5 frasi di Jean-Paul Sartre sul senso della vita tratte da “L’essere e il nulla”

28 Luglio 2025

Oggi condividiamo con voi 5 frasi di Jean-Paul Sartre tratte da "L'essere e il nulla" che spiegano la sua filosofia da leggere prima de "La nausea".

5 frasi di Jean-Paul Sartre sul senso della vita tratte da “L’essere e il nulla”

L’essere e il nulla” (1943) è una delle opere cardine dell’esistenzialismo, dove Jean-Paul Sartre indaga il rapporto tra coscienza, libertà e nulla.

Non si tratta solo di un testo filosofico, ma di una vera sfida che il genio porta avanti per iscritto. Sartre s’interroga sull’essere, accetta l’angoscia della libertà e i limiti d’essere e il non essere.

Jean-Paul Sartre, 5 frasi che spiegano la sua filosofia

Da questo importantissimo testo, noi di Libreriamo abbiamo scelto 5 frasi emblematiche che potranno tornarvi utili, o semplicemente interessarvi, se vorrete immergervi nel pensiero di Sartre prima della lettura più famosa di tutte: “La nausea”. Perché ancora oggi, questo filosofo sa essere attuale grazie alle sue riflessioni mirate.

 

1.
“Certamente si può avere coscienza anche di una assenza. Ma quest’assenza mostra necessariamente un fondo di presenza.”

Per Sartre, la coscienza è sempre coscienza di qualcosa, anche quando percepisce un’assenza. Se ci si accorge che “qualcuno non è qui”, questa assenza non è il nulla assoluto, ma si appoggia su una presenza precedente.

In altre parole, il nulla non è puro, ma è sempre legato all’essere. Un ragionamento che lo avvicina palesemente allo studio greco Parmenide — che diceva “L’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può non essere” — e che lo proclama nuovo pensatore.

Una frase che introduce uno dei temi centrali dell’opera: il nulla non è un “ente”, non ha consistenza propria, ma si manifesta nella relazione con l’essere, come una fessura nella realtà che permette alla libertà di esistere.

 

2.
“È ancora troppo presto, perché si possa pretendere di cogliere il senso di questo nulla, in presenza del quale l’interrogazione ci ha inaspettatamente portati.”

Sartre riconosce che il nulla è un concetto vertiginoso, difficile da afferrare perché la nostra esperienza quotidiana è immersa nell’essere. Tuttavia, è proprio questa frattura – la scoperta che il nulla è parte della coscienza – a permettere la domanda filosofica.

Qui emerge la forza dell’esistenzialismo: comprendere il nulla non è fine a sé stesso, ma essenziale per capire la libertà umana, che esiste perché esiste il nulla, cioè la possibilità di negare ciò che è dato.

 

3.
“Una intenzione vuota si costituisce come inesistente o assente.”

Quando desideriamo qualcosa che non è presente, viviamo l’esperienza concreta del nulla. Un’intenzione senza oggetto è una mancanza che rivela la nostra condizione di esseri proiettati verso il possibile.

In questo senso, Sartre critica ogni idea di “coscienza passiva”: la coscienza è sempre dinamica, si protende verso ciò che non è ancora, e in questo movimento produce il nulla.

È qui che nasce l’angoscia, ma anche la libertà: nulla è predeterminato, tutto è aperto.

 

4.
“In una parola, dio, se esiste, è contingente.”

Con questa affermazione, Sartre ribalta il pensiero metafisico classico: se Dio fosse necessario, annullerebbe la libertà umana.

Dire che “è contingente” significa che, anche se esistesse, non sarebbe la condizione dell’essere, ma un ente tra gli enti.

È una presa di posizione radicale contro l’idea di un ordine prestabilito: il mondo non ha fondamento ultimo, e proprio questa mancanza di garanzia rende l’uomo assolutamente libero e responsabile.

 

5.
“Ciò significa che, qualunque sia il mio possibile, il suo contrario è ugualmente possibile.”

Qui si condensa l’essenza della libertà sartriana: ogni scelta implica la possibilità opposta. Non esiste un destino già scritto, né una natura che ci obbliga. L’uomo è “condannato a essere libero”, e questa condanna comporta angoscia, perché nulla ci protegge dalle conseguenze delle nostre decisioni.

Sartre ci invita a guardare in faccia questa condizione: la libertà non è un dono rassicurante, ma una responsabilità senza appello.

 

In queste frasi ritroviamo i cardini di “L’essere e il nulla”

Sartre ci consegna un messaggio che ancora oggi inquieta e affascina, e noi non possiamo smettere di scegliere: in questa vertigine si gioca il senso della nostra esistenza.

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