Quando si pensa a “It” , il capolavoro horror di Stephen King pubblicato nel 1986, il primo pensiero corre all’iconica figura del pagliaccio Pennywise, incarnazione delle paure infantili.
Ma “It” non è solo un romanzo dell’orrore: è anche una dolorosa elegia sull’infanzia perduta, sull’amicizia, sulla resilienza e sulla forza dell’immaginazione come unica arma contro il Male.
Tra le pieghe della narrazione, King dissemina frasi memorabili, riflessioni taglienti, momenti lirici e brutali che compongono una vera e propria mappa dell’animo umano.
10 frasi tratte da It di Stephen King che raccontano il lato oscuro e struggente della crescita
“It” non è soltanto un romanzo horror: è un’epopea della crescita, una discesa nelle tenebre dell’animo umano e una riflessione potente sul tempo, la memoria, la paura.
Le frasi tratte da questo libro mostrano la capacità di Stephen King di mescolare introspezione, ironia, lirismo e terrore. La forza della parola scritta, quella che evoca immagini, che lacera o consola, è ciò che resta quando tutto il resto è buio. E forse è proprio questo il vero messaggio del romanzo: raccontare storie può salvarci, quando non c’è altro che oscurità.
Le frasi
1.
«Parti e cerca di continuare a sorridere. Trovati un po’ di rock and roll alla radio e vai verso tutta la vita che c’è con tutto il coraggio che riesci a trovare e tutta la fiducia che riesci ad alimentare. Sii valoroso, sii coraggioso, resisti. Tutto il resto è buio.»
Una delle frasi più citate e amate, simbolo della filosofia di resistenza che permea tutto il romanzo. In queste parole c’è la spinta a non lasciarsi sopraffare, a cercare una luce – anche tenue – nel buio più fitto. Il rock and roll, simbolo di giovinezza e ribellione, si fa metafora del potere di reagire e di vivere con intensità, nonostante tutto.
2.
«Si paga per quel che si ottiene, si ottiene ciò per cui si paga.»
Una frase secca, implacabile, quasi proverbiale. In It, come in molti altri romanzi di King, il prezzo da pagare per ogni azione è altissimo. La crescita, l’amore, il coraggio: nulla è gratuito. Questo ammonimento sottolinea la legge crudele ma vera che governa non solo la narrativa dell’autore, ma anche la vita reale.
3.
«La vita ha la brutta abitudine di far cambiare il sapore alle cose. È una porcata.»
King non ha mai avuto paura di usare un linguaggio diretto e spietato. Questa frase è un pugno nello stomaco per chiunque abbia provato nostalgia, disillusione o rimpianto. È una dichiarazione lucida: le cose cambiano, anche quelle che amavamo, e a volte non possiamo farci niente.
4.
«L’istinto è lo scheletro di ferro che c’è sotto tutte le nostre idee di libero arbitrio.»
Una delle riflessioni più sottili e filosofiche di It , che trascende il romanzo per toccare interrogativi esistenziali. King ci suggerisce che, per quanto ci illudiamo di essere liberi, è l’istinto, primordiale, viscerale, a guidare davvero le nostre scelte.
5.
«Il romanzesco è la verità dentro la bugia.»
Una vera e propria dichiarazione di poetica. King ha spesso sostenuto che il ruolo dello scrittore non è tanto raccontare la verità oggettiva, quanto usare la finzione per far emergere una verità più profonda. Questa frase è il manifesto della sua scrittura e della sua visione della letteratura.
6.
«La vera solitudine era di un rosso sfocato: il colore dei fanalini di coda della macchina che hai davanti, specchiati sulla strada bagnata sotto la pioggia.»
Qui King abbandona l’horror per regalarci un’immagine lirica e malinconica. Il colore rosso, la pioggia, il movimento: tutto evoca una sensazione di solitudine silenziosa e struggente. È una delle frasi più poetiche del romanzo, e mostra l’abilità dell’autore nel creare atmosfere attraverso dettagli quotidiani.
7.
«La politica cambia sempre. Le storie inventate mai.»
Una riflessione potente sul potere della narrativa. Le ideologie possono cambiare, i governi possono cadere, ma le storie, quelle vere, quelle che toccano l’animo umano, restano. King sottolinea così il valore eterno e universale della letteratura.
8.
«Non si smette di essere piccoli tutt’a un tratto, con una grande esplosione, come uno di quei palloncini pubblicitari con gli slogan.»
Una frase che racconta in modo ironico e doloroso il momento in cui si passa dall’infanzia all’età adulta. Non c’è una transizione lenta, ma una rottura improvvisa, una perdita di innocenza che ci coglie impreparati. L’immagine del palloncino pubblicitario è perfetta: gonfio, vistoso, eppure pronto a scoppiare da un momento all’altro.
9.
«Se non hai deciso di ciucciare il tubo del gas o mangiare la canna della pistola o di fare una lunga passeggiata su un pontile molto corto, ci sono cose alle quali non si può dire di no.»
Un’affermazione brutale, che parla della disperazione e della resa. Ma anche qui, tra le righe, King lascia intravedere una scelta, una possibilità: quella di continuare a vivere, anche nelle condizioni peggiori. La frase mostra il lato più cupo del romanzo, ma anche la tenacia dei suoi personaggi.
10.
«E quasi per sbaglio Eddie scoprì una delle grandi verità della sua infanzia: i veri mostri sono gli adulti.»
Forse la frase più devastante del romanzo. Dietro Pennywise, il clown, si nascondono ben altri orrori: l’abuso, il silenzio, la violenza sistemica. Con lucidità disarmante, King mette a nudo la crudeltà del mondo adulto e ci ricorda che spesso l’infanzia non è solo magia, ma anche paura e solitudine.
