Una frase di Khalil Gibran ci spinge ad una riflessione molto importante su ciò che rende solidi i legami umani. Il vero amore molte volte nasce inaspettatamente, proprio perché si condivide qualcosa di profondo, di indescrivibile, di celato, ma che riesce a catturare i sentimenti e finisce per saldare una relazione, trasformandola in vero amore.
“Nelle anime il legame del dolore è più forte del vincolo della felicità e della gioia, e l’amore che viene lavato dalle lacrime rimane puro, bello e eterno.”
La frase è tratta dal capitolo La fiaccola bianca de Le ali spezzate (Broken Wings), il romanzo poetico di Khalil Gibran pubblicato per l prima volta nel 1912.
Quando il dolore riesce a creare amore più della felicità
Questa stupenda frase di Khalil Gibran riesce a spiegare perché molte volte a muovere l’amore è il dolore, anziché la felicità o la gioia.
Il contesto in cui nasce la frase di Khalil Gibran
Per comprendere la frase dobbiamo contestualizzarla con la storia del romanzo. In Le Ali spezzate, l’unica opera in cui Gibran sperimentò lo stile letterario del romanzo.
Nel libro Gibran racconta della sua prima storia d’amore e dell’impatto che essa ha avuto sulla sua vita. Fares Karama, grande amico del padre, gli chiede di andare a trovarlo a casa sua per raccontargli del suo passato con il padre e per presentargli sua figlia.
L’incontro con la figlia Salmè fece scattare qualcosa di magico, d’inesplorato. Tra i due nacque un rapporto molto forte. L’amò fin dal primo sguardo e divenne un visitatore abituale. Imparò a conoscere meglio Salmè e ad accrescere il suo amore e il suo attaccamento a lei.
Fares Karama dovette prendere però la decisione di far sposare Salmè, con il nipote del Patriarca Boulos Ghaleb. Fares era un uomo ricco e non aveva nessun erede, tranne la figlia Salmè e lei era stata scelta dal Patriarca per il figlio di suo fratello.
Ella non era stata scelta per la bellezza del viso e la nobiltà dell’anima, ma perché era molto ricca e avrebbe potuto garantire, con il denaro, il futuro di Mansour Bey e avrebbe potuto aiutarlo, con le sue proprietà immense, a trovare una posizione di spicco tra le persone ricche e nobili.
Mansour Bey sposò quindi Salmè, contro la sua volontà e passarono mesi e stagioni. Khalil e Salmè iniziarono a incontrarsi una volta al mese in un piccolo tempio lontano da casa sua, potenzialmente nella valle della Beqaa. Nel quinto anno di matrimonio di Salmè e Mansour Bey, Salmè rimase incinta di un bambino. Dopo il parto, lei e il bambino morirono.
Dal dolore può nascere il vero amore
La citazione di Khalil Gibran esprime l’idea che il dolore e la sofferenza possano creare legami ancora più forti e autentici rispetto alla gioia e alla felicità.
In altre parole, attraverso le lacrime e le difficoltà l’amore si purifica, acquisendo una bellezza e una forza che lo rendono eterno.
Il dolore, con la sua intensità e il suo peso emotivo, ha la capacità di creare legami più profondi rispetto alla gioia, che spesso si presenta come effimera o superficiale.
Se si segue il ragionamento di Khalil Gibran, la felicità può essere momentanea, il dolore viene invece vissuto in maniera totale e condivisa, diventando un linguaggio universale che unisce le anime.
Il legame che nasce dal dolore penetra nell’anima
In questo senso, il “legame del dolore” non è semplicemente un’esperienza negativa, ma una forza che plasma l’intimità e la comprensione reciproca. Le parole che precedono la nostra citazione spiegano molto bene come l’inquietudine della ragazza era entrata dentro la pelle, raggiungendo il punto più profondo dell’anima di Khalil Gibran.
“La qualità che esaltava le virtù di Salmè e la sua educazione era una tristezza profonda che feriva. La tristezza era una sciarpa preziosa che indossava Salmè, che aumentava la bellezza del suo corpo, il rispetto verso di lei e la stranezza di certi suoi atteggiamenti.”
Il dolore dei due amanti è qualcosa che dipende da una reciproca privazione. La ragazza è costretta a subire la “violenza” di un matrimonio non voluto, non desiderato. Il giovane Gibran per lei è qualcosa che le scuote l’anima, che la rende felice, seppur nella sua tristezza. Khalil invece dovrà rinunciare alla donna che vorrebbe per sempre sua, al fuoco che offre luce e calore al suo cuore.
Gibran, infatti, continua dicendo:
Ognuno di noi vedeva nella faccia dell’altro quello che sentiva il proprio cuore e ascoltava l’eco dei segreti del suo petto. Come se le dee avessero creato ognuno di noi complementare all’altro, quando eravamo insieme, diventavamo esseri perfetti; quando invece ci allontanavamo, provavamo un senso di vuoto doloroso nell’anima
Le lacrime finiscono per sancire l’amore eterno
Ecco quindi che le lacrime che nascono da quest’ingiustizia finiscono per segnare per sempre un’unione costretta a non avere nessun futuro.
L’immagine dell’amore “lavato” dalle lacrime richiama l’idea che solo attraverso la privazione e la sofferenza l’amore può raggiungere la sua forma più autentica e incontaminata. È un amore che contrasta le avversità e che grazie a queste dure prove si è trasformato in qualcosa di puro, bello ed eterno.
Le anime si incontrano grazie al dolore
“L’anima triste trova pace solo quando incontra un’altra persona a lei simile nei sentimenti e partecipe delle stesse passioni, come lo straniero che, lontano dalla patria, fa conoscenza con un altro straniero.”
Il dolore genera empatia, condivisione. Il contrasto tra dolore e felicità diventa allora il terreno fertile dove si sviluppa una consapevolezza più profonda dell’essere e delle relazioni umane. L’esperienza della sofferenza, condivisa e vissuta in modo sincero, permette di accedere a una dimensione dell’amore che trascende l’ordinario e si fa eterno.
Nel contesto delle relazioni, questa visione sfida l’idea che la felicità debba essere la base per un legame duraturo. In realtà, è attraverso le prove, le difficoltà e le cicatrici emotive che i rapporti si consolidano e si rendono indistruttibili. L’amore che ha subito il “battesimo” del dolore è in grado di resistere alle intemperie della vita, perché si è formato in un contesto di autenticità e di profonda empatia reciproca.
Khalil Gibran accentua ancor più il significato delle sue parole.
“I cuori che sono avvicinati dal dolore non possono essere separati dalle gioie dei festeggiamenti e da spettacoli lussuosi.”
Per amare bisogna immergersi in tutte le sfumature della vita
La citazione di Khalil Gibran ripresa dal libro Le ali spezzate, si inserisce nel pensiero filosofico del suo autore, il quale ha spesso enfatizzato l’importanza di abbracciare tutte le sfumature dell’esperienza umana, sia quelle luminose che quelle oscure. Attraverso la sua poetica, Gibran invita a riconoscere il valore del dolore come strumento di crescita personale e di trasformazione dell’amore in qualcosa di sublime e duraturo.
Il pensiero di Gibran fa capire che anche il dolore è essenziale per apprezzare l’amore. Condividere ciò che regna nell’anima e sentire le vibrazioni di chi sta vicino è l’essenza dell’amare. Gibran sottolinea che di Salmé l’ha colpito la sua tristezza. Ha avvertito di lei non ciò che vive in superficie, ma ciò che tormenta l’anima.
Non ha paura della sua sofferenza, ma lo attrae come non era mai accaduto. Il dolore diventa quindi il collante per la formazione di relazioni autentiche e profonde. È proprio nella capacità di condividere e superare le difficoltà che l’amore si trasforma, assumendo una purezza e una bellezza che rimangono intatte nel tempo.