Una frase di Alessandro Baricco sul valore e la bellezza della vita

18 Febbraio 2025

Cosa significa convivere con il mal di vivere? Scoprilo con la frase di Alessandro Baricco tratta dal libro Oceano Mare.

Una frase di Alessandro Baricco sul valore e la bellezza della vita

Una frase di Alessandro Baricco ci dona una profonda riflessione sull’importanza di vivere tutte le bellezze che la vita può offrire. È il peccato più grande che si possa commettere rinunciare a godere di tutte le piccole cose che circondano la vita umana. Purtroppo, si prende coscienza che la vera felicità è vivere quando problemi fisici o psicologici rendono evidente che la vita è meravigliosa semplicemente perché si può vivere un’esistenza libera da qualsiasi impedimento, da qualsiasi ostacolo che possa limitare l’agire umano.

“Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c’è, tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela, io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio.”

Questa meravigliosa frase di Alessandro Baricco è tratta dal capitolo 4 del Libro primo. Locanda Almayer di Oceano Mare, il romanzo di Alessandro Baricco, pubblicato per la prima volta nel 1993.

La frase di Alessandro Baricco sull’importanza di poter vivere

Alessandro Baricco ci offre un dono immenso. Le sue parole dovrebbero entrare a far parte del modo di pensare di qualsiasi persona presente sulla terra. La vita è il vero miracolo e rinunciarvi, in nome del malessere esistenziale è il più grande spreco che si possa commettere.

Il contesto della frase è quella di una ragazza Elisewin, malata di ipersensibilità e che ha paura di tutto e di tutti, ha paura di ogni cosa che la vita le presenta davanti, non riesce ad uscire dalla sua stanza, da casa sua.

Il padre il barone di Carewall, dopo essersi affidato inutilmente alla religione per guarire la figlia, tramite Padre Pluche, chiede a questi se può trovare qualcuno che possa guarire la figlia. Una possibile soluzione può fornirla la scienza e il religioso coinvolge il dottor Atterdel, un medico che è riuscito a fare dei veri miracoli.

Il medico accetta di prendersi cura della ragazza e durante il primo incontro con Elisewin, questa gli svela cosa prova, ovvero vivere l’immensa paura di tutto ciò che la circonda. La giovane si “sente morire” e sottolinea che ciò che prove non è una vera paura, ma e come se dovesse “sparire”.

“Sembra che gli occhi ti scivolino via dalla faccia, e le mani diventano come le mani di un altro, e allora tu pensi cosa mi sta succedendo?, e intanto il cuore ti batte dentro da morire, non ti lascia in pace… e da tutte le parti è come se dei pezzi di te se ne andassero, non li senti più…

insomma te ne stai per andare, e allora io mi dico devi pensare a qualche cosa, devi tenerti aggrappata a un pensiero, se riesco a farmi piccola in quel pensiero poi tutto passerà, bisogna solo resistere, ma il fatto è che… questo è davvero l’orrore…

il fatto è che non ci sono più pensieri, da nessuna parte dentro di te, non c’è più un pensiero ma solo sensazioni, capite? sensazioni… e quella più grande è una febbre infernale, è un tanfo insopportabile, un sapore di morte qui nella gola, una febbre, e una morsa, qualcosa che morde, un demonio che ti morde e ti fa a pezzi,…”

La vita è troppo bella per lasciarsela scappare

La frase di Alessandro Baricco inizia con un pensiero forte e diretto come se fosse una supplica. “Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla”.

Elisewin nel romanzo esprime al dottor Atterdel, il desiderio di vivere in modo assoluto. Le mancano quelle piccole cose comuni, che tutte le persone fanno senza neppure accorgersene, come uscire di casa, incontrare persone, anche sconosciute, entrare in un bar, in un negozio, ascoltare il rumore dell’aria aperta, vivere la natura, ecc.

Cose semplici che quando “il panico di vivere” prende il sopravvento sono dei ceri e propri miraggi. La ragazza sarebbe disposta a tutto per poter vivere.

La giovane non vuole solo “vivere”, ma vuole “tutta” la vita, senza mezze misure, “tanta da impazzirne”. Il desiderio è enorme è davvero un peccato lasciarsi sfuggire ciò che accade intorno a lei.

È disposta a qualsiasi cosa anche al dolore più atroce, pur di “guarire” dal male nascosto che limita il suo essere.

Le riflessioni che di offre Alessandro Baricco, toccano una tematica molto attuale che colpisce milioni di persone. Il mal di vivere, è una vera patologia che colpisce la psiche con degli effetti devastanti.

Il logorio della vita moderna, anziché stimolare, sembra avere come conseguenza l’immobilizzare gli esseri umani. La paura di affrontare la realtà, il sociale, gli altri è qualcosa che è sempre più diffuso.

Lo scrittore italiano, come sempre riesce, grazie alla sua genialità, a condividere cosa provano queste persone. Vivere nel panico, vivere con la sensazioni di dissolversi nel nulla è qualcosa di davvero traumatico.

Bisogna reagire e magari seguendo l’idea terapeutica del dottor Atterdel, secondo il quale la soluzione è il “mare”, lasciarsi andare e mostrare un senso di vero distacco, magari lasciandosi fluttuare dalle onde incontrollabili della vita, potrebbe essere una valida cura per tutti nessuno escluso.

Il voler controllare tutto, finisce inevitabilmente per avere l’effetto opposto, ovvero non si riesce a gestire niente e la vita sfugge, senza raccoglierne l’essenza.

Alessandro Baricco con questa frase ci dona una una dichiarazione di amore totale per l’esistenza, anche nei suoi aspetti più duri e spaventosi. La vita è bella e va vissuta.

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