José Saramago, scrittore portoghese premio Nobel per la Letteratura nel 1998, è stato uno degli intellettuali più lucidi e controcorrente del Novecento. Le sue opere sono labirinti filosofici, attraversati da una lingua che si fa strumento di pensiero, denuncia e poesia. Ma oltre ai romanzi, come: “Cecità” o “Il Vangelo secondo Gesù Cristo”, Saramago è anche autore di riflessioni taglienti, ironiche, profondamente umane. Le sue frasi svelano il nucleo più vero delle sue idee sul mondo, sull’uomo, sulla religione, sulla solitudine, sulla politica e sulla scrittura. In questo articolo raccogliamo dieci frasi che ci aiutano a leggere meglio la realtà e a pensare in modo più libero.
10 frasi di José Saramago sul coraggio delle idee
José Saramago non era un semplice scrittore: era un pensatore radicale, un osservatore impietoso e innamorato dell’umanità. Le sue frasi sono ponti tra etica e immaginazione, tra poesia e impegno. Leggerle significa accettare la sfida del dubbio, della complessità, della libertà.
1.
«Il mondo sarebbe molto più pacifico, se fossimo tutti atei.»
Una provocazione che rivela il pensiero laico e critico di Saramago. Lungi dal voler imporre un ateismo militante, l’autore suggerisce che la pace non nasce dalle divisioni religiose, ma dalla capacità di vivere eticamente senza bisogno di dogmi.
2.
«Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si era visto di notte.»
Un invito a guardare il mondo con occhi sempre nuovi. La vera conoscenza, per Saramago, non è accumulo, ma trasformazione del punto di vista. Ogni sguardo può aprire un orizzonte.
3.
«Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che vedono, ciechi che, pur vedendo, non vedono.»
Tratta dal suo capolavoro “Cecità”, questa frase è una delle più forti denunce alla società contemporanea: una società che ha occhi ma non vede, che assiste senza reagire, che dimentica la propria responsabilità.
4.
«La sconfitta ha qualcosa di positivo: non è definitiva. In cambio, la vittoria ha qualcosa di negativo: non è mai definitiva.»
Saramago smonta la logica binaria del successo e del fallimento. Tutto è transitorio. La vera forza è nella capacità di affrontare i mutamenti con dignità e coscienza.
5.
«Ecco cos’hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare.»
Una dichiarazione d’amore alla lingua limpida, diretta, non manipolata. In un’epoca di comunicazione ambigua, Saramago difende il valore della semplicità come onestà.
6.
«La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi.»
Una riflessione profonda sull’interiorità. La vera solitudine non dipende dagli altri, ma dalla distanza che coltiviamo da noi stessi. La compagnia più importante è quella dell’anima.
7.
«Ho passato la vita a guardare negli occhi della gente, è l’unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un’anima.»
In questi occhi si raccoglie tutta la dimensione etica di Saramago. La verità, la coscienza, l’emozione: tutto si concentra nello sguardo, luogo fragile e sacro.
8.
«Un albero geme se lo tagliano, un cane guaisce se lo picchiano, un uomo cresce se lo offendono.»
Una frase che contiene un paradosso: l’uomo, a differenza degli altri esseri viventi, può trasformare il dolore in coscienza. La sofferenza, pur crudele, può essere anche via di evoluzione.
9.
«Il tempo è il compagno che sta giocando di fronte a noi, e ha in mano tutte le carte del mazzo, a noi ci tocca inventarci le briscole con la vita.»
Una metafora intensa. Il tempo non è un nemico, ma un avversario. Non possiamo controllarlo, ma possiamo giocare con ciò che abbiamo, improvvisare e rischiare.
10.
«L’enorme carico di tradizioni, abitudini e costumi che occupa la maggior parte del nostro cervello zavorra impietosamente le idee più brillanti e innovative.»
Saramago ci invita a liberarci dai condizionamenti. La tradizione è utile solo se non diventa una prigione. Le idee hanno bisogno di aria, non di zavorre.
