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”Tratti e ritratti”, una mostra che propone i volti delle star del cinema

Sarร  visitabile sino al 17 novembre prossimo, presso l'Anteo spazioCinema la mostra fotografica ''Tratti e ritratti Per Alberto 23 fotografie di Fulvia Farassino...

La mostra fotografica, che propone i più bei ritratti realizzati dalla fotografa Fulvia Farassino ai grandi del cinema e della televisione, è dedicata ad Alberto Farassino, marito dell’artista

MILANO – Sarà visitabile sino al 17 novembre prossimo, presso l’Anteo spazioCinema la mostra fotografica “Tratti e ritratti. Per Alberto. 23 fotografie di Fulvia Farassino”. L’esposizione, che propone gli scatti più belli realizzati da Fulvia Farassino e curata da Cesare Colombo, racconta una vita vissuta tra festival, set e backstage iniziata con il marito Alberto Farassino, famoso critico cinematografico e giornalista di Repubblica, scomparso nel 2003.

L’ESPOSIZIONE – Fulvia Farassino ha fotografato professionalmente, dalla fine degli anni Settanta, i protagonisti del cinema, del teatro e della tv: sulle scene, sui set, nei momenti di pausa, negli incontri con la stampa, alla ribalta dei festival.  O infine nei brevi momenti di assorta solitudine.  Tra le migliaia di riprese giacenti nel suo archivio, ha voluto fare una scelta netta e scegliere solo gli scatti più rappresentativi da proporre in questa mostra dedicata alla memoria di suo marito Alberto, figura non dimenticata di storico e critico di cinema. Ha voluto privilegiare momenti ed espressioni non ufficiali, non promozionali, non risaputi.  

GLI SCATTI CHE RACCONTANO IL VOLTO Più NASCOSTO DELLE STAR
– L’artista tenta di smontare la convenzione che circonda e protegge le star: l’obbligo di confermare in chi osserva i caratteri più risaputi, costruiti lungo non brevi carriere. Probabilmente, gli editori e i giornalisti delle testate committenti esigevano da Fulvia Farassino una compilation di conferme visive: Benigni clown surreale, Chiari playboy cordialone, Kidman algida e distante. Ma lei aveva catturato anche altro nella sua camera, con continue fulminee decisioni di scatto. Aveva dribblato il sorriso stereotipo, aveva cercato e trovato altre inquadrature, con una maggior immediatezza rivelatrice. E sono proprio qui proposti, appunto, quei fulminei attimi spiazzanti. Nubi o luci impreviste sui volti, involontari tic, che riportano a possibili ‘verità’ alternative. Nel gioco degli sguardi, non solo Fulvia, ma ognuno di noi mette in gioco una propria interpretazione, che è anche una inconscia confessione, tanto che questi possono essere letti come potenziali autoritratti.

16 ottobre 2013

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