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A FotoGrafia, due mostre per raccontare le catastrofi che hanno colpito il Giappone

In occasione dell'11esima edizione di FotoGrafia, Festival Internazionale di Roma, Doozo si sdoppia! La galleria d'arte contemporanea romana (ma anche ristorante giapponese, sala da tè, libreria, cornice di incontri e seminari) si fa promotrice di due progetti che raccontano, in modo radicalmente opposto, il Giappone...

Nell’ambito del Circuito di FotoGrafia, la Galleria Doozo accoglie le mostre “Lost & Found 3/11” e “Life After Zero Hour”, in esposizione rispettivamente al MACRO Testaccio e nella Galleria di via Palermo

MILANO – In occasione dell’11esima edizione di FotoGrafia, Festival Internazionale di Roma, Doozo si sdoppia! La galleria d’arte contemporanea romana (ma anche ristorante giapponese, sala da tè, libreria, cornice di incontri e seminari) si fa promotrice di due progetti che raccontano, in modo radicalmente opposto, il Giappone dopo la catastrofe naturale e il disastro nucleare, che l’hanno colpito nello scorso anno. Si dividerà pertanto in due sedi per ospitare dapprima la mostra “Lost & Found 3/11”, in uno spazio apposito al MACRO Testaccio, fino al 10 ottobre; subito dopo, presso la sede della Galleria Doozo di via Palermo, il progetto “Life After Zero Hour”, del collettivo MASTODON, la cui inaugurazione è prevista per l’11 ottobre, alle ore 19.00, e sarà in mostra fino al 21 dicembre.

LOST & FOUND
– La mostra “Lost & Found 3/11” arriva a Roma, dopo Tōkyō, Los Angeles, New York e Melbourne, trovando la necessaria intimità tra le pareti dello spazio allestito dalla Mekane e posto fra i due padiglioni del MACRO Testaccio, in cui viene ricostruito, con il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura, il percorso di recupero che ha portato alla conservazione, all’archiviazione e alla restituzione delle fotografie disperse durante la catastrofe giapponese. Dopo i primi soccorsi e la ricerca dei sopravvissuti, la laboriosa opera di pulizia e ricostruzione, di cui è stata protagonista la popolazione giapponese all’indomani dello Tsunami dell’11 marzo 2011, ha visto fra i primi oggetti recuperati dalle macerie migliaia di fotografie private e album di famiglia. Immagini che, senza nessun obiettivo particolare e senza che nessuno desse istruzioni, hanno cominciato a confluire nella palestra della scuola elementare di una cittadina nella regione del Tōhoku. Un gruppo di giovani ricercatori della Japan Society for Socio-Information Studies ha deciso di restituire ai legittimi proprietari i frammenti delle loro vite, iniziando a pulire, asciugare e digitalizzare quest’enorme massa di fotografie, pronte ad essere messe a disposizione di tutti coloro che cercavano di ricostruire la propria identità. In tre mesi di lavoro più di 500 volontari del Salvage Memory Project sono riusciti nell’impresa di restituire 7.600 album e 13.000 fotografie ai loro proprietari. In occasione della mostra romana, la Galleria Doozo, in collaborazione con 3/3, ha prodotto un piccolo volume che ricostruisce, attraverso un lavoro di recupero e conservazione delle fotografie, un’ideale album di famiglia, segno del profondo legame fra memoria personale e collettiva.

LIFE AFTER ZERO HOUR
– Il paesaggio dall’immaginario post-atomico, insieme alle immagini di esplosioni, ritratti e le riproduzioni di personaggi dei manga, si fa, nelle fotografie del collettivo Mastodon, metafora di una dimensione sospesa che sembra sul punto di annunciare una trasformazione figlia di una memoria che si fa incerta e instabile. Queste immagini mostrano un altro volto delle conseguenze dello tsunami e del disastro nucleare – anche psicologico – che ha colpito il Giappone: alla spinta verso la ricostruzione e l’affermazione di un’identità basata sulla forte fiducia nella storia e nella collettività si affianca l’incertezza e, con essa, l’aprirsi di un orizzonte quasi da fantascienza in cui a essere cambiato è in primo luogo l’uomo e la sua attitudine verso il mondo.

 22 settembre 2012

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