelli Karamazov”:

“Fintanto che ciascun uomo non sarà diventato veramente fratello del suo prossimo, la fratellanza non avrà inizio”.

Cos’è la fratellanza

Il termine “fratellanza” è presente in tutte le lingue del mondo. Si tratta di un concetto universale che attraversa la storia e le culture.
Secondo il vocabolario Treccani, “fraternità” ha in italiano l’accezione di “affetto, accordo fraterno, soprattutto tra persone che non sono fratelli”. Il termine deriva dall’arcaico “fratèrnita”, che indicava “tutti gli ordini religiosi e tutte le confraternite e compagnie di secolari”.
Valore fondante di molte religioni, la fraternità è stata fondamentale nello sviluppo degli ideali rivoluzionari in Francia prima e di quelli marxisti poi. Sono stati molti gli artisti e gli scrittori che hanno cantato la fraternità. Soprattutto nei momenti bui della storia dell’umanità, il sentirsi legati gli uni agli altri da un filo prezioso e invisibile ha salvato molti esseri umani.

Anche oggi, mentre gli ucraini soffrono a causa della guerra, assistiamo agli stessi eventi: le raccolte di alimenti, indumenti e farmaci, le persone che accompagnano fuori dal confine ucraino le famiglie in difficoltà, quelle che ospitano i profughi per assicurare un giaciglio sicuro e un pasto caldo… non esiste nulla di più bello che vedere tali e tante prove di coraggio e fraternità. Ecco perché questa frase non potrebbe essere più attuale.

La fratellanza secondo Fëdor Dostoevskij

Fëdor Dostoevskij ha fatto della fratellanza uno dei valori cardine della sua produzione letteraria. Tutti i suoi capolavori trattano, in misura differente, questa tematica, a partire da “I fratelli Karamazov”, il romanzo da cui è tratta la frase che abbiamo appena letto. Secondo lo scrittore russo, non esiste altra via per vivere in un mondo giusto e sano. Finché ogni uomo non avrà preso coscienza del bene che potrebbe fare ad un altro suo simile, nulla cambierà in meglio.

Tutta la bontà che sta nascendo dalla guerra in Ucraina, come fiori che sbucano dalle crepe nell’asfalto, nasce da questa consapevolezza: se ciascuno di noi fa anche un piccolo gesto per il proprio prossimo, il bene procede, lentamente, e l’umanità ha l’occasione di rivelarsi nella sua positività. È proprio questa la morale che risalta alla fine de “I fratelli Karamazov”, quando Alëša, felice, stringe amicizia con alcuni ragazzini e propone: «Su, andiamo! Ecco e camminiamo così, tenendoci per mano!».

Se imparassimo tutti a camminare insieme, “tenendoci per mano”, non solo avremmo realizzato appieno il senso della frase di Dostoevskij, ma avremmo anche un’opportunità in più per salvarci dalla violenza e dall’ingiustizia che ci circondano.

 

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