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La cultura Ainu celebrata dal grande Fosco Maraini

Tra le manifestazioni nazionali organizzate per celebrare il centenario della nascita di Fosco Maraini, il Museo Nazionale della Montagna – CAI-TORINO presenta la mostra itinerante Ainu. Antenati spiriti e orsi. Fotografie di Fosco Maraini...
Al Museo Nazionale della Montagna, a Torino, dal 14 dicembre 2012 al 3 marzo 2013 in mostra Fosco Maraini, grande fotografo e conoscitore dell’antica cultura ainu

MILANO – Tra le manifestazioni nazionali organizzate per celebrare il centenario della nascita di Fosco Maraini, il Museo Nazionale della Montagna – CAI-TORINO presenta la mostra itinerante Ainu. Antenati spiriti e orsi. Fotografie di Fosco Maraini. Hokkaido, organizzata con il Museo delle Culture della Città di Lugano e la Regione Piemonte, in collaborazione con il Museo Nazionale di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze, Sezione di Antropologia e Etnologia.

OMAGGIO A FOSCO MARAINI – La mostra rappresenta un’occasione per ricordare la figura di Fosco Maraini, che da insaziabile viaggiatore e conoscitore del mondo, etnologo e orientalista, tra le sue molte esperienze professionali e umane, dagli anni Trenta del Novecento fino a dopo la metà degli anni Settanta ebbe l’opportunità di svolgere un’approfondita e dettagliata ricerca scientifica sulla cultura Ainu, antica popolazione dell’isola di Hokkaido, nel nord del Giappone, le cui origini, incerte e dibattute, sono state studiate per anni da antropologi ed etnologi. Nelle sale del Museo, a testimonianza dell’interesse umano e scientifico di Maraini per l’Hokkaido e i suoi abitanti, si possono ammirare la documentazione fotografica – 62 stampe in bianco e nero e a colori appartenenti al Centro Documentazione del Museomontagna – realizzata da Fosco Maraini in occasione dei diversi viaggi nell’isola più settentrionale dell’arcipelago giapponese, e una selezione della ricca collezione di oggetti ainu, raccolti da Maraini negli anni 1939-1941, conservati nei Musei di Firenze e di Lugano.

CULTURA AINU – Il progetto espositivo e il catalogo, ambedue a cura di Günther Giovannoni, etnologo conservatore del Museo delle Culture di Lugano, si propongono di ricordare la figura poliedrica di Maraini quale “appassionato appassionante scienziato”, orientalista, e fotografo che soggiornò a più riprese nell’isola di Hokkaido per studiare e conoscere la cultura ainu, oggi ormai estinta, caratterizzata da forti specificità che la distinguono nettamente dalla vicina cultura giapponese. A partire dalle caratteristiche fisiche per cui gli uomini e le donne ainu, rispetto ai giapponesi, sono privi della plica mongolica che caratterizza le popolazioni orientali e con folta capigliatura. Gli uomini sono estremamente pelosi e fieri di una lunghissima barba, mentre le donne, secondo l’usanza, fin da giovani, si tatuano le braccia e la zona del volto attorno alla bocca. La documentazione fotografica realizzata da Fosco Maraini negli anni in cui visitò l’Hokkaido in soggiorni e viaggi successivi (1938-1976) dialoga con gli oggetti di cultura materiale esposti nelle sale, significativa selezione della ricca collezione raccolta da Maraini nel primo soggiorno, grazie a una borsa di studio del governo giapponese per studiare il “popolo bianco” che veniva considerato dai Giapponesi stessi, in una visione etnocentrica, “diverso” e “selvaggio”.

NELL’OCCHIO DELLA FOTOCAMERA – La documentazione etnologica attraverso l’occhio della macchina fotografica si sofferma in particolare sulla compartecipazione al rito dello iyomande, il sacro invio dell’orso, il più importante rituale della religione ainu, pagana e animista, che mette al centro il rituale dell’orso, il dio delle montagne, per gli Ainu divinità di maggiore importanza. Le immagini più significative e suggestive risalgono agli anni 1954 e 1971, in cui Maraini ebbe l’occasione di partecipare, non semplice osservatore, a due degli ultimi iyomande, sebbene nettamente diversi l’uno dall’altro, che solitamente si organizzavano nei mesi invernali. Quello del 1954, come Maraini stesso ricorda in un saggio inedito pubblicato in catalogo, fu l’ultimo genuino iyomande di una cultura, quella ainu, ormai al tramonto, in seguito alle sofferenze della Guerra e alle proibizioni del potere egemonico giapponese. In un costante riferimento tra immagini e oggetti la mostra racconta un mondo ormai sparito ma ancora pieno di suggestioni e fascinazioni, riuscendo a restituire l’innata curiosità, l’entusiasmo e il desiderio di conoscenza che hanno animato il lavoro e la vita di Fosco Maraini.

14 gennaio 2013

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