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“Robert Doisneau”, a Milano una grande mostra dedicata al genio della fotografia

Inaugurata lo scorso 9 maggio ai Chiostri di Sant'Eustorgio, "Robert Doisneau" ripercorre la carriera del genio francese della fotografia attraverso 130 scatti provenienti direttamente da Parigi.

“Robert Doisneau”, la mostra

La mostra, promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Silvana Editoriale, con il patrocinio del Comune di Milano, col contributo di Fondazione Banca Popolare di Milano e di Fondazione Fiera Milano, ripercorre la vicenda creativa del grande artista francese, attraverso 130 immagini in bianco e nero, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, nell’immediata periferia sud di Parigi.

L’esposizione racconta oltre cinquant’anni di carriera di Doisneau, considerato, insieme a Henri Cartier-Bresson, uno dei padri della fotografia umanista, attraverso un percorso diviso per sezioni che analizza i suoi temi più ricorrenti e riconoscibili, dalla guerra alla liberazione, il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero: Doisneau ha saputo testimoniare uno straordinario spaccato della società del suo tempo, con sguardo attento, qualche volta divertito, ai contesti sociali modesti o svantaggiati, consegnandoci immagini nelle quali vibra sempre la vita.

Il percorso espositivo

Il percorso della mostra attraversa liberamente la sua opera mescolando temi diversi. Scatti rappresentativi e iconici si alternano a immagini meno note accostando creazioni personali e lavori su commissione: in ogni caso, indipendentemente dal soggetto, a emergere sono sempre la visione e il personalissimo spirito di Robert Doisneau.

Le fotografie esposte sono state scattate tra gli anni Trenta e Sessanta, con una predilezione per la ricchissima produzione dei decenni del dopoguerra, nonché per il bianco e nero. Sono state realizzate prevalentemente a Parigi e nella sua banlieue, luoghi privilegiati del lavoro del fotografo. L’approccio tematico dialoga con la sequenza cronologica: agli anni Trenta, segue il periodo dell’Occupazione e della Liberazione di Parigi. Tra le sequenze più emblematiche, quella dedicata all’infanzia delinea un mondo al quale l’autore si dichiara molto legato.

Le vedute della Parigi del dopoguerra lasciano il posto al mondo del lavoro, ma al centro del percorso c’è il “teatro della strada”, oggetto di molti celebri scatti, insieme alle scene di interni, dai bistrot alle portinerie parigine. Completa l’esposizione, la proiezione di un estratto dal film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille: Robert Doisneau, Le révolté du merveilleux, che contribuisce ad approfondire la conoscenza dell’uomo e della sua opera.

Un genio della fotografia

Robert Doisneau nasce il 14 aprile del 1912 a Gentilly, un sobborgo di Parigi che segnerà profondamente la sua estetica e il suo modo di guardare le cose. Diplomatosi incisore litografo alla scuola di Estienne decide di abbandonare quella strada per gettarsi nella realtà viva e cruda delle periferie, dimensione che all’epoca nessuno considerava. Sceglie poi di utilizzare un mezzo d’espressione al tempo ancora guardato con un certo sospetto: la fotografia.

Di fronte ad un quadro simile, in cui nella cultura ufficiale dominava l’ostilità e l’incomprensione per questo genere di produzione artistica, Doisneau tira diritto, spinto dalla sua voglia di guardare le cose da un punto di vista non convenzionale e profondamente convinto del valore documentale e artistico dello scatto.

Negli anni trenta sceglie dunque definitivamente che quella sarà la sua strada. Lo sforzo maggiore è quello di donare dignità e valore alla fotografia, cercando di svincolarla da una considerazione meramente ‘professionale’, occupandosi in primo luogo di soggetti che non interessavano a nessuno e che non avevano nessun valore commerciale. I suoi committenti di allora, infatti, si chiamavano Renault, Vogue, ecc. ma sono ben presto abbandonati in favore dell’Agenzia Rapho. La collaborazione con l’agenzia comincia nel 1946 e durerà tutta la vita, per quasi cinquant’anni, fino alla fine della sua vita.

 

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