Sei qui: Home » Fotografia » ”Changing Difference”, la fotografia d’autore racconta gli anni Settanta tra lotta politica e identità di genere

”Changing Difference”, la fotografia d’autore racconta gli anni Settanta tra lotta politica e identità di genere

Arte aulica e arte popolare, banale ed elegiaco, trash e raffinatezza, vita e morte: è un percorso fatto di opposti che si integrano quello proposto dalla mostra ''Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities''...

Inaugura domani, sabato 20 ottobre, alle 18.00 nelle sedi espositive della Galleria civica di Modena, la mostra "Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities", tre personali degli artisti Peter Hujar, Mark Morrisroe, Jack Smith, in mostra fino al 27 gennaio 2013

MILANO – Arte aulica e arte popolare, banale ed elegiaco, trash e raffinatezza, vita e morte: è un percorso fatto di opposti che si integrano quello proposto dalla mostra "Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities", un viaggio attraverso i generi – maschile, femminile e transgender – e gli orientamenti sessuali – eterosessualità, omosessualità e bisessualità – così come sono stati raccontati dai film d’essai, dai b movies, dalla pornografia, dalla cultura underground e da quella tradizionale. In partnership con Gender Bender, il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale (Bologna, 27 ottobre – 3 novembre 2012), “Changing Difference” prende in esame il lavoro di Peter Hujar, Mark Morrisroe, Jack Smith, tre influenti artisti, image-maker e operatori della cultura underground, tracciando paralleli ed evidenziando analogie, pur nel rispetto dell’individuale sensibilità artistica di ciascuno dei protagonisti. La mostra, che inaugurerà domani, sabato 20 ottobre 2012, alle 18.00, rimarrà in esposizione nelle sedi della Galleria civica di Modena fino al 27 gennaio 2013.

AMERICA ANNI SETTANTA – Peter Hujar, Mark Morrisroe e Jack Smith si muovono all’interno del difficile territorio che separa la visibilità e l’assimilazione della “differenza”. La loro opera mette in risalto i rischi che il fondere arte e vita, ricerca formale e lotta politica, comporta. Il loro agire diventa sempre più urgente con l’approssimarsi dell’AIDS, ma di fatto traccia una complessa parabola che parte dagli anni Sessanta per arrivare alla fine degli anni Ottanta. L’America e in particolare New York fanno da sfondo a queste storie che si intersecano di fronte al colpevole disinteresse di una classe politica (l’amministrazione Reagan), che rifiuta di riconoscere quei diritti civili che la gravità dell’emergenza sanitaria associata alla nuova epidemia mette drammaticamente in evidenza.

OPPOSTI CHE SI ATTRAGGONO – Il problema dell’AIDS, inoltre, caratterizza pesantemente la vita e il lavoro di questi artisti: il loro vibrante, tragico e spesso ironico operare fa trasparire, oggi ancora più nettamente, le loro problematiche più autentiche, come il rifiuto di essere ‘normalizzati’, istituzionalizzati o trasformati in qualcosa di esotico. Al di là delle facili apparenze il denominatore comune che tiene assieme Hujar, Morrisroe e Smith è la capacità di catturare le sfumature più volatili della personalità (la propria e quelle altrui). L’evidente vena edonistica e ironica che permea la maggior parte delle loro realizzazioni, non impedisce infatti il palesarsi di un’esplicita dichiarazione di intenti, una sorta di manifesto programmatico, e ancora più spesso la ricerca di un amore incondizionato.

 

19 ottobre 2012

 

© Riproduzione Riservata