10 frasi più significative di Gustave Flaubert sulla lucidtà

12 Dicembre 2025

10 frasi di Gustave Flaubert che rivelano la sua visione radicale della vita, dell’arte, dell’amore e dell’esistenza.

10 frasi più significative di Gustave Flaubert sulla lucidtà

Pochi autori hanno inciso così profondamente sul romanzo moderno quanto Gustave Flaubert, lo scrittore che ha consacrato la precisione stilistica come forma di moralità. La sua è una voce solitaria, spesso scomoda, attraversata da un’ironia tagliente e da una malinconia quasi fisica.

Con Flaubert nulla è lasciato al caso: ogni parola è una lama, ogni immagine una denuncia, ogni frase un modo per svelare le ipocrisie del suo tempo e, inevitabilmente, del nostro.

Dietro la struttura armoniosa delle sue opere si nasconde uno sguardo che osserva l’umanità con implacabile lucidità. L’amore, il desiderio, l’ambizione, la stupidità borghese, l’illusione romantica: tutto viene smontato, analizzato, ricomposto in un linguaggio che non conosce consolazioni.

Eppure, dentro questa durezza, vive anche un impulso poetico che continua a parlare ai lettori di oggi: il bisogno di verità, la necessità di un’esistenza meno superficiale, il coraggio di guardare oltre la prima immagine delle cose.

Le 10 frasi più significative di Gustave Flaubert: ferocia, lucidità e desiderio nella voce del maestro del realismo

Le frasi di Gustave Flaubert rivelano uno scrittore che non ha mai ceduto all’illusione romantica né alla banalità dell’ottimismo. La sua voce è lucida, severa, spesso spietata, ma sempre autentica. Attraverso queste citazioni emerge l’anatomia di un pensatore che ha messo il rigore al centro dell’esistenza e dell’arte, e che continua a parlarci con un’intensità sorprendentemente contemporanea. La sua scrittura non consola: scuote. E forse è proprio questo a renderla necessaria.

Le frasi

1.
“Fate attenzione alla tristezza. È un vizio.”

Una delle frasi più celebri dello scrittore, che non banalizza la tristezza, ma la identifica come una tentazione pericolosa: quella di abituarsi al dolore, di farne identità. Per Flaubert la malinconia non è una condizione nobile, ma un abisso da cui guardarsi per non smettere di agire.

2.
“Io sto morendo, ma quella puttana di Emma Bovary vivrà in eterno.”

Parole amare, pronunciate in punto di morte. Flaubert riconosce che la sua creatura letteraria, scandalo del suo tempo, lo avrebbe superato. È un confronto tra autore e personaggio, tra vita e memoria: Emma resterà impressa per sempre, nonostante la condanna sociale.

3.
“Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.”

Una dichiarazione d’amore verso la letteratura. Per Flaubert leggere non è passatempo né accumulo di sapere, ma immersione totale. Il libro diventa un’estensione della vita, un luogo in cui si impara a respirare più profondamente.

4.
“Perché voler essere qualcosa quando si può essere qualcuno?”

Frase che ribalta l’ossessione sociale per il ruolo e per il successo. Flaubert invita a scegliere l’essere all’avere, l’identità alla funzione. È un monito a non trasformarsi in ciò che gli altri si aspettano.

5.
“L’orgoglio è una bestia feroce che vive nelle caverne e nei deserti; la vanità invece è un pappagallo che salta di ramo in ramo e chiacchiera in piena luce.”

In poche righe Flaubert traccia una distinzione geniale: l’orgoglio è silenzioso, interiore, quasi ascetico; la vanità è rumorosa, teatrale, superficiale. Un ritratto sociale che resta validissimo ancora oggi.

6.
“Nel profondo del suo cuore, aspettava che accadesse qualcosa. Come i marinai naufraghi, rivolgeva uno sguardo disperato alla solitudine della sua vita, nella speranza di scorgere una vela bianca tra le lontane nebbie all’orizzonte… Ma non accadeva nulla; Dio voleva così! Il futuro era un corridoio oscuro e la porta in fondo era sbarrata.”

Una delle frasi più narrative e più struggenti. L’attesa disperata di un segno, di un cambiamento, viene descritta come un naufragio dell’anima. Per Flaubert l’esistenza non premia chi attende: il destino può restare immobile, indifferente.

7.
“La patria, probabilmente, è come la famiglia, se ne sente il suo valore solo quando la si perde.”

Flaubert riflette sul sentimento di appartenenza. Patria e famiglia diventano entità emotive: si comprendono davvero solo nella loro assenza. È un pensiero che anticipa le moderne riflessioni sulla nostalgia e sulle identità collettive.

8.
“Si può essere padroni di ciò che si fa, ma mai di ciò che si prova.”

Una frase che espone la fragilità umana. Siamo responsabili delle azioni, ma i sentimenti rimangono un territorio indomabile. Flaubert riconosce la potenza dell’inconscio prima che la psicanalisi lo codificasse.

9.
“Il denigrare quelli che amiamo ci allontana sempre un poco da loro. Non bisogna toccare gli idoli: la polvere d’oro che li ricopre potrebbe restarci attaccata alle dita.”

Qui lo scrittore indaga la dinamica tra idealizzazione e disillusione. Criticare ciò che abbiamo amato non ci libera, ma ci impoverisce. Il mito, una volta toccato troppo da vicino, perde luce e ce ne ruba un frammento.

10.
“Credo che se guardassimo sempre il cielo, finiremmo per avere le ali.”

Una delle rare frasi in cui Flaubert concede un’immagine di speranza. Guardare in alto, aspirare a qualcosa di più grande, potrebbe trasformarci. È un invito a non smettere di immaginare, pur nella sua visione spesso cupa del mondo.

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