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”Tina Modotti”, a Lecce una mostra dedicata agli scatti della musa di Edward Weston

Fino al 14 dicembre 2012, presso gli spazi del Cineporto di Lecce, sarà aperta al pubblico la mostra ''Tina Modotti. Fotografa e Rivoluzionaria''. L'esposizione, curata da Reinhard Schultz, comprende una selezione di 80 opere dell'artista dal 1923 al 1930...
Il Cineporto di Lecce fino al 14 dicembre ospita “Tina Modotti. Fotografa e Rivoluzionaria”, una mostra dedicata agli scatti dell’artista ribelle e passionaria del primo Novecento

MILANO – Fino al 14 dicembre 2012, presso gli spazi del Cineporto di Lecce, sarà aperta al pubblico la mostra “Tina Modotti. Fotografa e Rivoluzionaria”. L’esposizione, curata da Reinhard Schultz, comprende una selezione di 80 opere dell’artista dal 1923 al 1930. La maggior parte delle opere riguarda il periodo messicano dell’artista, mentre la serie di ritratti raffiguranti la Modotti riguarda, invece, il periodo di Los Angeles e sono firmati da Edward Weston, inclusa anche una foto del periodo hollywoodiano sul set del film “The tiger’s coat”. Tina Modotti è stata una donna dalla vita intensa e scandalosa per il costume dell’epoca, in largo anticipo sui tempi, simbolo della nuova condizione femminile del Novecento, sulla strada dell’emancipazione e della liberazione sessuale.

UNA DONNA PASSIONARIA – D’indole ribelle, proletaria per nascita, Tina Modotti (Udine, 17 agosto 1896 – Città del Messico, 5 gennaio 1942) appartiene a quella generazione di artisti che hanno intrecciato i fili dell’impegno sociale alle cause che, nella prima metà del XX secolo, hanno condotto a nuovi modi di intendere la ragion d’essere dell’uomo contemporaneo. Attrice di teatro e cinema, fotografa, rivoluzionaria, passionaria perseguitata, musa di grandi artisti come Pablo Neruda, modella dei pittori naturalisti messicani David Alvaro Siqueiros e Pablo Rivera, figura controversa dai molti nomi e dalle molte vite, la Modotti ha avuto una grande vera passione: la fotografia. Prima messa al servizio degli ideali sociali e  poi sacrificata per la lotta politica, rivelatasi quando aveva vent’anni grazie a Edward Weston, che l’amò e ne fece la sua musa.

UN LAVORO DOCUMENTARIO – “L’opera della Modotti – scrive Blanca María Monzón nel saggio “Tina Modotti, sujeto historico” – è un paradigma della fusione tra la cultura rivoluzionaria messicana e l’estetica fotografica d’avanguardia. A tutto ciò si legarono gli ideali di uguaglianza proposti dal socialismo, la sensibilità d’artista e la capacità di sentirsi un soggetto fortemente implicato nelle dinamiche sociali; questi furono in generale gli aspetti che apportarono un “senso” alla sua vita”. La stessa Modotti così commentava il valore documentario del suo lavoro: “La fotografia per il fatto stesso che può essere prodotta soltanto nel presente e sulla base di ciò che oggettivamente esiste di fronte alla camera, si impone come il mezzo più soddisfacente per registrare la vita oggettiva in tutte le sue manifestazioni”.

9 novembre 2012

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