Le frasi di Emil Cioran sono un antidoto al conformismo del pensiero dominante e ci offrono una visione più reale e disincantata della vita e dell’esistenza umana.
Chi è Emil Cioran?
Emil Cioran nacque a Răşinari (Sibiu, Transilvania- Romania) l’8 aprile 1911 e morì a Parigi il 20 giugno 1995. Pensatore eccentrico e solitario, vicino allo stile di Nietzsche, si è caratterizzato per i suoi aforismi e per i suoi saggi, nei quali l’ironia e il disincanto hanno toccato la psiche e il contesto sociale, storico e politico.
Emile Cioran ha sempre espresso un profondo pessimismo sulla condizione umana e un cupo nichilismo nei confronti dei valori della tradizione culturale, religiosa e filosofica occidentale.
Se si vuole approfondire la conoscenza di questo geniale autore rumeno, ecco alcuni dei suoi libri da leggere: Al culmine della disperazione, 1934; Lacrime e santi, 1937; Sommario di decomposizione, 1949; Sillogismi dell’amarezza, 1952; La tentazione di esistere, 1956; Storia e utopia, 1960; La chute dans le temps, 1964; Le mauvais démiurge, 1969; L’inconveniente di essere nati, 1973; Squartamento, 1979; Exercices d’admiration, 1986; L’ami lointain: Paris-Bucarest, 1991.
Attraverso i suoi libri si può comprendere che il tema portante della sua filosofia è l’inquietudine contemporanea. In un’epoca satura di senso obbligato e ottimismo forzato, lui rivendica il diritto all’ombra, al dubbio, alla fragilità come forme di onestà. È un autore che scava, smaschera, ma sa anche sorridere del proprio abisso. La noia, il dolore, la morte, l’inutilità, l’impossibilità della felicità, il fallimento della filosofia, la solitudine dell’essere umano, sono l’essenza della sua visione dell’esistenza umana.
Leggiamo adesso alcune delle più belle frasi di Emil Cioran tratte dai suoi libri più celebri. Di certo, quelle che proponiamo non esauriscono il pensiero di questo geniale autore, ma di certo danno il senso del suo concetto della vita e del Mondo.
Le frasi di Emil Cioran sulla vita e l’esistenza
1. Non faccio niente, d’accordo. Ma vedo passare le ore e questo è meglio che cercare di riempirle.
— L’inconveniente di essere nati
2. Più si è sofferto, meno si rivendica. Protestare è segno che non si è attraversato alcun inferno.
— Confessioni e anatemi
3. L’unico modo di salvaguardare la propria solitudine è ferire tutti, a cominciare da quelli che amiamo.
— L’inconveniente di essere nati
4. Io credo che un libro debba essere davvero una ferita, che debba cambiare in qualche modo la vita del lettore. Il mio intento, quando scrivo un libro, è di svegliare qualcuno, di fustigarlo. Poiché i libri che ho scritto sono nati dai miei malesseri, per non dire dalle mie sofferenze, è proprio questo che devono trasmettere in qualche maniera al lettore. No, non mi piacciono i libri che si leggono come si legge un giornale: un libro deve sconvolgere tutto, rimettere tutto in discussione.
— Un apolide metafisico: conversazioni
5. Quando vedo amici, ma anche sconosciuti che stanno passando momenti di angoscia, il mio consiglio è uno solo: «Andate venti minuti in un cimitero, e vedrete che le vostre pene certo non svaniranno del tutto, ma in larga parte sì»
— Un apolide metafisico: conversazioni
6. La bestialità della vita mi ha calpestato e schiacciato, mi ha tagliato le ali in pieno volo e derubato di tutte le gioie cui avevo diritto.”
— Al culmine della disperazione
7. La morte è ciò che fino a ora la vita ha inventato di più solido.
— Squartamento
8. Fallire la propria vita significa accedere alla poesia – senza il supporto del talento.”
— Sillogismi dell’amarezza
9. Se non c’è salvezza attraverso la follia, è perché non c’è nessuno che non ne tema gli sprazzi di lucidità. Si desidererebbe il caos, ma si ha paura delle sue luci.
— Al culmine della disperazione
10. La vecchiaia, in definitiva, non è che la punizione di essere vissuti.
— Squartamento
Altre 10 frasi di Emil Cioran sul senso del vivere e sopravvivere all’esistente
11. Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
— Confessioni e anatemi
12. Non è parlando degli altri, ma guardando in se stessi che si può incontrare la Verità. Ogni cammino che non conduca alla solitudine o non inizi da essa è deviazione, errore, perdita di tempo.
— Quaderni 1957-1972
13. Non contano tanto per noi gli autori che abbiamo letto molto quanto quelli ai quali non abbiamo mai smesso di pensare, che ci sono stati presenti nei momenti essenziali e che, con il loro martirio, ci hanno aiutato a sopportare il nostro.
— Fascinazione della cenere
14. Le notti in cui abbiamo dormito è come se non fossero mai esistite. Restano nella memoria solo quelle in cui non abbiamo chiuso occhio: notte vuol dire notte insonne.
— L’inconveniente di essere nati
15. Niente mi sembra più assurdo che andare da qualche parte a cercare la saggezza. Se non la trovo nella mia stanzetta sotto il tetto, non la troverò certo sulle cime dell’Himalaya.
— Quaderni 1957-1972
16. Soffrire è produrre conoscenza.
— Emil Cioran Il funesto demiurgo
17. Quando si scorge la fine nel principio si va più in fretta del tempo. L’illuminazione, delusione folgorante, dispensa una certezza che trasforma il disingannato in liberato.
— L’inconveniente di essere nati
18. Che il rimpianto sia un segno d’invecchiamento precoce? Se è vero, io sono senile fin dalla nascita.
— Il funesto demiurgo
19. Che il rimpianto sia un segno d’invecchiamento precoce? Se è vero, io sono senile fin dalla nascita.
— Il funesto demiurgo
20. Finché si è scontenti di sé non tutto è perduto.
— Quaderni 1957-1972