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La città dell’Aquila nel prima e dopo terremoto in un ritratto suggestivo del fotografo Gianni Berengo Gardin

E' un rapporto stretto quello che lega Gianni Berengo Gardin e la città dell'Aquila. Il primo incontro, 16 anni fa, aveva visto il fotografo impegnato a documentarla attraverso scatti che ritraessero il grande entusiasmo dei suoi cittadini e la sua magnifica architettura...
Nell’ambito di Foto Leggendo, sarà in mostra da oggi fino all’11 novembre 2012 presso il Museo di Roma in Trastevere, il percorso espositivo di Gianni Berengo Gardin, che ritrae la città dell’Aquila a distanza di 16 anni, nel suo prima e dopo terremoto

MILANO – E’ un rapporto stretto quello che lega Gianni Berengo Gardin e la città dell’Aquila. Il primo incontro, 16 anni fa, aveva visto il fotografo impegnato a documentarla attraverso scatti che ritraessero il grande entusiasmo dei suoi cittadini e la sua magnifica architettura. Poi il terremoto che l’ha colpita ormai 3 anni fa. Ora con “L’Aquila prima e dopo. Fotografie di Gianni Berengo Gardin”, il fotografo ligure torna ad occuparsene, in un percorso espositivo che presenta la sua toccante testimonianza, in una serie di scatti che rappresentano il cambiamento e la distruzione architettonica che ha colpito la città in seguito alla tragedia del 6 aprile 2009. La mostra, che resterà aperta al pubblico fino all’11 novembre 2012 presso il Museo di Roma in Trastevere, si svolge nell’ambito della manifestazione FotoLeggendo, con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune dell’Aquila e della Provincia dell’Aquila. Accompagna la mostra un volume pubblicato da Contrasto e One Group.

L’AQUILA PRIMA E DOPO
– ll rapporto tra Gianni Berengo Gardin e L’Aquila risale a 16 anni fa, quando il fotografo aveva immortalato il calore della gente e la straordinaria architettura della città. Dopo anni di lavoro sul posto, il fotografo è tornato per testimoniare con le proprie fotografie lo stato in cui è ridotta, dopo il terremoto, una città bloccata e ferita, con un centro storico trafitto da impalcature, nascosto da teli e travi, strade una volta brulicanti di suoni e di vita, ora deserte. Oltre alla documentazione delle condizioni in cui L’Aquila versa dopo il sisma, con le sue immagini Berengo Gardin compie un raffronto diretto, duro e inevitabile, tra il prima e il dopo. Un atto doloroso, ma dovuto, nei confronti di chi quotidianamente vive esiliato dalla propria vita, in un tessuto urbano che non lo rappresenta più.

IL SILENZIO – Con il suo speciale e classico stile, in linea con la grande tradizione della fotografia impegnata, Berengo Gardin traccia un ritratto sentito, vibrante e come sempre attento, alla realtà sociale di una città ferita che è diventata il simbolo del nostro paese. “La cosa più impressionante”, racconta il fotografo, “è il silenzio che c’è per le strade. Non passa nessuno; non c’è nessuno. Non ci sono i bambini che giocano, le donne che fanno la spesa, la gente che va in ufficio. C’erano solo quattro cani abbandonati che giravano. E io, che sono abbastanza vecchio, ricordo a Roma com’era San Lorenzo dopo il bombardamento degli americani. Avevo 14 anni ed era la stessa cosa. I cani randagi che giravano abbandonati per la città, le case puntellate e questo silenzio di morte”.

L’AUTORE
– Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930. Nel 1963 vince il World  Press Photo. Dopo essersi trasferito a Milano si dedica principalmente alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale, lavorando prima per Il Mondo, poi per le principali testate giornalistiche nazionali e internazionali, Domus, Epoca, Le Figaro, L’Espresso, Time, Stern. Nel 1979 inizia la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei suoi progetti: i suoi scatti dimostrano la sua grande attenzione per l’architettura e il paesaggio. Nel 1995 vince il Leica Oskar Barnack Award. Attualmente è molto impegnato nella pubblicazione di libri (oltre 200) e nel settore delle mostre (oltre 200 individuali).

27 settembre 2012

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