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Scatti di un’India di inizio Novecento nella mostra ”L’India dell’Impero Britannico”

Presso La Casa di Vetro di via Luisa Sanfelice 3, a Milano, è allestita la mostra ''L'India dell'Impero Britannico - Il Subcontinente nelle immagini della Società Geografica Italiana'', prodotta in collaborazione con EFF&CI - Facciamo Cose. L'esposizione, visitabile sino al 28 giugno, si snoda in un suggestivo percorso iconografico dell'India dei primi decenni del '900...
L’esposizione, visitabile sino al prossimo 28 giugno, propone un viaggio tra volti e paesaggi nell’India del XX secolo
 
MILANO – Presso La Casa di Vetro di via Luisa Sanfelice 3, a Milano, è allestita la mostra “L’India dell’Impero Britannico – Il Subcontinente nelle immagini della Società Geografica Italiana”, prodotta in collaborazione con EFF&CI – Facciamo Cose. L’esposizione, visitabile sino al 28 giugno, si snoda in un suggestivo percorso iconografico dell’India dei primi decenni del ‘900 attraverso ritratti in studio, immagini scattate nelle città e nelle campagne, foto di monumenti storici ed edifici dell’epoca coloniale. La mostra è inserita all’interno della rassegna History & Photography,  progetto curato da Alessandro Luigi Perna, che ha per obiettivi principali raccontare la storia del mondo contemporaneo attraverso la fotografia, scoprire, valorizzare e rendere fruibili al pubblico archivi fotografici spesso frequentati solo dagli addetti ai lavori, e offrire la possibilità, quando archivi e autori lo consentono, di acquistare le immagini esposte a prezzi accessibili a tutti. 
 
L’ESPOSIZIONE – Composta di 54 riproduzioni digitali di stampe originali conservate dalla Società Geografica Italiana, la mostra conduce il visitatore nell’India dei primi tre decenni del XX secolo. A scattare le immagini di cui si conoscono gli autori sono gli italiani Gino Bandini, Maurizio Piscicelli, Antonio Sturla, Massimo Terzano e Giotto Dainelli. Gino Bandini è in India nel 1903. Fotografa le città, i monumenti, le campagne, soffermandosi in particolare a ritrarre il gruppo etnico predravidico dei Bhil. Ma propone anche numerosi ritratti, in particolare di gruppi appartenenti alle diverse religioni e caste in cui è divisa la società indiana. Maurizio Piscicelli è in India tra il 1913 e il 1914. Fotografa soprattutto le città di Benares e Calcutta, lasciandosi affascinare dal fiume Gange e dai riti religiosi induisti che si svolgono lungo le sue rive. Antonio Sturla, nel subcontinente indiano è presente tra il dicembre del 1932 e il gennaio del 1933, fotografa le persone, spesso appartenenti ai ceti popolari, colte in strada o nelle campagne nella loro quotidianità. Massimo Terzano e Giotto Dainelli contribuiscono con immagini scattate durante le spedizioni esplorative e scientifiche sulle montagne dell’Himalaya a cui hanno preso parte. Il primo con uno scatto realizzato sulla catena del Karakoram. Il secondo con una foto tratta da una serie dedicata alle danze buddiste in Ladakh.
 
L’INDIA COLONIALE – Il Subcontinente indiano è colonia dell’Impero britannico dal 1857. L’occidente ha cominciato a privare i regni indiani della propria indipendenza già a cominciare dal XVI secolo. I primi a interessarsi dell’India sono stati i portoghesi che, a colpi di cannoni, hanno stabilito le loro basi commerciali lungo le coste dopo aver circumnavigato l’Africa alla ricerca di una nuova via delle spezie. Li seguono subito dopo olandesi, francesi e infine gli inglesi. A rendere fragile l’India e quindi appetibile agli occhi delle potenze occidentali sono le rivalità tra i vari regni e gruppi etnici in cui è divisa. La politica del “dividi et impera” viene applicata con estrema disinvoltura ed efficacia. A uscire vincitrice dalla competizione commerciale e militare tra stati europei è la Gran Bretagna per tramite della Compagnia Inglese delle Indie Orientali che nel 1856 controlla quasi completamente il subcontinente indiano. L’anno successivo una rivolta, che passerà alla storia come la prima guerra di indipendenza indiana, fa intervenire direttamente la corona inglese facendo dell’India una colonia a tutti gli effetti. L’indipendenza verrà concessa al paese solo nel 1947 grazie alla lotta non violenta del politico e filosofo indiano Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma.
 
IL PROGETTO – La fotografia ritrae e racconta la realtà ormai da quasi due secoli. È partendo da questo presupposto che nasce History & Photography, un progetto che si pone 3 obiettivi principali. Il primo è quello di realizzare e promuovere esposizioni e iniziative editoriali che raccontino con la fotografia e con testi giornalistici le storie delle società contemporanee, esaltando non solo la funzione narrativa delle immagini ma anche il loro valore estetico. Il secondo è quello di valorizzare e rendere fruibili  al grande pubblico i tantissimi archivi fotografici storici spesso sconosciuti o frequentati solo dagli addetti ai lavori, ma che conservano al loro interno gioielli ancora tutti da scoprire sia dal punto di vista artistico che documentaristico. Il terzo obiettivo è quello, quando archivi e autori lo consentono, di offrire agli appassionati la possibilità di acquistare le immagini che vedono in mostra ad un prezzo contenuto, con l’idea che la fotografia debba e possa essere una forma d’arte accessibile a tutti e non solo ai collezionisti.
 
L’ARCHIVIO FOTOGRAFICO – L’Archivio fotografico della Società Geografica Italiana custodisce circa 200.000 fototipi (tra positivi, negativi, diapositive e cartoline). Si tratta per lo più di materiali rari, spesso inediti, relativi a contesti molto diversificati: l’arco temporale di riferimento è di circa 150 anni, poiché la collezione più antica risale al 1866 (spedizione francese nella valle del Mekong), mentre i fotoreportage di Franco Lubrani, tra le acquisizioni più recenti, raccontano la contemporaneità. La vasta gamma dei contenuti consente di trovare significativi rimandi all’Italia e a ciascuno dei cinque continenti. Anche la tipologia delle fotografie spazia da quelle paesaggistiche a quelle antropometriche, dalla ritrattistica alle immagini che documentano i resoconti di esploratori o responsabili di missioni scientifiche.
 
IL CURATORE – Alessandro Luigi Perna è un giornalista pubblicista e curatore di eventi, festival, iniziative culturali ed editoriali che dedica molta della sua attività professionale alla fotografia storica e contemporanea. È specializzato nella valorizzazione e promozione di archivi di fotografi, agenzie, case editrici, musei, aziende. In curriculum ha numerose iniziative per comuni, province e regioni (Milano, Bologna, ecc.). È co-ideatore di Memorandum – Festival della Fotografia Storica di Torino, Biella e Roma e ideatore di All you need is photography! Unlimited Edition Photo Festival di Milano. Con il progetto History & Photography approfondisce le sue ricerche sulla storia della fotografia e delle società contemporanee. 
 
20 maggio 2013
 
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