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Cos’è la felicità? Una frase di Oscar Wilde (1897) ci svela come vivere felici

Scopri la vera essenza della felicità grazie ad una frase di Oscar Wilde tratta dal libro "De Profundis" scritto mentre era in prigione.

Una frase di Oscar Wilde ci offre una meravigliosa definizione della felicità. Lo scrittore irlandese evidenzia la felicità non deve dipendere dagli altri, ma è importante trovarla in se stessi. Oscar Wilde è noto per il suo spirito brillante e la sua capacità di cogliere le sfumature della felicità e della bellezza.

Ma leggiamo la frase per comprenderne il significato.

“So essere perfettamente felice in solitudine. Con libertà, fiori, libri, e la luna, chi non sarebbe perfettamente felice? ”

“I can be perfectly happy by myself. With freedom, flowers, books, and the moon, who could not be perfectly happy?”

La frase di Oscar Wilde riflette profondamente il suo pensiero e si trova nel libro De Profundis, che è una lunga lettera che Oscar Wilde scrisse nel 1897, durante la sua reclusione al carcere di Reading, al suo amante Lord Alfred Douglas, detto “Bosie” dopo essere stato condannato a due anni per “gross public indecency”, il reato che criminalizzava l’attività sessuale tra maschi adulti.

Il De Profundis, che traduzione dal latino significa “Dal profondo” o “Dalle profondità” rappresenta una delle sue opere più intime e filosofiche, dove riflette sul dolore, sull’amore, sulla spiritualità e, in parte, sulla felicità.

La frase di Oscar Wilde sulla felicità

In questa frase di Oscar Wilde esprime una concezione di felicità che non dipende dagli altri, ma da una profonda connessione con sé stessi e con il mondo naturale. La solitudine, spesso vista negativamente, diventa invece uno spazio di libertà personale, in cui l’anima può rigenerarsi attraverso il contatto con la bellezza della natura (fiori e luna) e l’arricchimento intellettuale (libri).

La libertà è il prerequisito per una felicità autentica. Solo quando si sperimenta la mancanza della propria libertà, in quel periodo Oscar Wilde era rinchiuso in prigione, si comprende quanto sia importante la libertà interiore che nessuno può togliere.

Questo tema è particolarmente potente in “De Profundis,” dove Oscar Wilde cerca un senso più profondo nella sofferenza e una riconciliazione con la propria anima. “Essere diventato un uomo più profondo è il privilegio di chi ha sofferto. E tale penso di essere diventato.” Questo afferma l’autore nel libro.

Quindi il senso della frase è che anche nei momenti di difficoltà, possiamo trovare un rifugio nella semplicità e nella bellezza del mondo, riscoprendo una forma di felicità interiore.

Nello stesso testo, lo scrittore irlandese afferma che “se dopo la mia liberazione un mio amico desse una festa e non mi invitasse, non mi dispiacerebbe affatto.” Più avanti continua dicendo

“Ma se, dopo la mia liberazione, un mio amico avesse un dolore e si rifiutasse di condividerlo con me, lo sentirei molto amaramente. Se mi chiudesse le porte della casa del lutto, tornerei più volte a implorare di essere ammesso, per poter partecipare a ciò che mi spetta.

Se mi ritenesse indegno, inadatto a piangere con lui, la sentirei come l’umiliazione più struggente, come il modo più terribile in cui il disonore poteva essermi inflitto. Ma non può essere così.

Ho il diritto di condividere il dolore, e colui che può guardare la bellezza del mondo e condividere il suo dolore, e realizzare qualcosa della meraviglia di entrambi, è in contatto immediato con le cose divine, e si è avvicinato al segreto di Dio come nessuno può fare.”

La felicità è essere liberi di godere le cose vere della vita

La frase di Oscar Wilde che abbiamo condiviso ci fa capire che la felicità autentica nasce dalla libertà di apprezzare ciò che è genuino e semplice nella vita. Spesso, siamo condizionati da desideri superficiali o pressioni sociali, perdendo di vista le cose che realmente contano, ovvero la natura, gli affetti, i momenti di pace, e la connessione con noi stessi.

L’autore irlandese sapeva godere della vita, sapeva cosa fosse la bellezza. Ma l’esperienza della reclusione gli fanno scoprire una parte di sé più importante e profonda.

La felicità come libertà implica il non essere prigionieri delle aspettative altrui o dei beni materiali, ma trovare gioia nelle esperienze autentiche. Le “cose vere” sono ciò che rimane costante e prezioso: l’amore, l’amicizia, la bellezza del mondo, il tempo per noi stessi e la gratitudine per ciò che abbiamo.

È un concetto vicino alla filosofia tradizionale, spirituale e si può cogliere pure nelle saggezza popolare, che invitano a vivere con semplicità, evitando di complicarsi la vita con ciò che è transitorio o irrilevante.

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