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Morris Engel e Ruth Orkin, la strana coppia della Fotografia

Fino al 3 agosto al Palazzo delle Stelline di Milano è in corso la mostra fotografica ''Ruth Orkin + Morris Engel'', che intende celebrare le opere di due grandi fotografi, poco conosciuti se non ai collezionisti o agli esperti...

Si sposarono nel 1952, dopo essersi conosciuti l’anno prima alla Photo League di New York, e da quel giorno non si sono più persi di vista. Entrambi nascono come fotoreporter, ma poi vanno via via differenziando il proprio stile: Morris si dedica alla filmografia, mentre Ruth fotografa principalmente personaggi famosi e paesaggi. Ora una mostra al Palazzo delle Stelline di Milano li festeggia entrambi fino al 3 agosto

MILANO – Fino al 3 agosto al Palazzo delle Stelline di Milano è in corso la mostra fotografica ”Ruth Orkin + Morris Engel”, che intende celebrare le opere di due grandi fotografi, poco conosciuti se non ai collezionisti o agli esperti. La retrospettiva è curata da Enrica Viganò in collaborazione con l’agenzia Admira, che realizza mostre ed eventi culturali nel campo della fotografia. 

LA MOSTRA – La retrospettiva fotografica “Ruth Orkin + Morris Engel” intende rivelare il legame sotteso tra fotografia e cinema, ambiti in cui entrambi i protagonisti si sono cimentati, segnando il panorama artistico internazionale dagli anni ’40 ai ’70. Il percorso espositivo della mostra è uno specchio in grado di riflettere l’eclettismo dei protagonisti, attraverso 60 fotografie di Ruth Orkin e Morris Engel che ripercorrono i momenti salienti della carriera fotografica dei due e offrono significativi esempi della trasformazione dei rispettivi linguaggi espressivi nel corso degli anni. Lei cresciuta a Hollywood e con uno spirito avventuriero che la porta a girare il mondo, lui cresciuto a Brooklyn, ma entrambi appassionati di fotografia, si incontrano a New York nel 1951 alla Photo League, votata a dare forma visibile all’ambiente proletario della città, scopo raggiunto coniugando la pratica della street photography agli obiettivi della documentazione sociale. Nella fotografia di documentazione sociale mossero i loro primi passi Ruth Orkin e Morris Engel, per poi dedicarsi principalmente lei ai ritratti di celebrità e alle fotografie di paesaggio di New York, lui alla filmografia.

STILI A CONFRONTO – Provenienti da due mondi completamente diversi ma incontratesi per caso alla Photo League di New York, una delle associazioni di fotografi più rivoluzionarie del momento, nella mostra milanese Ruth Orkin ci offre ritratti di personaggi famosi e scatti di gente comune, mettendone in luce l’universo emozionale. I personaggi famosi appaiono senza la maschera della celebrità, offrendosi allo spettatore in tutta la loro naturalezza; e allo stesso modo la gente comune si offre involontariamente all’obiettivo mostrando la propria vita, con tratti di profonde emozioni. Due mondi a confronto, la frivolezza borghese e la dignità della gente comune, mostrati con capace ironia e leggerezza. Scene di vita della “Grande Mela” come fotogrammi di un lungometraggio, dove gli attori sono protagonisti a loro insaputa e le tante vite narrate nella scenografia non si incontrano mai. Senza dimenticare la sua opera più famosa, American Girl in Italy, scattata a Firenze nel 1951, che ha conquistato gli annali della storia della fotografia come secondo poster più venduto al mondo. Alle fotografie di Ruth Orkin si affiancano quelle di Morris Engel. Le sue opere sono uno dei massimi esempi di fotografia documentale: il suo sguardo è orientato all’ambiente che lo circonda, fissando nello scatto momenti di vita comune in corso di svolgimento e suggerendo allo spettatore una riflessione sullo stato della società americana di quegli anni. Set privilegiato è la “strada” con cui Engel si relaziona e si riconosce catturando, con sguardo comprensivo e illuminante, scene di vita quotidiana. Una serie di immagini sono dedicate a Fred e Rebecca, un piccolo lustrascarpe e una bimba di Harlem: Engel entra nelle vite dei due bambini e li segue nelle loro attività quotidiane, svelando, senza indulgere in sentimentalismi, la magia dell’infanzia. Non è un caso se François Truffaut affermò che, senza il lavoro di Engel, la storia del cinema non avrebbe mai visto nascere il movimento della Nouvelle Vague e il suo capolavoro “I 400 colpi” non sarebbe mai esistito.

IL COMUNE AMORE PER IL CINEMA – Nel 2006 Mary Engel ha voluto inaugurare l’Orkin/Engel Film and Photo Archive che unisce e accosta il lavoro cinematografico e fotografico di entrambi i genitori, presentato per la prima volta a Milano. Durante l’esposizione verranno proiettati sia i due lungometraggi realizzati dalla coppia: Little Fugitive (1953), pluripremiato e presentato a Venezia Classici lo scorso settembre, e Lovers and Lollipops (1955); sia i due documentari realizzati da Mary Engel sui genitori: Ruth Orkin: Frames of Life (1995), premiato al Sundance Film Festival nel 1996, e Morris Engel: The Independent (2008), premiato al Turner Movie Classics nell’aprile 2009. Vibranti tributi alla vita e alla carriera di questa eclettica coppia d’artisti.

24 luglio 2014

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