Il sodalizio tra l’artista William Kentridge e la gallererista Lia Rumma prosegue ininterrotto da anni e questa è la quarta personale dell’artista presso gli spazi della Galleria, una riflessione sul tempo attraverso disegni e sculture, una pratica artistica caleidoscopica che travalica i confini disciplinari.
MILANO – E’ sempre più di casa l’artista sudafricano William Kentridge, che dopo aver realizzato la stazione Toledo della metropolitana di Napoli, la più bella stazione secondo il quotidiano inglese The Daily Telegraph e confermato dalla CNN, ritorna con una personale nella città partenopea, presso la Galleria Lia Rumma, fino al 26 luglio.
LA MOSTRA – L’esposizione raccoglie un variegato corpus di opere, realizzato tra il 2012 e il 2014, a cavallo tra musica, teatro, scultura e cinema; una cifra stilistica caratterizzata dall’interdisciplinarietà che ci ricorda quanto sia illusorio provare ad ambire a una visione univoca e totale della realtà.
Sia nei tre “flip book” film, uno dei quali, “No, it’s”, è costituito da una triplice proiezione, che nelle incisioni su linoleum e nei disegni realizzati utilizzando il segno fluido dell’inchiostro indiano (ricavato direttamente dal nero carbone), Kentridge agisce su pagine di dizionari enciclopedici (l’Oxford Dictionary, il Technology Dictionary, Britannica World Language, ad esempio): un supporto singolare che non è una superficie neutra ma già un palinsesto da cui scaturisce la sua rilettura – “second-hand reading”– quando sulle sequenze ordinate dei lemmi, si attiva lo scorrere e il rincorrersi di immagini e parole.
Così, mentre reinventa una delle più antiche forme di animazione, Kentridge costruisce uno spazio da cui osservare le contraddizioni del reale, la sua discontinuità.
Molti degli oggetti si stagliano rappresentati sulle pagine (un megafono, una macchina da scrivere, una moka…) trovano la loro eco materiale [“a mistranslation” ] in Rebus del 2013, un gruppo di 9 sculture in bronzo, allineate su un asse di legno come parole su un rigo. Nelle opere di Kentridge le cose si trasformano in nuovi oggetti al mutare della prospettiva da cui le si osserva.
BIOGRAFIA – William Kentridge nasce nel 1955 a Johannesburg e dopo gli studi, incomincia a lavorare come disegnatore per produzioni cinematografiche, come art director e anche come attore e regista. Nel 1997, partecipa alla X edizione di dOCUMENTA a Kassel, e da quell’occasione, la sua carriera artistica vola ancora più in alto, arrivando a esporre nei principali musei italiani e internazionali. Nel 2006 Kentridge cura la regia e le scenografie de “Il Flauto Magico”, presentato in anteprima al Teatro de La Monnaie a Brussels e poi in tourneè nei principali teatri del mondo, tra cui anche il Teatro alla Scala di Milano. Ne 2010 riceve il prestigioso Kyoto Prize per le Arti e la Filosofia.
I PROGETTI FUTURI – Kentridge sarà presente in Italia tra il 2014 e il 2015 con altri due importanti progetti inediti: dal 10 al 21 settembre al Museo del Bargello di Firenze, durante il Festival di musica contemporanea FLAME, sarà presentato in anteprima assoluta “Paper Music”, un lavoro che prevede film, performance e musica, realizzato insieme al compositore sudafricano Philip Miller; mentre a Roma, nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’associazione Tevereterno, Kentridge realizzerà per la primavera del 2015 un fregio che rappresenterà una processione di figure alte circa 9 x 5.50 m di lunghezza sui muraglioni del Lungotevere, nel tratto fluviale tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini. Il fregio sarà rivelato con la pulitura della patina di smog accumulata sulle mura di travertino.
23 maggio 2014
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