Una frase di Tiziano Terzani fa riflettere sul concetto di tempo da dedicare a se stessi e sui ritmi della vita sempre più veloci che finiscono inevitabilmente per renderci perennemente connessi e sovrastimolati. Una frase che riesce a dare senso agli effetti che di una società sempre più tecnologica riesce a generare sulle persone.
“Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, di inorridirsi, di commuoversi, di innamorarsi, di stare con se stessi. Le scuse per non fermarsi a chiederci se questo correre ci fa più felici sono migliaia e, se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle.”
La frase è tratta dal primo capitolo, Ritorno alle fonti, della sezione India di Un altro giro di giostra l’ultimo libro scritto da Tiziano Terzani, pubblicato nel 2004, nel quale il giornalista e scrittore descrive i suoi ultimi viaggi, alla ricerrca di poter trovare una cura per il cancro, la grave malattia che lo colpì. Il libro dona una profonda esplorazione alla ricerca del Sé, alla ricerca della pace interiore.
Tiziano Terzani svela il malessere del contemporaneo
La frase di Tiziano Terzani mette in luce la frenesia del contemporaneo, dove tutto è veloce, immediato e spesso privo di profondità emotiva. Ci si abitua a correre, a riempire ogni istante di impegni, senza lasciare spazio alla meraviglia, alla riflessione o alle emozioni autentiche.
Lo scrittore affronta il tema partendo dal fatto che nella nostra società la filosofia, diversamente da quanto accade in India, “è il monopolio dei colti”, “riservata alle accademie, alle scuole, ai «filosofi»”.
“La filosofia in India è parte della vita, è il filo di Arianna con cui uscire dal labirinto dell’ignoranza. La filosofia è la religione grazie alla quale gli indiani contano di raggiungere la salvezza che nel loro caso è conoscenza”. La filosofia per gli indiani è la strada che porta a “la conoscenza di sé”.
Per gli occidentali, è convinto Tiziano Terzani, “la sola conoscenza che conta e che si rispetta è quella «utile», quella applicabile, quella che serve a trovare un lavoro o a procurarsi un piacere. Noi non ci chiediamo più chi siamo e guardiamo a noi stessi e agli altri in termini puramente utilitaristici.”
Tiziano Terzani per confutare il valore della sua frase racconta un aneddoto, quello che vide protagonista, negli anni ’30 del secolo scorso, l’avventuroso inglese Paul Brunton impegnato “nel lungo viaggio in India sulle tracce della sua sapienza che lui vedeva minacciata dall’irresistibile avanzare della mentalità occidentale.”
Brunton incontrò un vecchio yogi il quale gli rivelò una sana verità:
«Solo quando i sapienti occidentali rinunceranno a inventare macchine che corrono più svelte di quelle che già avete e cominceranno invece a guardare dentro di sé, la vostra razza scoprirà un po’ di vera felicità. Lei non crederà che il poter viaggiare sempre più velocemente renda la vostra gente più felice?»
La lezione del vecchio Yogi all’occidentale Paul Brunton, appare di estrema attualità. La tecnologia è impegnata a realizzare macchine sempre più veloci che hanno come conseguenza di vivere “senza più fare attenzione alla vita.”
Ciò che crea interesse è solo “il tempo che passa a farlo passare, rimandando al poi quel che si vorrebbe davvero. Sul «poi», non sull’«ora», si concentra l’attenzione.” E ciò diventa ancora più frenetico nelle città, dove “la vita passa senza un solo momento di riflessione, senza un solo momento di quiete che bilanci la continua corsa al fare.”
Questo è il contesto della frase di Tiziano Terzani, che ci permette di approfondire e riflettere sul profondo significato della citazione tratta da Un altro giro di giostra.
L’attualità nella riflessione di Tiziano Terzani
Negli ultimi decenni, la tecnologia ha accelerato i ritmi della vita in modo esponenziale. L’apporto tecnologico che nasce con la volontà di migliorare sempre più il benessere delle persone, se non gestito con la necessaria consapevolezza può scatenare l’effetto totalmente opposto.
Basta considerare le ore in cui gli umani vivono connessi e alle continue sollecitazioni che i media, il web, i social e adesso l’intelligenza artificiale offrono all’esistenza delle persone.
Tiziano Terzani nella sua frase coglie decisamente il punto. Lo scrittore inizia con un’affermazione forte, “Ormai nessuno ha più tempo per nulla“, che indica che nella società attuale, il tempo sia diventato un bene sempre più raro, tutti sono sempre presi, in modo continuato hanno qualcosa da fare.
Il giornalista continua con “Neppure di meravigliarsi, di inorridirsi, di commuoversi, di innamorarsi, di stare con se stessi“, sottolineando che stiamo perdendo delle cose davvero importante per il nostro benessere.
Stiamo rinunciando alla stupore davanti alle cose belle e nuove, alla capacità di indignarci o provare disgusto per ciò che è ingiusto o sbagliato.
Anche l’empatia i sentimenti finiscono per toccarci sempre meno, quale conseguenza dell’alienazione emotiva, che l’eccesso d’informazioni finisce inevitabilmente per generare, E come se la fiction e la realtà finissero per essere la stessa cosa.
Perdono slancio le passioni, i sogni, le aspettative, il romanticismo, le stesse pulsioni. Sembra non esserci più tempo per la riflessione, per esplorare se stessi, per ascoltare i propri pensieri.
Le cose su espresse richiedono tempo, attenzione, concentrazione, che purtroppo “il logorio della vita moderna” non permette.
Tiziano Terzani conclude la sua frase “Le scuse per non fermarsi a chiederci se questo correre ci fa più felici sono migliaia e, se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle“.
Ovvero, Invece di reagire e riappropriarci della nostra vita, tendiamo in tutti i modi a cercare alibi per giustificare questo innaturale stile di vita. Non consideriamo che continuando in questo modo, rischiamo inevitabilmente di rinunciare anche alla nostra gioia, alla nostra felicità. Le conseguenze sono quel mal di vivere sempre più in ascesa nella nostra società. Il progresso anziché farci stare meglio, ci deprime, ci fa soffrire.
Di certo, non si può tornare indietro, questo ormai appare impossibile, gli effetti sarebbero disastrosi. Ma, possiamo affrontare il presente tecnologizzato con maggiore consapevolezza e con il dovuto distacco. Serve guidare la tecnologia e non diventarne schiavi. Solo così il futuro sarà davvero Smart.