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Villa Adriana, classicità ed ellenismo alle porte di Roma

Aveva ragione Proust nell'affermare che il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi. L'esperienza di vedere le cose con nuovi occhi è un'esperienza emozionale...

Per artiamo in viaggio questo week end andiamo a Roma alla scoperta di Villa Adriana

ROMA – Aveva ragione Proust nell’affermare che il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi. L’esperienza di vedere le cose con nuovi occhi è un’esperienza emozionale che consente di scoprire  come fosse la prima volta un luogo del cuore o dell’anima se vogliamo. Con queste righe che il lettore avrà la pazienza di leggere si tenta di descrivere l’emozione di una visita guidata a Villa Adriana.

Visita significa molte cose: vedere e ammirare, ad esempio. Guidata, invece, vuol dire accorgersi che con un narratore le cose cambiano. Il viaggio diviene racconto se non romanzo attraverso i passi della storia. Quella storia che deve essere divulgata per capirne gli aspetti più latenti, quelli meno battuti e quelli che rendono più autentica la scoperta. Non è possibile parlare di turismo e cultura se non si hanno gli strumenti per capire che l’evoluzione civile deve superare alcune barriere mediatiche che tutto ormai hanno ridotto a visioni usa e getta.

E allora come capire la bellezza del Pecile che ci accoglie all’ingresso della Villa? Perché è importante comprendere la filosofia di vita all’interno di questa meraviglia tutelata dall’UNESCO? Molte scelte di Adriano sono andate proprio in questo senso, ovvero nel senso di privilegiare la civiltà alla rozzezza e, in questo, è di enorme modernità. Oggi più che mai si ravvisa l’esigenza di tornare ai modelli del passato con azioni ispirate alla progettualità illuminata. Quella di scelte che possano migliorare la qualità di vita e le condizioni esistenziali. Attraverso opere e soluzioni architettoniche e ingegneristiche, ma soprattutto nel pensiero.

Nel parlare di un restauro deve essere affrontato anche la modalità di un restauro non privando il visitatore di alcune possibilità di immaginazione. Non semplici cantieri all’aperto, ma anche alternative che consentano, ad esempio mediante cartellonistica o banner, di capire che il restauro restituirà una bellezza intatta magari dopo anni, ma nel rispetto dei canoni di autenticità. Il turismo emozionale ci riporta direttamente al Grand Tour per il quale Villa Adriana è stata meta esclusiva e prescelta.

Ma il compito di chi si occupa della salvaguardia e della cura dei luoghi dovrebbe essere quello di sviluppare un’accoglienza completa attraverso la trasmissione della magia del contesto senza perderne nemmeno un particolare. Questa la differenza tra visitare e andare in un luogo. Un narratore, come lo è stato Alessandro La Porta di Coopculture (è possibile fare queste visite emozionali ogni sabato e domenica),  oggi assume un valore fondamentale  perché può davvero instillare curiosità e stimolare letture, approfondimenti, anche per la creazione di un nuovo modo di interpretare. Si pensi al romanzo della Yourcenar che con le sue Memorie di Adriano ha saputo condurre intere generazioni in questo luogo semplicemente attraverso la lettura.

Oggi più che mai è necessaria una resistenza. E un riscatto. Quello di riprendersi i luoghi della cultura e portarli sempre nel cuore.

Antonio Capitano, Marianna Scibetta

12 aprile 2014

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