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”La vita e nient’altro”, la prima retrospettiva del fotoreporter Uliano Lucas

Ha inaugurato ieri sera, presso lo Spazio Arte di Sesto San Giovanni la prima retrospettiva dedicata al grande fotoreporter Uliano Lucas, che propone oltre 200 immagini che ripercorrono la carriera del fotogiornalista...

Sarà visitabile sino al 22 dicembre prossimo la prima retrospettiva dedicata al grande fotogiornalista che, attraverso 200 scatti, ne ripercorre la carriera

MILANO – Ha inaugurato ieri sera, presso lo SpazioArte di Sesto San Giovanni la prima retrospettiva dedicata al grande fotoreporter Uliano Lucas, che  propone oltre 200 immagini che ripercorrono la carriera del fotogiornalista. La mostra, inserita all’interno delle manifestazioni di Bookcity, è promossa dalla città di Sesto San Giovani e dalla Fondazione Isec, e sarà visitabile sino al 22 dicembre prossimo.

IL PERCORSO ESPOSITIVO – L’esposizione propone oltre 200 immagini che ricostruiscono percorsi tematici e stilistici, interessi, sensibilità, legami culturali di questo protagonista del fotogiornalismo italiano. Nel percorso espositivo, anche attraverso il ricorso a pagine di giornali, manifesti e libri, la sua storia e le sue fotografie si inseriscono nel contesto del sistema dell’informazione italiano degli ultimi cinquant’anni e di una stagione politica e culturale che ha scoperto la fotografia come strumento di impegno e testimonianza.

LA PRIMA FOTOGRAFIA DI LUCAS – La mostra racconta dunque il debito di Lucas verso il mondo intellettuale della Milano della fine degli anni Cinquanta e l’influenza da esso esercitata sulla ricerca formale delle sue prime fotografie e sulla sua stessa scelta di dedicarsi al fotogiornalismo. Segue la svolta rappresentata dai profondi cambiamenti sociali e di costume e dalle battaglie politiche e civili degli anni Sessanta e Settanta che portano alla nascita di un nuovo modo di raccontare del fotogiornalismo italiano. Non manca inoltre la testimonianza dell’impegno ventennale di Lucas in un’indagine sui problemi della propria società, che trae nutrimento dalle idealità del periodo, dall’associazionismo diffuso di un mondo che si dedica con passione a comprendere il proprio tempo e ad affermare i diritti dell’individuo.

LA SVOLTA DEGLI ULTIMI ANNI – Si arriva poi al nuovo stile con cui, in un contesto storico radicalmente mutato e in un diverso sistema dell’informazione, Lucas racconta le trasformazioni del presente, il cambiamento antropologico determinatosi con i nuovi indirizzi economico-sociali degli anni Novanta, attraverso una ricerca estetica influenzata anche dalle tendenze del linguaggio visivo degli ultimi anni. Ne emerge un viaggio attraverso le scelte espressive, lo sguardo, la poetica personalissima di un fotografo che ha cercato di raccontare storie, problemi, realtà spesso lasciate ai margini del sistema dell’informazione; e al contempo un percorso che attraverso i suoi occhi, i suo viaggi e i suoi incontri, ci parla di altre voci e altri luoghi, fuori e dentro noi stessi.

L’ARTISTA – Formatosi giovanissimo nell’ambiente di Brera, ormai storico luogo d’incontro di artisti, giornalisti e fotografi della Milano anni Sessanta, Uliano Lucas ha collaborato, sempre come fotoreporter free-lance, con settimanali e quotidiani italiani ed esteri, dedicandosi a lunghi progetti d’indagine fotografica spesso sfociati in libri. Ha seguito le trasformazioni sociali e culturali dell’Italia dagli anni del miracolo economico ad oggi e ha documentato importanti processi storici: l’immigrazione in Italia e all’estero, la decolonizzazione dell’Africa e le guerre di liberazione in Angola, Guinea Bissau, Mozambico ed Eritrea. Ha raccontato l’instabilità politica del Medio Oriente, la contestazione studentesca, gli anni del terrorismo, la scena politica e culturale italiana, la dissoluzione dell’ex-Jugoslavia. Per trent’anni ha seguito l’evoluzione della questione psichiatrica, dalla battaglia per l’abolizione dei manicomi alla lenta conquista di una libertà e normalità di vita da parte dei pazienti dei centri di salute mentale. Così come ha documentato i cambiamenti nel mondo del lavoro dalle realtà industriali degli anni Sessanta a quelle della postmodernità. È stato insomma osservatore e narratore attento della società e delle sue contraddizioni.

22 novembre 2013

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