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La fotografia di Robert Capa e la sua leggenda, raccontante in un esclusivo volume

Dare una versione diversa della vita di uno dei fotoreporter più celebri di tutti i tempi. E' questo ''Robert Capa. Tracce di una leggenda'', il nuovo titolo della serie Logos edito da Contrasto, dedicato a uno dei più grandi fotografi del XX secolo, tra i fondatori della Magnum Photos...

Esce oggi per Contrasto il libro dedicato uno dei più grandi fotografi del XX secolo, che con la sua Rolleiflex è stato testimone di cinque diversi conflitti bellici

MILANO – Dare una versione diversa della vita di uno dei fotoreporter più celebri di tutti i tempi. E’ questo “Robert Capa. Tracce di una leggenda”, il nuovo titolo della serie Logos edito da Contrasto, dedicato a uno dei più grandi fotografi del XX secolo, tra i fondatori della Magnum Photos. Autori del libro Bernard Lebrun, inviato speciale per France 2 per ventidue anni, corrispondente di guerra in Iraq, ex Jugoslavia e in Afghanistan, corrispondente da Londra negli anni ’90, e Michel Lefebvre, un giornalista di Le Monde, capo redattore di Historie dans Le Monde Magazine.

 

COME POLLICINO – Così gli autori del libro spiegano il loro omaggio al fotografo ungherese. “Non abbiamo voluto scrivere una nuova biografia, ma abbiamo tentato di dipingere il personaggio in modo diverso, con tocchi successivi. Come Pollicino Capa ha lasciato dei sassolini bianchi che chiariscono le zone d’incertezza e le parti in ombra. Ha cosparso il mondo – perché il mondo era il suo territorio di caccia – di segni, tracce, foto, pubblicazioni, amici e nemici”.

 

IL PIU’ GRANDE FOTOGRAFO DI GUERRA – Anche se apparentemente è stato detto di tutto della vita di Robert Capa, Bernard Lebrun e Michel Lefebvre, attraverso una serie di documenti inediti, realizzano un affascinante ritratto del “più grande fotografo di guerra”. Foto, lettere, pubblicazioni, copertine e riviste, per un totale di oltre 300 documenti, ci permettono di scoprire in maniera più approfondita il lavoro di Capa e l’uomo straordinario che è stato. La sua storia è suddivisa in tre momenti principali: prima André, il rifugiato ungherese a Parigi (1933-1935); poi Robert, il fotografo di guerra in Spagna (1935-1939); e infine Bob, il più francese dei giornalisti americani (1939-1954).

 

TESORO DA ESPLORARE – “57 anni dopo la morte – affermano Bernard Lebrun e Michel Lefebvre –  l’opera e la vita di Robert Capa sembrano le tombe dei faraoni: ce n’è sempre una da esplorare! Gli archeologi – o meglio i ‘capologi’ – non mancano, basta verificare su internet il loro appassionato interesse. In diciotto centesimi di secondo su un motore di ricerca, due milioni di risultati compaiono al nome Robert Capa. In rete, ‘capafobi’ e ‘capafili’ si affrontano in una cacofonia planetaria, distruttori di miti versus amanti di leggende. Era stato lui ad alimentare la sua leggenda quando era ancora in vita? Non è poi così certo”.

 

L’ARTISTA – Robert Capa, ungherese naturalizzato americano, nasce nel 1913 con il nome di Endre Friedmann. Diventa presto famoso con le foto sulla guerra civile spagnola. Dopo la Seconda guerra mondiale, che segue come corrispondente, nel 1947 fonda la Magnum Photos con Cartier-Bresson, Seymour, Rodger e Vandivert. Fotoreporter, corrispondente di guerra dalla vita avventurosa, ritrattista di divi e gente comune, anima organizzativa della Magnum, Capa ha firmato molte immagini simbolo del secolo scorso. Muore nel 1954, in Indocina, ucciso accidentalmente da una mina.

 

6 dicembre 2012

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