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Il sogno italiano della città di Kouribga catturato dagli scatti di Alberto Gubernati

Una linea sottile collega Torino alla marocchina città di Khouribga. La mostra ''Torino-Khouribga A/R'' di alberto Gubernati cerca di ricostruire, attraverso le immagini, il legame tra le due città. L'esposizione, che sarà inaugurata al MRSN di Torino venerdì 8 febbraio...
Inaugura oggi presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino la mostra fotografica “Torino-Khouribga A/R”

MILANO – Una linea sottile collega Torino alla marocchina città di Khouribga. La mostra “Torino-Khouribga A/R” di Alberto Gubernati cerca di ricostruire, attraverso le immagini, il legame tra le due città. L’esposizione, che sarà inaugurata al MRSN di Torino venerdì 8 febbraio, alle ore 18.00, sarà visitabile fino all’8 marzo 2013. La città piemontese è stata nel corso degli ultimi cinquant’anni testimone di  tutte le migrazioni, a cominciare da quella meridionale degli anni ‘60 fino alle più recenti di cittadini extracomunitari.

IL REPORTAGE DEL FOTOGRAFO ALBERTO GUBERNATI – Torino è il punto di partenza e d’arrivo del viaggio del giovane fotografo torinese Alberto Gubernati, che così ha presentato la sua ricerca: “…la maggior parte dei marocchini a Torino arriva da due città, una è Khouribga. Sono andato là, con una  macchina fotografica e un cartello a forma di freccia, la scritta amo Torino in arabo,  la punta rivolta verso un altrove, diverso e lontano, un luogo, Torino, che tutti a Khouribga sembrano conoscere. Nei loro racconti c’è sempre un marito, un fratello o cugino, un amico che è andato lì a costruire una nuova esistenza…  a Torino sono andato a cercare quei mariti, fratelli, cugini e dietro a ogni volto ho trovato la determinazione di chi vuole affrancare sé stesso e la propria famiglia dalla povertà, dalla precarietà, che coltiva il desiderio di ricongiungersi con la moglie, i figli, che crede e lavora per un futuro migliore”.

LE CONTRADDIZIONI DI KHOURIBGA – La città di Khouribga è sorta nel 1920 sulle antiche “terre vuote di uomini” un tempo abitate da tribù che vivevano di pastorizia e agricoltura di sussistenza. Ma il territorio è anche ricchissimo di giacimenti di fosfati il cui sfruttamento ha attirato migliaia di immigrati nei “villaggi minerari” fondati dall’OCP (Office Chérifien des Phosphates). Khouribga passa dagli 8 mila abitanti del 1936 ai 40 mila del 1960, agli attuali 170 mila.  Dopo l’indipendenza dalla Francia nel 1956, la società dei fosfati OCP diventò di proprietà del governo aumentando la propria produzione e le esportazioni agli attuali livelli che la portano ad essere la più importante azienda del paese. Essere il centro dell’attività dell’estrazione dei fosfati  ha però segnato la storia di questa ricca provincia, la cui popolazione, in drammatico contrasto, vive prevalentemente in condizione di povertà. Questo è il paradosso vissuto da molti paesi nel sud mondo, ma del quale Khouribga potrebbe essere uno dei migliori esempi. L’emigrazione verso l’Europa ha avuto così una decisa accelerazione a partire dagli anni ’80, iniziata nelle campagne dei dintorni di Khouribga sempre più impoverite a causa delle ricorrenti siccità e della mancanza di investimenti.

LA MOSTRA FOTOGRAFICA
– L’esposizione, composta da cinquanta foto di medie dimensioni e pannelli esplicativi, racconta con la leggerezza del reportage non professionale la realtà della città: la gente e i suoi migranti, le loro storie e le ambizioni spesso non realizzate. Su un grande schermo  sono proiettate anche foto d’epoca, a partire dal 1921, delle cave e dei villaggi minerari di Khouribga, provenienti dall’archivio dell’OCP. Una sezione a carattere scientifico è dedicata alle cave di fosfato, al ciclo del fosforo e all’utilizzo di questo elemento, essenziale per il “nutrimento della terra”. Completa il percorso espositivo una bella selezione di materiali della classe dei fosfati, parte della ricca e prestigiosa collezione mineralogica del MRSN e dell’Università degli Studi di Torino.

COLLABORAZIONI
Dar Al Hikma, centro culturale italo-arabo con A.M.E.C.E., associazione di promozione sociale e CICSENE, organismo di cooperazione e sviluppo locale. Ha collaborato Carlo Capello, docente di Antropologia Politica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. La mostra ha ricevuto il patrocinio della Città di Torino e del Consolato del Regno del Marocco di Torino.

8 febbraio 2013

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