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L’incanto delle Donne del Mare, le donne pescatrici dell’isola di Hèkura ritratte negli scatti di Fosco Maraini

Inaugura il 20 giugno la mostra ''L'incanto delle Donne del Mare. Fosco Maraini. Fotografie. Giappone 1954'' presso il MAO di Torino, il Museo d'Arte Orientale. Nel 1954, in uno dei suoi numerosi viaggi...

Il MAO, Museo d’Arte Orientale di Torino presenta una selezione di fotografie scattate in Giappone da Fosco Maraini, celebrando, a dieci anni dalla sua scomparsa, uno degli intellettuali italiani più appassionati del mondo orientale e in particolare delle tradizioni della cultura giapponese

MILANO – Inaugura il 20 giugno la mostra ”L’incanto delle Donne del Mare. Fosco Maraini. Fotografie. Giappone 1954” presso il MAO di Torino, il Museo d’Arte Orientale. Nel 1954, in uno dei suoi numerosi viaggi nella terra del Sol Levante, Fosco Maraini realizzò un servizio fotografico sulla tribù delle Ama, letteralmente le Donne Del Mare, cioè le donne che praticano la pesca tradizionale subacquea in apnea. L’esposizione si avvale del patrocinio del Consolato Generale del Giappone di Milano e della Japan Foundation, Istituto Giapponese di Cultura di Roma, oltre che della collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano.

LA MOSTRA – La mostra in cui sono esposte una trentina di fotografie, sarà arricchita dalla proiezione del cortometraggio realizzato da Maraini e più volte proiettato negli anni seguenti alla sua realizzazione, che è stato considerato per lungo tempo perduto sino al recupero e al restauro avvenuto grazie all’intervento del Museo delle Culture di Lugano, con cui il MAO collabora. Insieme agli scatti saranno esposte anche le attrezzature realizzate appositamente su indicazione di Maraini per le riprese subacquee e una selezione di volumi conservati presso il Gabinetto Scientifico e Letterario G.P. Vieusseux, che detiene e promuove, per volontà testamentaria dello stesso Maraini, il suo patrimonio fotografico e librario. Ad arricchire l’esposizione del Museo d’Arte Orientale, vi sarà inoltre una selezione di stampe xilografiche giapponesi (ukiyo-e) raffiguranti delle Ama.

LE AMA – La parola ama significa letteralmente “donna del mare”. Secondo la tradizione giapponese, questa figura esiste da circa duemila anni, anche se sta lentamente scomparendo. Le ama sono note per la pesca delle perle, ma soprattutto per le immersioni in cerca dei frutti di mare come le alghe, le aragoste, i polpi, i ricci di mare, o gli awabi, un tipo particolare di mollusco. Sulle Isole Hèkura e Mikurìa, al largo delle coste occidentali del Giappone, la pesca degli awabi era un compito tradizionalmente riservato alle donne, che la praticavano in apnea sui fondali davanti all’isola, in alcuni casi profondi anche venti metri. Il reportage di Maraini mostra le pescatrici Ama, donne dai corpi giovani e atletici, rivestite con l’indumento tradizionale, il kuroneko, mentre svolgono il loro lavoro quotidiano, che consisteva nell’immergersi in mare in apnea fino a 20 metri di profondità, utilizzando una lama ricurva per staccare il mollusco e portarlo in superficie per posarlo in un cesto galleggiante. Un mondo sconosciuto e una tradizione destinata a scomparire per sempre. Oggi esistono ancora poche donne, ormai anziane, che praticano questa pesca, ma con attrezzature diverse e moderne. Per questo il lavoro di Fosco Maraini, oltre all’innegabile qualità delle fotografie, è considerato una fondamentale testimonianza di un mondo scomparso.

FOSCO MARAINIFosco Maraini (1912-2004) è stato un antropologo, fotografo, scrittore, poeta e instancabile viaggiatore, e nel 1954 realizzò uno splendido servizio fotografico nelle isole di Hèkura e Mikurìa (Hegura e Mikuriya), al largo delle coste occidentali del Giappone, dove vivevano e lavoravano gli Ama, gruppo etnico di pescatori, dai tratti culturali originali. Da sempre appassionato di atlanti, fin da bambino, gli fu naturale guardare verso l’Oriente, sviluppando così quell’attrazione – nata forse anche per contrasto verso un certo ‘etnocentrismo’ fiorentino – che lo avrebbe mosso sempre verso l’estero. Gli interessi culturali di Maraini, tra cui la fotografia, convivevano e s’intrecciavano con il desiderio di avventura e con l’attrazione per il mondo naturale che furono all’origine, in particolare, della sua passione per la montagna, che lo condusse a diventare anche alpinista. Maraini viaggiò molto, soprattutto verso l’est del mondo, in India, Tibet, Libano, Siria, per poi stabilirsi con la famiglia in Giappone. Praticamente dopo ogni viaggio, pubblicava libri e reportage, poiché la fotografia era ormai diventata per lui uno strumento di indagine imprescindibile, tanto quanto la scrittura, in un tutto unitario di immagini e parole.

13 giugno 2014

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