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La New York degli anni Trenta raccontata negli scatti di Berenice Abbott

La Galleria Carla Sozzani ospiterà, dal 10 novembre al 6 gennaio prossimi la mostra ''Berenice Abbott'', la quale propone una selezione di fotografie della grande fotografa statunitense...
Inaugurerà il prossimo 9 novembre la mostra fotografica interamente dedicata alla carriera di una delle più grandi fotografe statunitensi di tutti i tempi, Berenice Abbott

MILANO – La Galleria Carla Sozzani di Milano ospiterà, dal 10 novembre al 6 gennaio prossimi la mostra “Berenice Abbott”, la quale propone una selezione di fotografie che svelano l’unità e la ricchezza del lavoro della grande fotografa statunitense, e l’influenza che il suo stile ha avuto nei campi della ritrattistica, del panorama urbano e della fotografia scientifica.

L’ESPOSIZIONE – Berenice Abbott è una delle figure più influenti della fotografia americana del ventesimo secolo. Ha dedicato la sua lunga carriera alla fotografia, passando dal documentario al realismo fotografico. Nella mostra saranno visibili tutte le immagini più significative di Berenice Abbott, che sono precise rappresentazioni del mondo reale, realizzate con esattezza e precisione scientifica.

SCATTI ARTISTICI DI UNA NEW YORK ANNI TRENTA  – La carriera della Abbott iniziò niente meno che al fianco di Man Ray, e che si orientò in questo primo periodo verso la ritrattistica.  Nel 1929 progettò e realizzò il suo lavoro più conosciuto e influente, “Changing New York”. Concepito come una documentazione su New York e come interpretazione artistica, la Abbott colse i cambiamenti di una metropoli in evoluzione dopo la Grande Depressione. Il contrasto fra il passato, il presente e l’adattamento alla modernità fu accentuato dall’alternarsi di uno stile documentario, diretto e frontale, ad una nuova visione estetica caratterizzata da una particolare attenzione ai dettagli e dalle prospettive audaci.

LA FOTOGRAFIA SCIENTIFICA – Nel 1939 Berenice Abbott iniziò il suo più ambizioso progetto: fotografare i fenomeni scientifici. In qualità di photo-editor della rivista Science Illustrated, condusse una serie di ricerche e sviluppò nuovi apparecchi fotografici e metodi di illuminazione. Alla fine degli anni Cinquanta realizzò per il Massachusetts Institute of Technology una serie di illustrazioni sui principi della meccanica e della luce. Rifacendosi ai suoi esperimenti parigini degli anni Venti, in particolare alla tecnica del rayogramma di Man Ray, produce delle immagini che ancora oggi sono un raro esempio di come un meticoloso lavoro documentario al servizio della ricerca e della scienza possa raggiungere, attraverso inedite forme astratte, altissimi livelli artistici.

15 ottobre 2013

 
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