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Guy de Maupassant, le frasi più belle dell’autore francese

Se fosse ancora fra noi, oggi Guy de Maupassant festeggerebbe il compleanno. Noi lo ricordiamo attraverso alcune delle splendide frasi che ci ha donato. 

Scopriamo insieme alcune delle frasi più significative che ci ha lasciato Guy de Maupassant, nel giorno in cui ricorre l’anniversario della sua nascita. Infatti, Henri-René-Albert-Guy de Maupassant è nato il 5 agosto 1850, a Tourville-sur-Arques.

Celebre romanziere, è ricordato soprattutto per il libro “Bel-Ami“. Ha però dedicato la sua vita anche alla poesia, ai racconti e alla drammaturgia. Infine, Guy de Maupassant ha anche messo per iscritto i pensieri che raccoglieva nei suoi viaggi.

Le frasi più belle di Guy de Maupassant

  • I grandi artisti sono quelli che impongono all’umanità la loro particolare illusione.                                                                                                                   (Pierre e Jean)
  • Quello che amiamo con violenza finisce sempre con l’ucciderci.                       (La notte)
  • Un bacio legittimo non vale mai un bacio rubato.                                (Confessioni di una donna in La casa Tellier)
  • È brutta, la vita. Se una volta si trova un po’ di dolcezza, siamo colpevoli di esserci abbandonati ad essa e, più tardi, la scontiamo a prezzo molto caro. (Pierre e Jean)
  • Il bacio colpisce come il fulmine, l’amore passa come un uragano; poi la vita, di nuovo, si calma come il cielo e ricomincia come prima. Ci ricordiamo, forse, di una nuvola?                                                                                             (Pierre e Jean)
  • Un’opera d’arte  è superiore soltanto se è, nello stesso tempo, un simbolo e l’espressione esatta di una realtà.
  • (La vita errante)
  • Proprio vero che le parole d’amore, che son sempre le medesime, prendono il gusto delle labbra che le pronunciano.                                                                  (Bel-Ami)
  • La vita è un monte. Finché si sale, si guarda la vetta, e ci si sente felici, ma quando s’arriva lassù, si scorge d’un tratto la china, e giù in fondo la fine, che è la morte. L’ascesa è lenta, ma la discesa è un ruzzolone.                                (Bel-Ami)
  • Ho paura dei muri, dei mobili, degli oggetti familiari che si animano, per me, d’una vita animale. Ho paura soprattutto dell’orribile turbamento della mia mente, della ragione che mi sfugge, confusa, dispersa da una misteriosa e invisibile angoscia.                                                                                           (Racconti fantastici)
  • Ho passeggiato per strada. petardi e bandiere mi rallegravano come un fanciullo, anche se è stupido essere allegri a una data fissa, per decreto governativo. Il popolo è un gregge imbecille, qualche volta stupidamente paziente, qualche volta ferocemente ribelle. Se gli si dice: «Divertiti», si diverte. Gli dicono «Va’ a a combattere il nemico», e lui va a combattere. Gli dicono: «Vota per l’Imperatore», e lui vota così. Poco dopo gli dicono: «Vota per la Repubblica». E lui vota così.
    Anche coloro che lo influenzano sono idioti, con la sola differenza che non ubbidiscono a degli uomini, ma a dei princìpi, che non possono essere altro che stolidi, sterili e falsi proprio per il fatto che sono dei princìpi, e cioè idee ritenute certe e immutabili, in un mondo dove non si è sicuri di nulla, dato che la luce è un’illusione, il rumore è un’illusione.
    (Pensiero sul 14 luglio)

Guy de Maupassant

Guy de Maupassant nasce il 5 agosto 1850, a Tourville-sur-Arques. I suoi genitori sono i marchesi Gustave Albert Maupassant e Laure Le Poittevin. Sarà quest’ultima a donargli l’amore per i libri. Prenderà invece le distanze dal padre, che vivrà lontano dalla famiglia, a Parigi.
Inizia a scrivere nel 1875, al suo ritorno dalla Guerra Franco-Prussiana, dove si era arruolato volontariamente. Le sue prime opere sono dei racconti. Nel 1885 pubblica Bel-Ami.

Quando scopre di essere malato di sifilide, sceglie di non curarsi: questa decisione drastica aggiungerà tono all’aura di autore maledetto che ha caratterizzato Guy de Maupassant per il resto della vita.

Il grande Gustave Flaubert lo accoglie sotto la sua protezione presentandogli scrittori quali Emile Zolá e Ivan Tugenev.
Dopo la morte del fratello, nel 1890 fugge dalla propria quotidianità. Andrà in Inghilterra e in Algeria, alla ricerca di serenità.
L’anno seguente viene colpito da diversi problemi, sia fisici sia mentali, che porteranno alla sua reclusione in una clinica. Morirà il 6 luglio 1893 a causa della neurosifilide. Emile Zolà pronuncerà la sua commemorazione funebre.

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