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La Fondazione Alinari mette in mostra il suo archivio fotografico, con un omaggio particolare a Italo Calvino

In occasione del 160° anniversario della Fratelli Alinari, i Rencontres d'Arles e la Fondazione Alinari rendono omaggio alla sua storia con un'esposizione che unisce letteratura e fotografia. ''Gli Archivi Alinari e la sintassi del mondo. Omaggio a Italo Calvino''...
Da domani, giovedì 25 ottobre 2012, al 6 gennaio 2013, in occasione del 160° anniversario della Fratelli Alinari, il MNAF – Museo Nazionale Alinari della Fotografia di Firenze ospita “Gli Archivi Alinari e la sintassi del mondo. Omaggio a Italo Calvino”

MILANO – In occasione del 160° anniversario della Fratelli Alinari, i Rencontres d’Arles e la Fondazione Alinari rendono omaggio alla sua storia con un’esposizione che unisce letteratura e fotografia. “Gli Archivi Alinari e la sintassi del mondo. Omaggio a Italo Calvino” si ispira ad uno dei più grandi narratori del Novecento, e lo fa attingendo e utilizzando gli archivi Alinari come un inesauribile giacimento di storie ed immaginari. All’interno della mostra, richiamando il dispositivo combinatorio che Calvino propone nella sua raccolta di racconti “Il castello dei destini incrociati”, il suo curatore Christophe Berthoud rende giustizia all’enorme ricchezza degli archivi Alinari e al loro aspetto caleidoscopico, mostrandone la varietà di temi e generi fotografici che raccontano l’arte, la società e i costumi italiani tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. “Gli Archivi Alinari e la sintassi del mondo. Omaggio a Italo Calvino” sarà in mostra al MNAF – Museo Nazionale Alinari della Fotografia di Firenze, dal 25 ottobre 2012 al 6 gennaio 2013.

IL SIMBOLISMO DEI TAROCCHI – In “Il castello dei destini incrociati”, Italo Calvino, associando il codice narrativo a quello iconico dei tarocchi, riporta le storie di alcuni viaggiatori che smarriti trovano rifugio prima in un castello, poi in una taverna. Qui, misteriosamente privati dell’uso della parola, non avendo altra possibilità, iniziano a raccontarsi storie utilizzando ciascuno le 78 lame di un mazzo di tarocchi marsigliesi che dispongono su di un tavolo. Calvino utilizza i tarocchi di Marsiglia come una ‘macchina narratrice’ e, restituendo una lettura molto personale degli arcani, sviluppa i racconti dei viaggiatori a partire dalla simbologia delle carte, che paragona a una tavola dei mestieri, a uno schema di parole crociate che vede le figure al posto delle lettere.

GIOCO DI ASSOCIAZIONI
– Interpretando la regola di Calvino, il curatore Christophe Berthoud affianca le fotografie Alinari ai tarocchi marsigliesi utilizzandole, come fanno i viaggiatori di Calvino, per raccontare di volta in volta nuove storie, non scritte, attraverso meccanismi combinatori sempre diversi. "Sulle pareti della mostra – scrive Berthoud – le fotografie si ordinano secondo un sistema di parole chiave e si sostituiscono alla narrazione letteraria. Il risultato può apparire come un rebus, addirittura come uno story board, senza essere veramente assimilabile a nessuna di queste due forme. È un’illustrazione senza testo, l’eco fotografica di un racconto ispirato anch’esso da emblemi”. Il percorso espositivo che ne deriva è suddiviso in sette parti, tante quante sono le storie della raccolta di Calvino.

SCRITTURA. MEMORIA E FORME
– Tra stampe originali d’epoca e riproduzioni moderne dai negativi originali su lastra di vetro, la mostra si compone di 80 fotografie che omaggiano la varietà e la ricchezza della produzione Alinari ripercorrendo i suoi 160 anni di storia. Allo spettatore viene lasciata la libertà di costruire nuovi legami tra le immagini, le citazioni dai racconti di Calvino e le figure dei tarocchi, perpetuando nello spazio tridimensionale della mostra quel gioco di associazioni che avviene nel libro, tra passato e presente. Scrive ancora il curatore: “Restituire un’idea della scrittura di Calvino attraverso un deposito di memoria e di forme così ricco come quello degli archivi Alinari significa tentare di dimostrare che essi sono anche un giacimento d’immaginari, che ci parlano al presente e non solo al passato in quanto oggetto di studi storici”.

24 ottobre 2012

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