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”Almost Europe”, il reportage che racconta per immagini l’eterogenea identità del vecchio continente

Un progetto di fotogiornalismo indipendente che si sviluppa lontano dai veloci meccanismi dei media, che fa dell'approfondimento e della condivisibilità il suo valore aggiunto: questo è ''Almost Europe'', lavoro del fotoreporter Luca Nizzoli Toetti...
“Non ritengo più indispensabile che le mie fotografie vengano pubblicate sui giornali, grazie alla rete mi rivolgo direttamente al pubblico”, così il fotoreporter Luca Nizzoli Toetti presenta il suo progetto

MILANO – Un progetto di fotogiornalismo indipendente che si sviluppa lontano dai veloci meccanismi dei media, che fa dell’approfondimento e della condivisibilità il suo valore aggiunto: questo è “Almost Europe”, lavoro del fotoreporter Luca Nizzoli Toetti che vive sul sito www.almosteurope.eu. Nizzoli Toetti ha infatti deciso di rivolgersi, invece che ai giornali, direttamente alle persone, sfruttando la rete e raccogliendo fondi attraverso donazioni e vendita di stampe.

IL PROGETTO
– L’idea è nata dal reportage "Almost Europe" che ha poi dato il nome all’intero progetto: un viaggio alla ricerca dell’Europa, da Kaliningrad a Istanbul, lungo la "cortina blu", il nuovo confine disegnato dopo l’ultimo allargamento a est della comunità europea, che si presenta come confine non solo geografico, ma anche temporale. La ricerca di Luca Nizzoli Toetti continua poi su altre strade e nuove rotte, per raccontare le diverse "Europa" che ci circondano. "L’Italia dal treno" diventa così la prima parte di "Trans Europe Express": percorrere su rotaia l’Europa, per riportare dalla memoria di un viaggio una realtà suggestiva e complessa, un territorio unico e continuo, percepito da un treno in corsa. Un panorama continuo e fugace, un Grand Tour unico, che rivendica l’unicità e l’identità di ciascun territorio dell’Europa attraverso mille mutevoli aspetti.

GLI OBIETTVI: FOTOGRAFIE PER DOCUMENTARE
– Obiettivo del progetto è documentare la vita quotidiana europea, lungo percorsi che ne attraversano o ne tangono il territorio, indagandone diversità, prossimità, limiti e possibilità, approfondendo in un racconto per immagini i vari aspetti e realtà che formano l’eterogeneo tessuto sociale e culturale del vecchio continente, stimolando un confronto costruttivo sui concetti di identità, consapevolezza e rispetto. Così il viaggio si fa testimonianza: libera da committenze preventive, persegue l’accettazione e il rispetto tramite l’osservazione e il confronto. Il percorso di reciprocità coinvolge luoghi e persone in cui ogni piccolo contributo, come la più importante delle collaborazioni, diventano fondamentali per consentire al progetto AE di evolversi. Completa il progetto il videoblog "What is Europe for you?", che attraverso le opinioni di una eterogenea rappresentanza di cittadini, racconta i sentimenti, le idee, i pensieri che l’Europa suscita in noi. Luca Nizzoli Toetti risponde ad alcune domande e ci presenta il suo progetto.

Come e perché hai iniziato a fotografare?

Per quanto mi ricordo ho sempre avuto una macchina fotografica al collo, sin da piccolo. Seguendo i miei sogni d’infanzia mi sono avvicinato alla fotografia, al fotogiornalismo. Ho pubblicato le prime fotografie sul Corriere a 19 anni e da allora ho continuato a lavorare. Oggi mi concentro su progetti a lungo termine, di approfondimento. Credo molto nel valore della nostra professione e mi ritrovo nelle parole di Mario Dondero quando afferma che "Il fotogiornalismo è una responsabilità sociale." Fin qui il come. Viaggiare, approfondire e partecipare tramite l’incontro di persone, condividere tempo e pensieri, ecco perché ho scelto questo mestiere. Fare il fotogiornalista vuol dire incontrare persone e vivere momenti indimenticabili a prescindere dalle fotografie che si fanno. Questa per me è l’eccezionalità del nostro lavoro.

Come lavori, come prepari i tuoi reportage e come li realizzi?
Tutto quello che studio prima di un nuovo reportage, per documentarmi, quando parto cerco di dimenticarmelo: non voglio dare nulla per scontato ma guardare con occhi leggeri e ingenui alla realtà cui mi avvicino; preferisco affiori una sensibilità istintiva piuttosto che intellettuale. Un paio di scarpe buone e tanta pazienza sono le uniche cose che serviranno poi, quando succederà qualcosa, e se sarò bravo sarò lì per documentarlo. Una volta tornato a casa edito le fotografie grazie al contributo di alcuni amici, colleghi e photo editor, che mi aiutano e supportano quando le scelte si fanno difficili.

Il progetto a cui stai lavorando è "Almost Europe", un approfondimento sull’Europa, di cosa si tratta, come nasce?

I primi 2 capitoli del mio progetto "Almost Europe" sono il reportage omonimo, "Almost Europe", che ha poi dato il nome all’intero lavoro, un viaggio alla ricerca dell’Europa nei paesi a ridosso della nuova linea di confine dopo l’ultimo allargamento della comunità europea; e "Trans Europe Express" che racconta l’Europa attraverso i suoi paesaggi visti dal treno. Solo attraverso la conoscenza reciproca possiamo riconoscere le qualità e i limiti nostri e degli altri, così nel mio piccolo mi concentro sull’Europa e zone attigue per cercare di capire meglio le dinamiche che regolano la nostra vita quotidiana, generate dalle diverse identità. Per fare questo si deve approfondire, superare i luoghi comuni e "approfondire i luoghi comuni", che è ancora più difficile. Con il tempo il sito almosteurope.eu si arricchirà di nuovi capitoli, reportage, contenuti e in futuro spero di poter ospitare anche ricerche di colleghi. Vista la crisi del mondo editoriale e la mancanza di sostegno a progetti di fotogiornalismo a lungo termine che ne consegue, il sito di Almost Europe, come altri esperienze di crowd-founding, nasce dal bisogno di investire nuove energie nella fotografia documentaristica, una professione dal grande potenziale che, fra le altre cose, in Italia, gode di ottima salute. Alla crisi in atto si deve rispondere intraprendendo nuove strade e avere un atteggiamento diverso per continuare la propria ricerca.

In cosa consiste, nel tuo caso, questo "diverso" atteggiamento?

Ho cambiato interlocutori, che un tempo erano per l’appunto i giornali con le loro possibilità "produttive", e ora sono invece le persone, il pubblico, con la curiosità e la necessità di accedere a contenuti giornalistici di approfondimento differenti, indipendenti e la volontà di sostenere un progetto che reputano interessante: i lettori, il pubblico diventano così i committenti. Questo mi da molta più libertà per quanto riguarda la produzione e avverto la responsabilità di dover rendere conto del mio lavoro a chi mi sostiene attraverso il sito almosteurope.eu, grazie alla raccolta fondi per i viaggi e l’acquisto di stampe o di autoproduzioni. Non ritengo più indispensabile che le mie fotografie vengano pubblicate sui giornali: grazie alla rete inizio a dare visibilità ai miei lavori, che diventeranno poi una serie di stampe, una mostra, un libro a cui i miei "committenti" avranno un accesso privilegiato. Se nel frattempo le mie fotografie vengono anche pubblicate da un settimanale ne sono felice, certo, ma se non succede non me ne faccio un cruccio.

Come si può contribuire, diventare committente di "Almost Europe"?

Per adesso tramite il sito almosteurope.eu si possono acquistare delle stampe a tiratura limitata o acquistare in prevendita il libro "Almost Europe" che uscirà nei prossimi mesi, edito da Postcart. Presto sarà possibile acquistare autoproduzioni editoriali e contribuire alla Travel List, una sorta di "lista nozze" che mi permetterà di affrontare con più tranquillità economica il viaggio per il prossimo reportage, chi contribuirà avrà in cambio stampe numerate e un canale preferenziale per seguire i progressi del lavoro. Raccolgo fondi per continuare il mio progetto di documentazione, non per viaggiare in prima: la gestione finanziaria sarà trasparente e chi contribuirà avrà i rendiconto.

7 febbraio 2013

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