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”Flags of America”: la mostra fotografica collettiva per scoprire i grandi maestri americani

Continua a Modena la ricognizione sulla grande fotografia americana del Novecento avviata da Fondazione Fotografia con le retrospettive dedicate ad Ansel Adams e Edward Weston. A occupare le sale dell'ex Ospedale Sant'Agostino di Modena fino al 7 aprile 2013 sarà una collettiva di grande respiro, ''Flags of America'', dedicata a ventidue autori...

L’esposizione, allestita a cura di Fondazione Fotografia di Modena presso l’ex Ospedale Sant’Agostino fino al 7 aprile 2013, comprende 82 opere di 22 autori che hanno fatto la storia della fotografia americana

 

MILANO – Continua a Modena la ricognizione sulla grande fotografia americana del Novecento avviata da Fondazione Fotografia con le retrospettive dedicate ad Ansel Adams e Edward Weston. A occupare le sale dell’ex Ospedale Sant’Agostino di Modena fino al 7 aprile 2013 sarà una collettiva di grande respiro, “Flags of America”, dedicata a ventidue autori che, tra gli anni Quaranta e Settanta del secolo scorso, hanno scritto alcune delle più importanti pagine della storia della fotografia.

 

LA COLLEZIONE DI FONDAZIONE FOTOGRAFIA – Le opere presenti in mostra rappresentano il nuovo nucleo di acquisizioni della collezione fotografica avviata nel 2007 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, aggiungendo un capitolo fondamentale alla raccolta internazionale che ha indagato negli scorsi anni la scena artistica contemporanea di quattro continenti, passando dall’Estremo Oriente all’Europa dell’Est, dall’Africa all’India e al Sudamerica. A queste opere si aggiunge il “Jupiter Portfolio” (1975) di Minor White, entrato nel 2002 nella Collezione Fotografica della Galleria Civica di Modena e ripresentato, con l’occasione di questa mostra, al pubblico modenese.

 

LA MOSTRA – Dal purismo formale di Ansel Adams e di Edward Weston, precursori di un profondo rinnovamento dello sguardo, agli scatti irriverenti di Diane Arbus o alle registrazioni di Stephen Shore del nuovo paesaggio urbano, la mostra restituisce la straordinaria molteplicità di visione che ha contraddistinto la società americana nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale. Riunite sotto il titolo significativo di “Flags of America”, le 82 opere in mostra ripercorrono un’epoca di grande fermento, della quale la fotografia ha saputo essere un fondamentale strumento di interpretazione oltre che di lucida analisi critica, capace di rinnovarsi e dare origine a importanti filoni di ricerca – dalla fotografia documentaria alle pratiche più intimiste e spirituali, fino alle indagini dei nuovi topografi – non solo in America ma a livello internazionale e, non da ultimo, italiano.

 

GLI AUTORI – L’elenco completo degli autori comprende: Ansel Adams (1902-1984), Robert Adams (1937), Diane Arbus (1923-1971), Richard Avedon (1923-2004), Wynn Bullock (1902-1975), Harry Callahan (1912-1999), Paul Caponigro (1932), Walter Chappell (1925-2000), Van Deren Coke (1921-2004), Bruce Davidson (1933), Roy DeCarava (1919-2009), Robert Frank (1924), Lee Friedlander (1934), John Gossage (1946), Ralph Eugene Meatyard (1925-1972), Richard Misrach (1949), Irving Penn (1917-2009), Stephen Shore (1947), Aaron Siskind (1903-1991), Edward Weston (1886-1958), Minor White (1908-1976), Garry Winogrand (1928-1984).

 

LA LEZIONE DELLA FOTOGRAFIA AMERICANA – “Ognuno di questi ventidue autori”, scrive Filippo Maggia nell’Introduzione al catalogo della mostra, edito da Skira, “è stato – e molti di loro ancora lo sono – una vera e propria bandiera di un modo di esprimersi attraverso lo sguardo che ha fatto tendenza nel senso più appropriato e autentico del termine: un punto di riferimento per la sua generazione e un vero ‘maestro’ per quelle successive, anche quando si tratta di personalità difficili, complicate come sovente lo sono gli artisti. Proprio per questo alcuni di loro sono divenuti dei miti, delle icone per il mondo della fotografia e per quello più vasto dell’arte […]. Ancora più valore assumono queste opere perché pensate e prodotte in anni particolari, in anni in cui l’America, dalla fine della seconda guerra mondiale sino ai primi anni ottanta, si è prima consolidata, celebrandosi come suprema potenza economica e politica mondiale, per poi, già da metà anni Sessanta, iniziare a guardarsi dentro, spinta in questo processo di autoanalisi dai giovani che rivelarono le contraddizioni tipiche di un benessere così rilevante quanto devastante. […]” Con questa mostra si celebra così “quella che è stata la grande lezione della fotografia americana dello scorso secolo: saper vedere e riconoscere, ma soprattutto voler costruire attorno alla cultura dell’immagine luoghi – gallerie, musei, centri, scuole, università– ove ragionamenti, idee e progetti continuano a divenire ogni giorno nuove opere che aiutano a capire come il mondo intorno a noi va cambiando.”

 

18 dicembre 2012

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