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La fotografia d’autore firmata Magnum per raccontare l’Italia e gli italiani

Nove fotografi della celebre agenzia Magnum abituati a cimentarsi con scenari di guerra, così come a seguire l'evoluzione di città e Paesi del mondo, hanno ripercorso il nostro Paese dando vita a un reportage del tutto originale...

Intesa Sanpaolo promuove un progetto fotografico d’autore dal titolo “L’Italia e gli italiani. Nell’obiettivo dei fotografi Magnum”, in mostra a Palazzo Leoni Montanari, a Vicenza, fino al 20 gennaio 2013

MILANO – Nove fotografi della celebre Agenzia Magnum abituati a cimentarsi con scenari di guerra, così come a seguire l’evoluzione di città e Paesi del mondo, hanno ripercorso il nostro Paese dando vita a un reportage del tutto originale. Il risultato è un progetto fotografico d’autore dal titolo “L’Italia e gli italiani. Nell’obiettivo dei fotografi Magnum”, 400 scatti inediti sull’Italia contemporanea, che i curatori della mostra Gianfranco Brunelli e Dario Cimorelli hanno già racchiuso in un progetto editoriale pubblicato da Silvana Editoriale. L’esposizione, che si avvale del patrocinio del Comune di Vicenza, offre al pubblico la possibilità di vedere la prima collezione di fotografia contemporanea d’autore realizzata nell’ambito di Progetto Cultura, l’ambizioso programma pluriennale di Intesa Sanpaolo che comprende un insieme di interventi ideati e curati dall’Istituto, destinati a valorizzare i beni culturali e artistici che costituiscono l’incomparabile ricchezza del nostro Paese. “L’Italia e gli Italiani” rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio 2013, nell’architettura barocca di Palazzo Leoni Montanari, a Vicenza.

GRAND TOUR – Alle tre del mattino del 4 settembre 1786, “svignandosela”, “con solo un portamantello e una valigia”, Johann Wolfgang von Goethe diede inizio al suo “Viaggio in Italia”, una tappa fondante nella formazione di ogni gentiluomo europeo dell’epoca. Allo stesso modo, ispirati dalla memoria del Grand Tour, nove fotografi dell’Agenzia Magnum hanno deciso di dare vita ad un’istantanea del nostro Paese, attraverso un racconto che si snoda tra quelli che potremmo definire i depositi della memoria (i borghi, le città, le piazze, le biblioteche) e i nuovi luoghi d’incontro; le relazioni e le abitudini degli Italiani; il presente e il divenire; le marginalità sociali e le solidarietà; la ricerca e le menti. “L’intento – così ci spiega il curatore della mostra Gianfranco Brunelli – è quello di raccontare un Paese che si è sempre presentato come un insieme eterogeneo di molti e diversi elementi, dove la storia e la contemporaneità si intrecciano, convivono, si oppongono, dove la tradizione si confronta con l’innovazione, le strutture urbanistiche con le nuove richieste sociali, il paesaggio con l’industria in un susseguirsi continuo di coerenze e contraddizioni, armonie e dissonanze”. “L’Italia e gli italiani” vuole essere quindi un percorso che fissa l’immagine di un Paese con i suoi chiaroscuri, i punti di forza e le aree di sofferenza, in coerenza con i temi di grande attualità, quali la salvaguardia dell’ambiente, il consumo del territorio, l’enorme ricchezza che proviene dal passato, le sfide del futuro.

OBIETTIVO MAGNUM
– Apre la rassegna Christopher Anderson che con il suo “Mare” racconta il luogo da cui provengono la storia e la civiltà italiane. Donovan Wylie riflette sulle “Nuove mura” che delimitano i perimetri urbani, confini moderni rappresentati da tangenziali e viadotti, aree industriali e discariche. “Insieme” è il titolo della sezione di Richard Kalvar, che propone uno sguardo su ciò che unisce l’Italia, spazi condivisi e di gesti comuni in cui tanti si riconoscono. L’indagine di Mikhael Subotzky si concentra sulle “Nuove piazze”, ovvero sui nuovi spazi di aggregazione – dai centri commerciali alle discoteche – che sembrano aver sostituito il centro della vita pubblica di un tempo: la piazza. Mark Power, nel reportage dedicato ai “Luoghi della memoria”, ripercorre le bellezze del Paese. Bruce Gilden in ”Noi, gli altri” sofferma le coscienze sulla vita delle persone “invisibili” che popolano reparti di cura, carceri, baraccopoli e mense dei poveri. La riflessione di Harry Gruyaert, intitolata “L’artificiale”, è condotta sul difficile equilibrio che la società contemporanea sta ricercando tra progresso e natura. Alex Majoli ricorda “L’ingegno”, il “saper fare” che nelle industrie come nei campi, nei laboratori come nelle manifatture, unisce competenza e creatività alla base del made in Italy. Conclude il racconto Paolo Pellegrin, con i “Ritratti” di 150 giovani che rappresentano il futuro del Paese.

 

9 ottobre 2012

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