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Museo a cielo aperto. La fotografia invade Brighton

Progettato per ispirare, sfidare e celebrare il mezzo più democratico della nostra epoca, il Brighton Photo Biennial edizione 2014 affronta il ruolo della fotografia attraverso differenti generi e coinvolgendo più di 45 persone tra fotografi e collaboratori...

La Brighton Photo Biennial, il più grande festival internazionale di fotografia del Regno Unito, torna per la sua sesta edizione. Per poco meno di un mese infatti, dal 4 ottobre al 2 novembre, la città di Brighton si trasforma in un museo a cielo aperto, ospitando i diversi appuntamenti che compongono il ricco calendario del festival

MILANO – Progettato per ispirare, sfidare e celebrare il mezzo più democratico della nostra epoca, il Brighton Photo Biennial edizione 2014 affronta il ruolo della fotografia attraverso differenti generi e coinvolgendo più di 45 persone tra fotografi e collaboratori (regionali, nazionali e internazionali), tutti legati da un approccio comune, scardinando così il modello sperimentato nelle precedenti edizioni che vedeva coinvolto un unico curatore. I progetti di quest’anno vertono su tre temi principali: Comunità, Collettivi e Collaborazione. Le precedenti edizioni sono state curate da Jeremy Millar (2003), Gilane Tawadros (2006), Julian Stallabrass (Memoria di Fuoco, 2008), Martin Parr (Nuovi Documenti, 2010), e Photoworks (2012), che produce anche quest’edizione del Festival.

COSA FARE – 21 mostre, un intero weekend di Masterclass con Moises Saman e Christopher Anderson dell’agenzia Magnum, per tutti gli appassionati di fotografia che vogliono ridefinire il proprio stile e al tempo stesso travalicare i propri confini; corsi per bambini e workshop per adulti.

Tra le esposizioni imperdibili, “Amore e Piombo”, che offre al visitatore uno sguardo inusuale sui tumulti che hanno sconvolto l’Italia degli anni ’70 e che sono stati raccontati da un gruppo di fotografi dell’agenzia romana TEAM Editorial Services, fondata a metà degli anni ’60 da Franco Lefèvre, esponente della Resistenza. L’esposizione, a cura di Roger Hargreaves e Federica Chiocchetti, combina fotografie, sequenze di film e passaggi televisivi, mostrando il lavoro di quei fotografi, impegnati da una parte, a paparazzare le star del cinema (in quegli anni sono stati girati La Dolce Vita e Cleopatra, per esempio) e dall’altra, a documentare le rivolte della gente, fotoreporter in prima linea tra le strade d’Italia durante gli Anni di Piombo.
Anche “Co-Optic & Documentary Photography Group” indaga gli anni ’70, stavolta quelli inglesi, celebrando i 40 anni di lavoro del gruppo Co-Optic, che ha saputo combinare la fotografia indipendente con lo stile e le forme del foto-giornalismo.
Gli studenti della Portslade e Brighton Aldridge Community Academies, in collaborazione con tre artisti (James Casey, Alex Buckley e Marysa Dowling) hanno invece creato il loro personale album di famiglia, che verrà esposto nella mostra “Looking into the family album”. immagini ironiche, colorate e giocose, che sconvolgono l’idea del ritratto famigliare ufficiale e pomposo.

1 ottobre 2014

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