Dino Buzzati è stato un acrobata del surreale, un cantore dell’attesa e del paradosso. Giornalista per il “Corriere della Sera”, pittore, cronista e autore visionario, ha attraversato il Novecento con uno stile inconfondibile, mescolando la realtà quotidiana con l’inquietudine del mistero e dell’invisibile. Romanzi come “Il deserto dei Tartari” e raccolte come “Il colombre” o “Sessanta racconti” ci mostrano un mondo sospeso tra il reale e l’irreale, tra la normalità apparente e l’imprevisto che rompe ogni logica.
Le sue frasi, tratte da racconti, romanzi, articoli e riflessioni, sono briciole lasciate sul cammino della coscienza: ci parlano di paura, amore, destino, bellezza e disincanto.
10 frasi di Dino Buzzati sulla bellezza della meraviglia e dell’abisso
Dino Buzzati è lo scrittore delle soglie, dell’invisibile, dell’attesa che non trova compimento. Ma proprio per questo ci aiuta a vedere oltre la superficie, a cogliere la verità dove nessuno guarda: nei sogni, nella paura, nell’amore inespresso, nella bellezza segreta della realtà.
Le sue frasi, brevi come colpi d’inchiostro, ci restano dentro come visioni. Perché parlano a quella parte di noi che non ha bisogno di spiegazioni, ma solo di essere riconosciuta.
Le frasi
1.
“Nel sogno c’è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai dalla vaga sensazione ch’è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare.”
Un amore
Nei sogni, come nei racconti di Buzzati, l’inquietudine è palpabile. Nulla è saldo, e l’illusione è sempre pronta a dissolversi. Il sogno diventa specchio della nostra precarietà.
2.
“Dentro le stanche fronti dei padroni dormienti altri sogni sono già penetrati … e sotto gli elmetti turbinano silenziosi fantasmi … trasformati in figure bizzarre ed innocue ad opera di magia.”
Il colombre
Anche i potenti, anche i guerrieri, sono attraversati dai sogni. La mente umana, perfino quella addestrata alla guerra, è fragile, permeabile alla poesia, all’assurdo, all’invisibile.
3.
“Grandi sono le soddisfazioni di una vita laboriosa, agiata e tranquilla, ma ancora più grande è l’attrazione dell’abisso.”
I fuorilegge della montagna
L’abisso, nella visione buzzatiana, non è solo ciò che spaventa: è ciò che attira. È il mistero, la possibilità, la fuga dalla noia e dall’ordine. Vivere è anche esporsi al vuoto.
4.
“Se si vuol chiamarlo sport,(l’alpinismo) è certo lo sport più nobile di tutti. Non ci sono premi né compensi in denaro; non c’è la folla che applaude …”
Raccolte varie
L’alpinismo è per Buzzati una metafora dell’esistenza: una fatica silenziosa, priva di medaglie. Un’ascensione che non cerca consensi, ma contatto con il senso profondo della vita.
5.
“Più di una volta, aveva constatato la incredibile potenza dell’amore, capace di riannodare … due sottilissimi fili che si erano persi … da un capo all’altro del mondo.”
Il deserto dei Tartari
L’amore non è un vincolo: è un’eco. Un richiamo che può percorrere il tempo e lo spazio, riannodando fili invisibili. Come il destino, come la speranza.
6.
“Grandi sono le soddisfazioni di una vita laboriosa, agiata e tranquilla, ma ancora più grande è l’ attrazione dell’ abisso .”
Qui Buzzati diventa quasi cosmologo. Tutto è collegato in un grande schema, inquietante e meraviglioso, volto alla sopravvivenza, al ciclo della vita. Un ordine che sfugge alla nostra logica.
7.
“Un indomabile impulso lo traeva senza requie, da un oceano all’altro.”
Il colombre
L’irrequietezza è un motore interiore che non ha pace. Nei personaggi buzzatiani, spesso questo impulso non è razionale, ma esistenziale : una chiamata che non si può ignorare.
8.
“Ballando il cha‑cha‑cha, gode la meravigliosa sensazione di essere libera, lieve e pura, di non appartenere a nessuno … bensì a qualcosa di più bello, alla musica, alla danza, alla poesia.”
Un amore
Un inno alla libertà interiore. Nella danza, Buzzati vede una fuga e un’estasi , un momento in cui la donna si dissolve nel ritmo e diventa parte del sublime.
9.
“Com’è curiosa la gente vista dal di fuori quando non si accorge di essere osservata.”
Il deserto dei Tartari
Lo sguardo esterno coglie ciò che l’altro ignora. C’è ironia e malinconia in questa osservazione: la verità si rivela nei gesti inconsapevoli.
10.
“Sono così triste che le montagne più di me non le si può amare.”
Un amore
Una delle frasi più struggenti di Buzzati. Il dolore diventa misura della profondità emotiva. La montagna, alta e silenziosa, è specchio di un’anima ferita ma ancora capace di amare.