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Ugo Mulas, il fotografo dell’arte e della città

Bresciano di nascita ma milanese di adozione, Ugo Mulas concepiva la sua attività di fotografo come un processo di apprendimento, applicato in particolare al territorio vissuto e al contesto urbano...

Da domani fino al 13 luglio il Museo di Santa Giulia di Brescia ospita la retrospettiva dedicata a “Ugo Mulas. La fotografia” a cura di Jean-François Chevrier

MILANO – Bresciano di nascita ma milanese di adozione, Ugo Mulas concepiva la sua attività di fotografo come un processo di apprendimento,  applicato in particolare al territorio vissuto e al contesto urbano, nel corso del quale ha sempre tenuto legate arte e conoscenza, sperimentazione ed esperienza. Questo approccio è riconoscibile in tutto il corpus della sua opera.  A poco più di 40 anni dalla sua morte, Brescia dedica al grande fotografo Ugo Mulas, nato Pozzolengo nel 1928, un importante tributo, che è anche una riflessione sul suo imprescindibile lavoro di sintesi, La fotografia (Einaudi 1973).

LA MOSTRA – Promossa da Comune di Brescia e organizzata da Fondazione Brescia Musei, la mostra che si apre domani, 16 aprile nello splendido complesso del Museo di Santa Giulia, patrimonio Unesco, è il frutto di una condivisione di intenti con l’Archivio Ugo Mulas – nelle persone di Valentina e Melina Mulas – che con la courtesy di Galleria Lia Rumma ha accolto l’invito della città e del fotografo Renato Corsini a partecipare a questo progetto. Valore aggiunto di questa occasione bresciana, la curatela critica e attenta di Jean-François Chevrier, storico dell’arte e della fotografia, docente all’Ecole nationale superieure des Beaux-Arts di Parigi, autore di numerose pubblicazioni e curatore di importanti rassegne.  

REPORTAGES E INDAGINI SULLA FOTOGRAFIA – Il percorso costruito da Chevrier attraverso una ricca selezione di fotografie tra quelle che lo stesso Mulas aveva scelto di riprodurre nel 1973, mette in relazione i tre principali filoni in cui si è espressa la sua opera: i reportages sull’arte e sugli artisti, le indagini documentarie sul contesto urbano e, infine, l’analisi degli elementi costitutivi del procedimento fotografico.  Le fotografie evidenziano come Ugo Mulas sia stato un grande osservatore e interprete delle novità apparse nel mondo dell’arte in Italia e negli Stati Uniti durante gli anni ’60. Il suo libro sulla “nuova scena artistica newyorkese” (New York: The New Art Scene, 1967), comprova che un reportage artistico può essere anche il risultato del lavoro di un critico d’arte. I suoi ritratti di artisti, spesso intenti nel loro lavoro, e gli interni d’atelier mostrano personaggi e opere, certo, ma documentano anche atteggiamenti e comportamenti.  

15 aprile 2014

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