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FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma, il Ritratto al centro

E' arrivato finalmente uno degli appuntamenti più importanti della stagione espositiva italiana che ha inaugurato ieri negli spazi del Museo Macro: FOTOGRAFIA - Festival Internazionale di Roma, prestigiosa vetrina per scovare i fotografi...

Giunta ormai alla tredicesima edizione, FOTOGRAFIA quest’anno è dedicata al tema del Ritratto, inteso non solo come genere che ha accompagnato sin dall’inizio la storia della fotografia, ma anche come strumento di analisi della società contemporanea. Inaugurata ieri presso gli spazi del MACRO, sarà possibile vedere il meglio della fotografia internazionale fino all’11 gennaio

MILANO – E’ arrivato finalmente uno degli appuntamenti più importanti della stagione espositiva italiana che ha inaugurato ieri negli spazi del Museo Macro: FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma, prestigiosa vetrina per scovare i fotografi più interessanti del panorama internazionale. Come da tradizione, il Festival dialoga da anni con Accademie straniere, spazi istituzionali e gallerie private con i quali si è costruito nel tempo un solido circuito dedicato alla fotografia contemporanea; caso emblematico è ad esempio la mostra dedicata a Dennis Hopper alla Gagosian Gallery.

IL TEMA – Il tema del ritratto viene affrontato ricostruendone il percorso storico e il ruolo all’interno dell’arte contemporanea, della letteratura e del cinema, sottolineando l’interdisciplinarietà che lega la fotografia ai campi di studio antropologici, filosofici, sociologici e semiotici. In questo modo è possibile ricercare nel ritratto i diversi significati della rappresentazione fotografica intesa come strumento di conoscenza dell’altro e allo stesso tempo si potrà indagare il rapporto che si instaura tra individui e collettività e i processi che, attraverso la fotografia dell’altro, permettono la rappresentazione del proprio io esteriorizzato in opposizione o in alternativa all’autoritratto. Si riflette, infine, sul rapporto che lega la fotografia e la tecnologia ed in particolare su come le ultime rivoluzioni digitali stiano influenzando le modalità di rappresentazione e la pratica fotografica, fino a diventare tema intrinseco dell’opera d’arte.

LA COLLETTIVA – Il progetto della mostra collettiva che apre il festival restituisce con molti sguardi, formati, superfici, l’essenza della fotografia di ritratto, in un grande gioco dove chi guarda è protagonista e vede se stesso. Un gioco di rimandi e specchi tra il momento in cui la foto è stata realizzata e i molti momenti in cui viene vista esattamente nella forma e nella dimensione in cui è stata pensata. Selezionati e suggeriti da una rosa di esperti di rilievo internazionale, che hanno collaborato alle precedenti edizioni del Festival, saranno esposti i lavori di: Antonio Biasiucci, Martin Bogren, Piergiorgio Branzi, Asger Carslen, Alexandra Catiere, Doug Dubois, Bernhard Fuchs, Ingar Krauss, Zanele Muholi, Antonia Mulas, Arthur Patten, Paolo Pellegrin, Jon Rafman, Thomas Roma e Guy Tillim.

Un’altra “collettiva” ma in senso figurato, è la mostra della collezione privata di Mario Trevisan, che comprende oltre 200 tra gli autori più importanti, dalle prime sperimentazioni ottocentesche fino ad arrivare alle ricerche internazionali a cavallo del 2000, passando per le opere del Surrealismo francese.

LE PERSONALI – Oltre alla collettiva, il Festival propone una serie di mostre personali di altissimo rilievo. Per la prima volta in Italia è esposto “Asylum of the Birds”, l’ultimo lavoro di Roger Ballen, uno dei fotografi più originali del ventunesimo secolo: una serie di ritratti surreali e suggestivi, spesso inquietanti, realizzati nell’arco di 6 anni in una casa alla periferia di Johannesburg abitata da persone e animali, in particolare uccelli. Un luogo simbolico nel quale si incontrano terra e cielo, vita e morte, inferno e paradiso e al tempo stesso rifugio, prigione, nido e gabbia, in esso convivono la colomba bianca ed il corvo nero, l’apparizione biblica che annuncia il futuro o l’incubo allucinato di una fine senza fine, come nei versi di Poe.

Poi “Beats” di Larry Fink, il celebre fotografo americano che, in un viaggio on the road nel 1958, realizzò questo ritratto di scrittori, musicisti e artisti della beat generation americana. Ma anche la prima personale in Italia di Asger Carslen, che raccoglie le sue immagini, apparentemente comuni eppure “truccate” attraverso cicatrici invisibili. Un mondo visionario, dove il grottesco, l’assurdo e il surreale assumono i contorni dell’ordinariamente normale: nonostante le riserve della nostra mente critica, siamo costretti ad assumere che l’oggetto raffigurato esista realmente e questo perchè la fotografia ha un potere penetrante che la pittura, la scultura o il disegno non hanno.

All’Accademia Tedesca a Villa Massimo va in scena la retrospettiva vintage di August Sander, il fotografo ritrattista della Germania del primo Novecento e quella di Helmar Lerski, divenuto celebre alla fine del 1920 per i suoi ritratti d’avanguardia. Nella Grande Galerie dell’Académie di France a Villa Medici, invece, saranno esposti i lavori di Assaf Shoshan, carichi di enigma e di mistero. Continua anche “Commissione Roma”, inaugurata con Josef Koudelka e portata avanti con Olivo Barbieri, Anders Petersen, Martin Parr, Graciela Iturbide, Gabriele Basilico, Guy Tillim, Tod Papageorge, Alec Soth, Paolo Ventura e Tim Davis, espone i più bei ritratti inediti della città.

Accanto al vincitore della terza edizione del Premio Graziadei (Pietro Paolini col progetto “The Two half”), della Call For Entry (Nigel Bennet vince col progetto “Hakuro, an Itoshima Almanac”) e del Premio IIla che esprime le molteplici identità culturali dell’America Latina (il vincitore è l’argentino Rodrigo Hernan Illescas) ; quest’anno alcuni vecchi faldoni provenienti dall’Archivio di Stato verranno esposti al pubblico mostrando gli enigmatici volti di uomini e donne indicati come Anarchici, tra il 1880 ed il 1914: dai ritratti schedati di uomini e donne, ragazzi e adulti, braccianti o intellettuali, scaricati dal peso di una biografia individuale, emerge il difficile rapporto tra i movimenti libertari e socialisti e lo stato monarchico dell’Italia liberale.

ROMA E MILANO, UN AMORE COMUNE – Con questa edizione del Festival, inoltre, si inaugura un rapporto di collaborazione con Milano, città fondamentale per la fotografia italiana. Presso i Frigoriferi Milanesi e la Fondazione Forma per la Fotografia, durante Bookcity Milano verranno presentate delle foto di FOTOGRAFIA e, alla fine di gennaio, si esporranno alcuni dei lavori mostrati al Festival, con incontri che coinvolgeranno il pubblico e gli operatori del settore, oltre che rappresentanti dell’informazione e dell’editoria, della comunicazione e della cultura.

28 settembre 2014

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