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Al Savignano Immagini Festival la fotografia torna a riflettere sul mondo

Nei giorni del Festival si respira la passione per il SI Fest in ogni angolo, si vive per strada, nelle piazze, tra i tanti partecipanti da tutto il mondo capaci di comunicare nonostante le diverse lingue e culture. Per gli appassionati e gli addetti ai lavori è un Festival speciale per qualità e ambientazione, punto di riferimento a livello internazionale e appuntamento attesissimo...
Da domani al 16 settembre il borgo romagnolo di Savignano sul Rubicone tornerà ad ospitare il SI Fest, ormai giunto alla sua 21esima edizione.

MILANO – Nei giorni del Festival si respira la passione per il SI Fest in ogni angolo, si vive per strada, nelle piazze, tra i tanti partecipanti da tutto il mondo capaci di comunicare nonostante le diverse lingue e culture. Per gli appassionati e gli addetti ai lavori è un Festival speciale per qualità e ambientazione, punto di riferimento a livello internazionale e appuntamento attesissimo; per tutti il SI Fest a Savignano sul Rubicone (FC) è con i suoi 21 anni il Primo Festival di Fotografia in Italia e il più amato. L’appuntamento per la 21esima edizione è nel borgo romagnolo dal 14 al 16 settembre 2012, con un intenso programma ricco di anteprime nazionali e internazionali, curato da Stefania Rössl e Massimo Sordi.

IMPARANDO DALLA FOTOGRAFIA – L’edizione del Festival che apre al terzo decennio non propone un tema univoco o esclusivo, ma rimette al centro dell’attenzione la Fotografia, intesa come disciplina e arte che da quasi due secoli preannuncia le evoluzioni del pensiero, con le specificità di un linguaggio che le appartiene. "Learning from Photography / Imparando dalla fotografia" è dunque il tema del SI Fest 2012 e presenta la Fotografia come strumento d’indagine e conoscenza del paesaggio, dei luoghi, delle persone, delle cose che ci circondano e rappresentano i brani della nostra memoria collettiva o di noi stessi. La Fotografia è eletta a strumento indispensabile per riflettere sul mondo, per interrogarsi sugli aspetti del contemporaneo connessi intrinsecamente alla rapidità dei processi di trasformazione politica, sociale, economica, culturale e anche climatica che tutti noi viviamo. Ad essa va riconosciuta se non altro la capacità di avviare relazioni inattese, grazie alle quali il nostro sguardo può cogliere con maggior consapevolezza le modificazioni di cui siamo parte.  Il SI Fest, come nella sua tradizione, approfondisce questo tema cruciale nelle diverse accezioni, con opere di fotografi provenienti quest’anno dagli Stati Uniti, Messico, Sudafrica, Inghilterra, Olanda, Germania, Svezia, Austria e Croazia;  lo fa attraverso mostre, convegni, workshop, letture in piazza dei portfolio e di book fotografici, conferenze con gli autori, atelier, concorsi rivolti a giovani fotografi, eventi collaterali, spazio all’editoria, concorsi e premi.

SPERIMENTAZIONE E CONTEMPORANEITA’ – Il SI Fest si conferma momento d’incontro e di confronto sulle tendenze del contemporaneo, interpretate da autori affermati, fotografi emergenti, ma anche attraverso notevoli progetti fotografici sul territorio. Tanti i protagonisti degli eventi espositivi della 21esima edizione, a partire dalla sperimentazione del tedesco Hans Christian Schink, “1h”, e le sue immagini solarizzate del sole fotografato nei due emisferi. Alla contemporaneità guardano sia il bellissimo lavoro “The sound of two songs” del fotografo Magnum Mark Power – 50 immagini di grande formato tratte da un reportage di sei anni in Polonia presentate in Italia per la prima volta – e le passeggiate fotografiche di Gerry Johansson tra i più importanti fotografi svedesi, al Si Fest con la mostra in anteprima assoluta, intitolata “Deutschland”: immagini del paesaggio rurale e della dimensione urbana della Germania, dal tono delicato del bianco e nero, che divengono icone del contemporaneo per la loro capacità di svelare letture e significati. Anche il lavoro inquietante su “Fukushima” dei Mastodon, con la mostra “Life after zero hour”, che indaga le conseguenze anche psicologiche dello tsunami e del disastro nucleare in Giappone, ci riporta alla realtà in cui viviamo; così come la presentazione in anteprima, nella sua versione integrale, del progetto fotografico “Sin_tesis: paesaggio, industria, società”, indagine fotografica avviata nel 2009 sul territorio di Savignano. Affascinante, originalissima e raffinata la mostra “Monalisen der Vorstädte” – curata da Stefania Rössl e Massimo Sordi – che espone per la prima volta nel nostro Paese il progetto dei due fotografi Ute e Werner Mahler, dedicato a giovani donne fotografate in cinque diverse città europee e colte in un beffardo sorriso che ricorda la “Monna Lisa” di Leonardo.

LA RETROSPETTIVA
– Ando Gilardi il “fotografo scalzo”, uno dei grandi maestri della fotografia italiana, ma anche lo storico “eretico” di tutte le fotografie mai ritenute degne di memoria, fondatore di riviste memorabili e irriverenti, pioniere degli studi italiani sulla fotografia, sarà ricordato con la mostra “L’immagine di un’immagine è sempre immagine. Ando Gilardi”, a cura della Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi, di cui fu il fondatore. Quella di Savignano è la prima antologica a lui dedicata nell’anno della sua morte e le fotografie, i documenti, gli scritti, i libri esposti, nel loro insieme danno testimonianza della fervente attività di uno dei più estroversi personaggi che hanno scritto la Storia della fotografia italiana. In questa rassegna si percorrono le diverse stagioni del suo comunicare e anche i suoi appunti scritti, dattiloscritti diventano immagine. Un viaggio lungo una vita che attraversa i grandi cambiamenti sociali, culturali, economici, tecnologici, nonché il mutare del ruolo della fotografia, tra la seconda metà del Novecento e il primo decennio del Duemila.

13 settembre 2012

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