Sei qui: Home » Frasi » Una frase di Rita Levi Montalcini sul ribellarsi alla mediocrità

Una frase di Rita Levi Montalcini sul ribellarsi alla mediocrità

La mediocrità è il peggiore dei mali. Per la donna di scienza Rita Levi Montalcini è necessario ribellarsi a tutto ciò che è abitudine e rassegnazione.

C’è una frase di Rita Levi Montalcini che vogliamo condividere perché molto attuale. Siamo in un’era dove tutto deve essere standardizzato, i modi di pensare devono chiudersi entro confini ben definiti e non è ammessa nessuna variazione a ciò che deve essere dominante. 

Il nostro tempo, grazie ai social, è sempre più caratterizzato dalla partecipazione collettiva al dibattito pubblico. Non c’è fatto di cronaca, di politica, di sport, di gossip che non sia ampiamente commentato dal maggior numero di persone. 

Tutti hanno la possibilità di intervenire offerendo il proprio punto di vista. Ma, se andiamo in profondità ci accorgiamo che gli innumerevoli punti di vista finiscono inevitabilmente per chiudersi quasi sempre in due fronti: pro e contro. 

Chi propone una variazione del tema finisce inevitabilmente per essere escluso da quel dibattito o peggio insultato e preso di mira in modo violento almeno da uno dei due schieramenti.

Che tristezza!!!

La frase di Rita Levi Montalcini sul coraggio di ribellarsi

Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi. 

La parola ribellione pronunciata da Rita Levi Montalcini assume inevitabilmente un significato diverso da ciò che immaginiamo quanto ascoltiamo o leggiamo questa parola. 

Ribellione equivale a non sottomettersi ad un modo di pensare generalizzato, ad uno stile di vita che porta gli esseri umani all’annullamento, all’alienazione dalla propria identità. 

La costruzione di un’identità condivisa è utile al vivere sociale, ma quando i valori dominanti sono viziati da modelli non costruttivi per la crescita personale e sociale è utile ribellarsi. 

Nessuno può imporci di seguire a tutti i costi un flusso di un pensiero orientato al pensiero dominante. Soprattutto, se il modo di pensare collettivo non eccelle per qualità. Quando permettiamo questo finiamo per spingerci verso il basso. 

Il filosofo Søren Kierkegaard riguardo a questo argomento è ancora più radicale rispetto a Rita Levi Montalcini

La cosa più miserabile è la mediocrità, la perdizione più profonda è la mediocrità. 

Il valore che il filosofo danese riconduce alla mediocrità è pari allo zero. La mediocrità è il peggio di ciò che si può vivere, seguire, abbracciare.

Non è costruttivo seguire il peggio per poter sopravvivere alla società e alle relazioni umane. Scegliere la strada del consenso sposando il grigiore della mediocrità è il più grande dei mali. La storia ci conferma che quando questo è accaduto il mondo è caduto nella tragedia. 

Avere il coraggio di ribellarsi è un diritto e un dovere per poter garantire la nostra sopravvivenza.

Per relazionarsi e socializzare è vero che alcune volte è necessario seguire i valori prevalenti. Le conseguenze quando questo non avviene è rimanere isolati.

Ma, se si accetta il peggio per paura di rimanere soli, le conseguenze per la crescita culturale della persona sarebbero peggio.

Questo vale in tutti gli ambienti in cui si muove l’essere umano. Nel mondo del lavoro, della scuola e dell’università, nelle relazioni interpersonali, persino nell’amicizia e nella rapporto di coppia. 

“Quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva” è assimilabile ad una prigione mentale, ad una gabbia culturale che non permette di godere del meglio di ciò che la vita può offrire. 

La mediocrità non è la cultura popolare

La mediocrità non è assimilabile alla cultura popolare. La mediocrità non è una questione di classe. Si può vivere mediocrità anche in esclusivi circoli culturali, così come all’interno di contesti ritenuti intellettuali.

Non bisogna fare l’errore di pensare che la mediocrità sia nata con la televisione prima e con i social adesso. I media sono dei mezzi che veicolano contenuti costruiti da persone. 

I media quindi possono diventare una stupenda opportunità o la peggiore amplificazione del pensiero mediocre. Questo è un insegnamento che tutti dovremmo fare nostro. 

Si può scegliere di utilizzare la Tv, la Radio, il Web o i Social per condividere messaggi di alta o scarsa qualità. Di certo, siamo liberi di decidere cosa produrre e cosa ricevere. 

Nessuno ci impone di chiuderci in dei modelli che non condividiamo o seguire le solite banalità che tantissimi contenitori informativi e d’intrattenimento promuovono. 

Non c’è bisogno di dover per forza inseguire i modelli prevalenti dettati dai numeri di ascolto o dai like. Si può benissimo scegliere di ribellarsi a quei modelli e godere di cose più costruttive, magari prive dei riflettori, ma ugualmente ricchissime di luce. 

Ci vuole coraggio ad andare nella direzione opposta di ciò che è dominante. Ma, non si cono alternative bisogna a tutti i costi farlo. 

Colpisce che anche dei momenti e dei contenitori importanti dedicati alla celebrazione dei libri e della cultura, hanno scelto di seguire inevitabilmente l’onda della mediocrità. 

La caccia a tutto ciò che può creare seguito ha condizionato anche quei luoghi che dovrebbero per definizione essere i simboli della ribellione. 

Quindi, riappropriamoci del nostro cammino e guardiamo alle cose che possono davvero renderci migliori. Tutto il resto, diceva Franco Califano, è noia. 

© Riproduzione Riservata