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Marco Schifano, il fotografo che ama le nature morte dal sapore rinascimentale

Una trentina di immagini costituiscono il corpus della mostra ''Marco Schifano'', che inaugura il prossimo ottobre presso lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano, fortemente caratterizzate da un'elevata precisione...

Dal 1 ottobre, lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano presenta la personale del giovane fotografo Marco Schifano, le cui immagini sono in bilico tra la pittura fiamminga, il mondo del cinema e quello del teatro

MILANO – Una trentina di immagini costituiscono il corpus della mostra ”Marco Schifano”, che inaugura il prossimo ottobre presso lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano, fortemente caratterizzate da un’elevata precisione formale e da un notevole gusto compositivo. 

LA MOSTRA – Pur lavorando con gli strumenti fotografici, Marco Schifano si muove seguendo una manualità antica, come un maestro rinascimentale o come un pittore fiammingo, ricostruendo con maniacale accuratezza le scene che sono oggetto delle sue opere. In bilico tra fotografia, montaggio filmico e pittura, queste immagini si accostano però anche al meccanismo della drammatizzazione teatrale e rappresentano sia la soggettività propria dell’artista, sia l’aspirazione all’oggettività dei singoli particolari. I soggetti comprendono animali, siano essi comuni (capre, oche, rane), o rari e feroci (leoni, armadilli, coccodrilli, avvoltoi) e vegetali (piante, fiori, frutta) che Schifano combina con oggetti inanimati come suppellettili, bicchieri in cristallo, argenterie, strumenti musicali, scranni neo-gotici, e molto altro, in una sorta di dialogo continuo che porta a interagire sullo stesso piano cose inanimate e soggetti viventi, in un sottile gioco tra realtà e finzione.

Con questo suo modo di operare, Marco Schifano si pone al di fuori del comune sentire artistico: dove si predilige la provocazione o l’elemento spettacolare e concettuale, lui risponde con immagini colte, costruite con un profondo senso della bellezza e della composizione, una rilettura in chiave contemporanea della tradizione pittorica della natura morta.

1 settembre 2014

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