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Tristan Tzara, la rivoluzione Dadaista

Oggi il mondo dell’arte e della cultura ricordano la nascita di Tristan Tzara, avvenuta nel 1896. Poeta e saggista rumeno di lingua francese e rumena, eclettico, ironico e geniale, diede vita, contestualmente a Marcel Duchamp...

“Qualsiasi prodotto del disgusto suscettibile di trasformarsi in negazione della famiglia è DADA; protesta a suon di pugni di tutto il proprio essere teso nell’azione distruttiva: DADA; presa di coscienza di tutti i mezzi repressi fin’ora dal senso pudibondo del comodo compromesso e della buona educazione: DADA; abolizione della logica; belletto degli impotenti della creazione: DADA; di ogni gerarchia ed equazione sociale di valori stabiliti dai servi che bazzicano tra noi: DADA; ogni oggetto, tutti gli oggetti, i sentimenti e il buoi, le apparizioni e lo scontro inequivocabile delle linee parallele sono armi per la lotta: DADA; abolizione della memoria: DADA; abolizione dell’archeologia: DADA; abolizione dei profeti: DADA; abolizione del futuro: DADA; fede assoluta irrefutabile in ogni Dio che sia il prodotto immediato della spontaneità: DADA.’ 

Tristan Tzara

 

 

MILANO – Oggi il mondo dell’arte e della cultura ricordano la nascita di Tristan Tzara, avvenuta nel 1896. Poeta e saggista rumeno di lingua francese e rumena, eclettico, ironico e geniale, fondò, contestualmente a Marcel Duchamp, il Dadaismo, movimento di avanguardia rivoluzionaria nelle arti.

 
TZARA E IL DADA – Tristan Tzara, pseudonimo di Samuel Rosenstock , visse per la maggior parte della sua vita in Francia. Il movimento Dada nacque a Zurigo durante la Prima Guerra Mondiale e Tzara ne scrisse i primi testi, La première aventure céleste de Monsieur Antipyrine (1916), Vingt-cinq poèmes (1918) e il manifesto del movimento, Sept manifestes Dada (1924).

 
“TUTTO È DADA” – Prerogativa del Dadaismo, avanguardia fondata a Zurigo durante la Prima guerra mondiale da Tristan Tzara è rivendicare l’assoluta libertà e la creativa anarchia dell’arte. Il Futurismo, movimento dal quale trae ispirazione, viene ben presto accusato di utilizzare linguaggi, schemi e codici divenuti usuali, e la corrente DADA tenta di staccarsene volendo creare qualcosa di totalmente innovativo. Tzara vuole cogliere il senso più autentico dell’avanguardia, che è quello di sapersi rinnovare in continuazione, presentandosi ogni volta al pubblico come un’esperienza artistico-culturale di rottura con il passato, ma anche con il presente.

 
Il Dadaismo rifiuta categoricamente qualunque ideologia politica, e prende le distanze da tutte le ragioni che hanno portato l’Europa al terribile conflitto bellico in atto – un gesto forte se consideriamo che la stragrande maggioranza degli intellettuali dell’epoca, compresi i futuristi, appoggiavano lo scontro quale occasione di rinnovamento sociale. La realtà, e dunque la vita stessa, vengono considerate un enorme ed eterogeneo “caos”, dal quale trarre il genio necessario alla creazione ed alla produzione artistica e letteraria. L’arte è gioco, dissacrazione senza freni né pietà, nuda provocazione e cruda parodia. La letteratura, spogliata di ogni certezza, deve muoversi nelle atmosfere singolari del caso, esprimendo quasi un’irragionevolezza priva di senno.

 
LA RIVOLUZIONE ARTISTICA – A Parigi, assieme alla moglie Greta Knutson e ad altri artisti come André Breton, Philippe Soupault e Louis Aragon fu protagonista di attività artistiche rivoluzionarie con l’intento di scioccare il pubblico e di disintegrare le strutture del linguaggio. Alla fine del 1929, stanco del nichilismo e del distruzionismo, si unì ai suoi amici nelle attività più costruttive del Surrealismo. Si spese per conciliare il Surrealismo con il Marxismo ed entrò a far parte del Partito Comunista Francese nel 1937. Combatté in Spagna per la repubblica contro i franchisti e fu un attivo resistente francese nella Seconda guerra mondiale. Secondo Arturo Schwarz fu agente della polizia segreta stalinista e aveva denunciato i poeti surrealisti trotskisti che l’avevano ospitato a Praga e a Belgrado, che furono tutti fucilati.Lasciò il Partito nel 1956, in protesta contro la repressione Sovietica della Rivoluzione Ungherese.

 
LA POESIA – I suoi ideali politici lo portarono poco a poco a divenire un poeta lirico. Le sue poesie dicono l’angoscia della sua anima, presa in mezzo tra rivolta e meraviglia nella tragedia quotidiana della condizione umana. I suoi lavori maturi sono considerati L’Homme approximatif (1931) e continuarono con Parler seul (1950) e La face intérieure (1953), dove le parole, affiancate in modo anarchico nel Dada, sono sostituite da un linguaggio ancora difficile ma più esplicito.

 

Morì a Parigi nel 1963. Il suo corpo è interrato nel Cimitero di Montparnasse.

 

 

16 aprile 2015

 

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