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Massimo Pesci, ”La fotografia è lo strumento migliore per comunicare le bellezze locali della nostra terra”

La fotografia è lo strumento più efficace per comunicare l'emozione di trovarsi in un dato territorio, migliore di qualsiasi descrizione storica o informazione tecnica. E' quanto dichiarato da Massimo Pesci, vice presidente di Tesori del Lazio, l'associazione culturale nata nel 2011 allo scopo di comunicare le bellezze più nascoste ma non per questo meno interessanti della Regione Lazio...

Il vice presidente di Tesori del Lazio racconta come è nata l’associazione che pone al centro della sua comunicazione la fotografia e illustra quanto siano importanti le immagini per comunicare la bellezza di un territorio

 

MILANO – La fotografia è lo strumento più efficace per comunicare l’emozione di trovarsi in un dato territorio, migliore di qualsiasi descrizione storica o informazione tecnica. E’ quanto dichiarato da Massimo Pesci, vice presidente di Tesori del Lazio, l’associazione culturale nata nel 2011 allo scopo di comunicare le bellezze più nascoste ma non per questo meno interessanti della Regione Lazio. Massimo Pesci racconta come è nata e si è sviluppata l’associazione e quali sono gli scenari futuri.

 

Da cosa nasce questo progetto?
Fondamentalmente, dall’osservazione di un patrimonio artistico, storico e culturale che si definisce “minore”, soprattutto se confrontato nel Lazio con quello di altre città, una su tutte Roma. In realtà, questi beni  costituiscono non solo un patrimonio storico enorme, ma un potenziale attrattore di turismo e di cultura, in realtà non sfruttato e che, quando viene promosso, è fatto in maniera frazionata; è solitamente il piccolo comune, infatti, a tentare di promuovere il suo patrimonio, in maniera frammentata con singole iniziative. Se il turista che si reca nel Lazio vuole uscire dagli itinerari più gettonati, per i quali le offerte turistiche sono sempre uguali, egli grazie alla nostra associazione può cercare itinerari alternativi su internet, scoprendo cosa c’è da vedere  in un particolare paese.

A chi vi rivolgete in particolare?
E’ un servizio rivolto a chi ha curiosità e vuole indagare. Il nostro target è rappresentato principalmente da tutti coloro che sono interessati alla cultura. La nostra idea è portare all’attenzione in maniera semplice un patrimonio inestimabile, che può rappresentare una fonte di reddito enorme per i centri meno noti. Partendo da questa constatazione, abbiamo messo a frutto anni di conoscenza e l’amore per la fotografia, iniziando a mettere on line un archivio, prima su facebook e poi su un sito apposito, consistente oggi in oltre 25mila fotografie con relative informazioni capaci d’incuriosire le persone.

 

Quale rilevanza ha la fotografia per la valorizzazione di un territorio locale?
La fotografia è ancora adesso lo strumento che funziona di più, soprattutto se vogliamo avvicinare un utente non esperto, in quanto non occorre trasmettergli  la nozione di un luogo, l’informazione tecnica o il valore storico, ma occorre comunicargli una sensazione, fargli capire quanto sarebbe bello trovarsi lì, in quel paese, in quel preciso contesto. Oggi, la fotografia è lo strumento che funziona di più. Le tecnologie forniscono strumenti sempre più avanzati, ma la fotografia resta l’oggetto di condivisione più semplice, da veicolare anche sui social, che ci permette d’immaginare quello che vogliamo trasmettere e provare a renderlo. Non è tanto la foto più bella, ma quella capace di trasmettere la sensazione che noi vogliamo, garanzia di ciò che è possibile trovare in un determinato posto. E’ anche per questo che decidiamo di non ritoccare le nostre foto.

Quali sono i progetti futuri dell’associazione?
L’idea sarebbe quella di realizzare un’applicazione originale, diversa dalle altre, che interagisca con l’utente man mano che si viaggia, suggerendo delle deviazioni attraverso la fotografia e che dia la possibilità al turista di commentare ed esprimere un parere personale nei confronti dell’itinerario. In questo modo, chiunque interagisce col social ha la possibilità di scoprire qualcosa d’interessante che magari si trova dietro l’angolo ma di cui s’ignorava l’esistenza.

 

24 ottobre 2012

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