Le frasi di Susanna Tamaro rivelano un pensiero limpido e insieme inquieto, capace di attraversare i temi fondamentali dell’esistenza: la libertà, la solitudine, la natura, la responsabilità affettiva, il male, il tempo. La sua scrittura non offre soluzioni semplici, ma apre varchi di riflessione in cui il lettore può sostare, riconoscersi, forse trasformarsi. Questa selezione mette in luce una voce che non teme la profondità, che cerca sempre il nucleo essenziale delle cose e invita ognuno di noi a ritrovare il proprio.
10 frasi di Susanna Tamaro che ci guidano all”interno della nostra esplorazione
1.
“La libertà vera non è fare quello che ci pare, ma vivere come creature libere dalla paura.”
La libertà, per Tamaro, non è un gesto impulsivo, né il capriccio del momento. È una conquista interiore che implica responsabilità e coraggio. Essere liberi “dalla paura” significa non lasciarsi condizionare, non vivere in funzione del giudizio altrui, non permettere alle proprie fragilità di decidere al posto nostro. Una definizione severa, ma profondamente luminosa.
2.
“Mi sono spesso chiesto se la solitudine esaspera la sensibilità o se si sceglie la solitudine perché si è esasperati dalla sensibilità.”
Questa frase afferra il nodo più intimo della scrittura di Tamaro: la solitudine come spazio complesso, a volte rifugio, a volte ferita. La sensibilità non è mai neutra: può essere una lente che amplifica il dolore o una richiamata interiore che ci spinge a cercare silenzio e distanza per sopravvivere.
3.
“La vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio del tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro.”
In un mondo che idolatra la velocità, Tamaro recupera l’immagine dell’essenzialità. Non importa arrivare presto, ma arrivare bene. Il “centro” è ciò che dà senso al movimento: un valore, una vocazione, un orientamento. Senza un centro, ogni corsa è dispersione.
4.
“Che straordinario dono sono gli alberi e quante cose potremmo imparare da loro, se solo sapessimo guardarli, vederli, prestare loro l’amore e l’attenzione che si presta agli amici.”
La scrittrice rievoca il rapporto profondo, quasi spirituale, tra essere umano e natura. L’albero diventa un maestro silenzioso: stabilità, radici, mutamento continuo. Un invito a osservare con più rispetto ciò che spesso ignoriamo, e a riconoscere che il mondo naturale parla, se siamo disposti ad ascoltare.
5.
“I nonni sono considerati così accessori da non richiedere un termine che ne specifichi la perdita. Dei nonni non si è né orfani né vedovi. Per moto naturale si lasciano lungo la strada così come per distrazione, lungo la strada, si abbandonano gli ombrelli.”
Una frase amara, tra le più dolorose della selezione. Tamaro denuncia l’invisibilità degli anziani, relegati ai margini affettivi, privati perfino del linguaggio che definisce il lutto. La metafora degli ombrelli abbandonati è cruda: racconta quanto poco la società consideri chi dovrebbe invece custodire memoria e saggezza.
6.
“A volte dobbiamo perdere le cose per capire l’importanza che rivestono.”
Qui Tamaro concentra una delle lezioni universali della vita: solo nel vuoto comprendiamo il pieno. La perdita, pur dolorosa, è spesso rivelatrice. È nel momento in cui qualcosa ci manca che riusciamo a misurare il suo valore reale.
7.
“Senza solitudine, non c’è possibilità di comprendere il senso del tempo.”
La solitudine, quando scelta e non subita, diventa uno strumento di conoscenza. È nel silenzio che il tempo torna ad avere un ritmo naturale, non imposto. In questo spazio interiore si dispiega la riflessione, si sedimentano le esperienze, si dà forma alla propria consapevolezza.
8.
“Per arrivare al male basta allungare un braccio, per fare del bene è necessario uno sforzo.”
Una frase che ricorda l’etica della cura: il bene richiede intenzione, lavoro, volontà. Il male, invece, è spesso la strada più breve, la tentazione immediata. Tamaro non indulge nel moralismo, ma riconosce la fatica della gentilezza, dell’attenzione, dell’impegno verso l’altro.
9.
“Fare errori è naturale, andarsene senza averli compresi vanifica il senso di una vita.”
L’errore, nella visione di Tamaro, è un’occasione di crescita. Ciò che davvero pesa non è sbagliare, ma non imparare. Comprendere i propri errori significa assumersi la responsabilità del proprio percorso e trasformare la fragilità in conoscenza.
10.
“L’amore è attenzione.”
Una delle definizioni più potenti e minimaliste dell’autrice. L’amore non è dichiarazione, promessa, intensità astratta: è un gesto concreto. È saper guardare, ascoltare, accogliere. È presenza. L’attenzione è la forma più autentica e più difficile di amore perché richiede disciplina emozionale e disponibilità verso l’altro.
