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L’Aquila di Mastrorillo in mostra alla Leica Galerie Milano

Alla Leica Galerie Milano da domani sarà in mostra il progetto fotografico del fotoreporter torinese Massimo Mastrorillo sul terremoto de L’Aquila. L’esposizione nasce dall’esigenza di mostrare quello che i più si rifiutano di vedere e che i media non hanno mai voluto raccontare.

MILANO – Uno sguardo disincantato e una voce che vuole urlare. Sembrano essere questi i due aspetti che hanno dato vita al progetto di Massimo Mastrorillo, fotoreporter italiano che, dopo essere tornato a L’Aquila per circa 6 anni, passando dalla documentazione del post-terremoto, avvenuto nel 2009, ha realizzato una ricerca visiva che si sofferma su una zona d’ombra, dove un mondo ora inabitabile sembra riprendere vita. Domani sera, alle 18.30, presso la Leica Galerie Milano, si inaugura la mostra “Aliqual” di Massimo Mastrorillo, a cura di 3/3 e realizzata in collaborazione con D.O.O.R.

SFALDARE LE CERTEZZE – “Laquilalaquilalaquilaaliqualaliqualaliqual”: c’è un gioco molto semplice che consiste nel ripetere una parola in continuazione fino a che il suo senso si sfalda e diventa un qualcosa di misterioso, qualcosa che ci fa perdere l’orientamento e ci dà la possibilità di immaginarci in un mondo che improvvisamente è diventato altro. Il ribaltamento del senso stesso della realtà viene espresso fin dal titolo in cui le lettere si mescolano e si confondono in una specie di gioco combinatorio che apre le porte di una città animata da una visione lontana e alienata, moderna versione dei viaggi morali di Gulliver.

FRAMMENTI DI VITA – Lasciandosi alle spalle l’arcipelago delle nuove periferie costruite dopo il sisma, Massimo Mastrorillo ritorna nel centro della città, ma questo avvicinarsi lo porta all’interno una dinamica centrifuga: frammenti e rovine sembrano prender vita, come in un improbabile futuro distopico che si fa metafora di una crisi di più ampia portata, oltre gli effetti di un evento –il terremoto- ancora lontano dall’essere superato. In un tempo ormai sospeso, il confronto con il futuro prende la strada di un’esplorazione impossibile da realizzare col linguaggio della documentazione e si avventura in registrazioni quasi automatiche, fatte di colori, linee, geometrie. Un’improbabile misurazione del caos che tenta di ricostruire, nel continuo scomporsi e ricomporsi di forme, nuove possibilità di esistenza.

MOSTRARE LA VERITA’ – La mostra costituisce inoltre l’occasione per il lancio della campagna di crowdfundig finalizzata alla pubblicazione dell’omonimo libro. Nato dall’esigenza di mostrare quello che i più si rifiutano di vedere e che i media non hanno mai voluto raccontare, ALIQUAL non è soltanto un libro, è un flash puntato sulla sospensione nella quale le persone comuni sono spesso costrette a vivere in virtù della globalizzazione, delle scelte economiche e politiche nelle quali la loro voce resta spesso inascoltata. È una storia che riguarda tutti noi ed è importante che venga sostenuta e diffusa, perché un terremoto può distruggere le case, ma le radici le può distruggere solo l’uomo.

MASSIMO MASTRORILLO – Ha lavorato principalmente a progetti fotografici a lungo termine dedicandosi all’analisi delle profonde conseguenze dei conflitti e dei disastri naturali nella società.
Tra i suoi principali progetti: “Mozambique, a nation in balance between poverty and dream””, “Indonesia: Just Another Day”, “The Width of the Line “White Murder”, “Bosnia and Herzegovina: if Chaos awakens the Madness”, “Life after Zero Hour”, “Aliqual”. Tra i suoi premi: World Press Photo, Pictures of the Year International (terzo premio Magazine photographer of the year) e Best of Photojournalism (terzo premio Magazine photographer of the year), PDN Photo Annual, International Photographer of the Year al 5th Annual Lucie Awards, il Sony World Photography Awards and l’Aftermath Grant (finalista nel 2011), nomination per il premio Pictet 2009 “Earth” e 2015 “Disorder”.
Attualmente Mastrorillo sta lavorando a: “The Sea is Us”, un progetto sui beni confiscati alle organizzazioni criminali mafiose in Italia, selezionato tra i finalisti del premio Vevey Images 2015. E’ stato Talent Manager dell’agenzia LUZ e fondatore e docente della Luz Academy. E’ Leica Ambassador e docente presso la Leica Akademie e la Scuola Romana di Fotografia. E’ uno dei fondatori di D.O.O.R., una factory romana che lavora con la fotografia, le arti visive e il publishing.

3/3 – Nasce al Pigneto a Roma dall’incontro di Chiara Capodici e Fiorenza Pinna.
Dal 2009, 3/3 ha curato una serie di mostre e pubblicazioni fra cui Marco Lachi, Fabio Barile e Penny Klepuszewska, elaborato il progetto di poster e manifesti per il Sochi Project, curato la prima personale in Italia di Joel Sternfeld e realizzato una serie di workshop legati all’editoria, con Rinko Kawauchi, Anouk Kruithof, Rob Hornstra e Joachim Schmid. Nel 2010 ha avviato il progetto Little big press, una mostra annuale, una biblioteca e una libreria itinerante dedicata all’editoria fotografica indipendente e autoprodotta. Sempre nel 2010 inizia la sua collaborazione con la fiera MIA – Milano Art Image, come parte del comitato scientifico e responsabile del settore editoria.
Nel 2011 ha collaborato con Officine Fotografiche per la realizzazione della VI edizione di Obbiettivo Donna e per il secondo anniversario del terremoto de L’Aquila ha curato il progetto Temporary? Landscapes di Massimo Mastrorillo. In occasione della X edizione di Fotografia – Festival internazionale di Roma, ha curato la collettiva Mizu no Oto, con Asako Narahashi, Rinko Kawauchi, Lieko Shiga, Yumiko Utsu e Mayumi Hosokura, e un focus sull’editoria giapponese.
Nel 2012 ha curato insieme ad Annalisa d’Angelo e Stefano Ruffa le mostre Lost&Found –Family photos swept by 3/11 East Japan (FotoGrafia XI) Tsunami e Life After Zero Hour (SI Fest e FotoGrafia XI) del collettivo Mastodon (Massimo Mastrorillo e Donald Weber), curato la mostra e il libro d’artista Vorrei tra le mie mani il tuo viso che è terra (come terra), di Daniele Cinciripini (Fotoleggendo 2012) e realizzato il progetto editoriale del libro Saluti da Pinetamare, di Salvatore Santoro.
Sempre nel 2012, ha iniziato a insegnare in una serie di corsi dedicati all’editing e la storia del libro fotografico presso Officine Fotografiche.
Nel 2013 ha realizzato il progetto editoriale del libro Sometimes I cannot Smile, di Piergiorgio Casotti, del volume In Bloom, di Eleonora Calvelli per la casa editrice Postcart, ha curato la mostra Saluti da Pinetamare, di Salvatore Santoro (Cortona on the Move e Fotoleggendo) e iniziato a curare per Camera21 la collana Storie di Roma, di cui sono usciti i primi 2 volumi: La città nascosta, di Bruno Tobia, con un racconto di Fabio Stassi e Rome LOVE, di Simona Filippini, con un racconto di Igiaba Scego.
Nel 2014 realizza la prima di una serie di fanzine dedicate al progetto The Narrow Door di Massimiliano Tommaso Rezza e ne cura la mostra per Fotografia Europea. 3/3 è photoeditor di LAZLO, un magazine tematico indipendente.

D.O.O.R. – Nel cuore di Roma, di fronte al Gazometro, D.O.O.R. è uno studio polifunzionale per l’ideazione, la realizzazione e la diffusione della cultura visiva. Una porta che diventa spazio. Uno spazio che diventa factory con l’ambizione di condividere competenze per creare progetti innovativi.

 

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