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Dmitri Baltermants, grande maestro della fotografia sovietica

Tra i protagonisti della fotografia del XX secolo, è impossibile non annoverare Dmitri Baltermants, grande maestro della fotografia russa...

Grande reporter dei conflitti e della quotidianità in Russia, Baltermants ha realizzato scatti divenuti il simbolo universale della tragedia e dell’incomprensibilità della guerra

MILANO – Tra i protagonisti della fotografia del XX secolo, è impossibile non annoverare Dmitri Baltermants, grande maestro della fotografia russa. I suoi scatti, di inestimabile valore storico, sono diventati simboli universali della tragedia e dell’incomprensibilità della guerra, grazie al personale tocco artistico celato dietro ogni scatto.


BALTERMANTS, “L’OCCHIO DELLA NAZIONE”
– Soprannominato ‘l’occhio della nazione’, Baltermants nacque il 13 maggio 1912 a Varsavia, città che al tempo faceva parte dell’Impero Russo. Iniziò ad avvicinarsi alla fotografia all’età di 14 anni, lavorando come assistente di grandi fotografi del tempo. Dopo essersi laureato in matematica, insegnò per un periodo in una scuola militare. Il suo primo reportage fu interamente girato in Ucraina, ed aveva come protagoniste le truppe sovietiche. Attivo come fotoreporter per l’Armata rossa, fu corrispondente di Izvestija e di Na Razgrom Varaga dal 1940 al 1945. Fu il primo a fotografare, direttamente in prima linea,  i momenti cruciali del conflitto, dall’assedio di Mosca e di Sebastopoli alla battaglia di Stalingrado e alla caduta di Berlino. Le immagini da lui scattate, ora divenute testimonianza storica di inestimabile valore, poterono essere rese pubbliche soltanto nel 1960, quando divenne capo reporter di Ogenek, in quanto si trattava di testimonianze di terribili verità che il regime voleva ovviamente tenere nascoste.

L’ATTIVITA’ DI REPORTAGE IN RUSSIA E ALL’ESTERO – Il Partito Comunista, tuttavia, capì ben presto l’utilità di un fotografo per scopi propagandistici, e chiese a Baltermants di mostrare l’imponenza e la produttività dell’impero. Il fotografo viaggiò attraverso tutte le Repubbliche dell’ex impero russo, producendo immagini che ritrattavano la gloria dell’URSS. Nel 1949, nominato fotografo ufficiale del Cremlino, si avvicinò a Stalin. Quando Krusciov giunse al potere dopo la morte di Stalin, estese la sua attività anche oltre i confini sovietici, visitando Cina, India e Vietnam. Nell’ottobre del 1964, dopo la caduta di Krusciov, Baltermants documentò i cambiamenti che stavano avvenendo in tutto il Paese. Risalgono a questo periodo i suoi reportage sul boom economico sovietico e sui successi degli atleti sovietici ai Giochi olimpici.


LE ESPOSIZIONI ALL’ESTERO
– Nel 1969 gli venne data l’opportunità, per la prima volta, di presentare il suo lavoro all’estero, per la precisione a Londra. Per l’occasione ristampò molte suo foto in bianco e nero per evitare l’esagerato realismo. A partire dagli anni Sessanta iniziò il successo mondiale caratterizzato da riconoscimenti ufficiali, consenso della critica, numerose esposizioni sui reportage della guerra di Russia e servizi su riviste prestigiose quali Life, Stern e Paris-Match.


NEGLI SCATTI L’ASPETTO SEMPRE CELATO DELLA GUERRA
– Le opere di Baltermants sono diventate simboli universali della tragedia e dell’incomprensibilità della guerra, grazie al personale tocco artistico che sottende ogni scatto. Non si tratta tuttavia soltanto di semplici fotografie, ma di opere elevabili al rango di grande arte, raffigurando attraverso bianchi e neri granulosi il realismo sociale di un evento inesplicabile. L’alto livello culturale combinato con una visione ampia, che tendeva al perfezionismo, aiutarono Baltermants a discernere numerosi dettagli che lasciavano molti suoi colleghi indifferenti, e offrirci una visione caratterizzata dall’indubbia abilità nella scelta della luce ottimale e nella ricerca di angoli di campo che assicurassero l’armonia della composizione.

23 settembre 2013

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