Il lavoro fotografico di Matteo Bastianelli cerca di svelare quella parte di realtà che è stata nascosta tra le ceneri dell’Ex-Jugoslavia
MILANO – Un viaggio nella memoria della Bosnia, attraverso il racconto della quotidianità delle famiglie musulmane colpite dalla guerra. E’ questo The Bosnian Identity, il libro fotografico edito da Postcart realizzato con le immagini di Matteo Bastianelli. Una guerra che per l’artista corrisponde a un genocidio e a una pulizia etnica. Oggi la Bosnia appare una nazione sospesa tra passato e futuro, tra spinte al nazionalismo e modernizzazione. Sofferenze, speranze e humor nero sono i tratti di una comune identità bosniaca sopravvissuta tra le ceneri dell’Ex-Jugoslavia.
FERITE APERTE – A quasi vent’anni dalla fine del conflitto interetnico e interrreligioso tra musulmani, ortodossi e cattolici, la Bosnia è un paese le cui ferite sono ancora aperte. Coniugando l’esperienza umana e quella professionale Matteo Bastianelli, fotografando luoghi persone e oggetti, racconta la triste realtà di tutte quelle persone che sono scomparse negli anni del conflitto.
FOTOGRAFIA COME MEZZO DI RIFLESSIONE -The Bosnian Identity nasce dalla necessità di non dimenticare, in questo modo la documentazione fotografica diventa mezzo di riflessione sulla realtà. “Intrecciando un lavoro di documentazione visiva con la mia esperienza personale, nell’arco degli ultimi 4 anni ho tentato di raccontare la vita dopo la morte, in un viaggio tra le pulsioni più pure e brutali dell’animo umano”, così l’autore parla del suo lavoro fotografico che, con il bianco e nero delle immagini, cerca di svelare quella parte di realtà che è stata nascosta.
L’AUTORE – Matteo Bastianelli, classe 1985, è un fotografo e giornalista freelance. Nel 2009 si diploma presso la Scuola Romana di Fotografia. Dal 2007 è impegnato nella realizzazione di documentari a lungo termine sulle condizioni sociali e le conseguenze del dopoguerra nei Balcani. Le sue fotografie sono state pubblicate su alcuni dei maggiori quotidiani e riviste nazionali e internazionali come L’Espresso, Messaggero e National Geographic Italia.
9 dicembre 2012
