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Leggere apre la mente, lo dice anche la scienza

Leggere stimola l'intelletto: da oggi non è più una frase fatta, a dirlo sono gli autori di una ricerca scientifica svolta all'Emory University di Atlante. Secondo questo nuovo studio statunitense di cui dà notizia Wired, leggere un romanzo modifica la nostra attività cerebrale...

Un nuovo studio statunitense dell’Emory University di Atlante ha verificato che leggere romanzi modifica la nostra attività cerebrale

MILANO – Leggere stimola l’intelletto: da oggi non è più una frase fatta, a dirlo sono gli autori di una ricerca scientifica svolta all’Emory University di Atlante. Secondo questo nuovo studio statunitense di cui dà notizia Wired, leggere un romanzo modifica la nostra attività cerebrale. Lo si è verificato attraverso l’uso di un brain scanning, e nello specifico di una tecnica chiamata “resting state fMRI”.

LO STUDIO – Diciannove volontari (di cui 12 donne) hanno preso parte alla sperimentazione, e per 19 giorni hanno fatto visita quotidianamente al laboratorio dell’università. Nei primi cinque giorni sono state semplicemente monitorate le attività cerebrali dei volontari. A partire dal sesto giorno, invece, i diciannove soggetti hanno letto un capitolo di “Pompei” di Robert Harris e risposto a delle domande sul contenuto del romanzo, prima di sottoporsi all’ecografia. Gli ultimi cinque giorni i volontari sono di nuovo stati monitorati senza aver letto né risposto a niente – per vedere gli effetti della lettura più a lungo termine.

I RISULTATI – La novità di questo studio rispetto ad altri precedenti è che durante il monitoraggio vero e proprio ai volontari non è stato chiesto di fare nessuna attività. Secondo Gregory Berns e colleghi, autori dello studio, quindi, il risultato più importante è che la lettura mostra di influenzare le attività cerebrali anche a distanza di tempo (i soggetti leggevano nel pomeriggio e si sottoponevano all’ecografia il giorno successivo). Le zone del cervello interessate da questi cambiamenti dovuti alla lettura sono tutte situate nella regione frontale destra del cervello, quella legate al linguaggio, alla percezione degli altri e al controllo del corpo. Bisogna considerare che ai partecipanti non è stato chiesto di fare alcun test psicologico dopo la lettura, quindi il significato di questi cambiamenti cerebrali non è stato ancora studiato.

CRITICITA’ – Lo studio presenta però alcuni punti oscuri. Non sappiamo cosa stessero pensando i partecipanti durante lo scanner, né cosa abbiano fatto in quei 19 giorni di studio, quando non erano al laboratorio. Non è stato indagato a fondo quali risultati cerebrali provochino le letture e quali i quiz fatti dopo la lettura. Non ci sono inoltre informazioni sulla portata di questi cambiamenti. Non avendo esteso la ricerca ad altre attività, poi, non sappiamo se passare un pomeriggio con gli amici o vedere un film portino a cambiamenti anche maggiori di quelli che provoca la lettura. Anche sul profilo dei partecipanti – erano lettori abituali? Oppure leggevano poco nella vita di tutti i giorni? – non sappiamo molto. Insomma, quello compiuto negli Stati Uniti è un piccolo passo per scoprire quanto leggere ci influenzi profondamente, non solo da un punto di vista ideale, ma la strada da percorrere per avere risposte certe è ancora lunga.  

Roberta Turilazzi

21 gennaio 2014

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