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Terremoto Centro Italia, il patrimonio artistico è in ginocchio

Il terremoto che ha colpito il centro Italia in questi giorni è stato classificato come il più forte in Italia dal 1980. La stima attuale registra 5mila edifici storici colpiti dagli eventi degli ultimi mesi

MILANO – Il terremoto che ha colpito il centro Italia in questi giorni è stato classificato come il più forte in Italia dal 1980. Tutte le regioni centrali toccate dalla fascia appenninica sono state violentemente scosse dal sisma. La stima attuale registra 5mila edifici storici colpiti dagli eventi degli ultimi mesi.  In tutti i centri dell’Umbria e delle Marche vicini all’epicentro si segnalano danni, anche il Lazio ha risentito delle scosse degli ultimi giorni. La terra continua a tremare e  il patrimonio artistico italiano è in ginocchio…

Danni a Roma, dove tra le tante segnalazioni spicca quella della basilica di San Paolo, con crepe e cornicioni caduti, ed è stata chiusa la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, per via delle lesioni alla cupola capolavoro del Borromini. Tutto il territorio è stato monitorato per mettere in sicurezze gli spazi artistici della Capitale, molte le chiese chiuse e i calcinacci.

Danneggiato anche il campanile di Civita di Bagnoregio (Viterbo) con conseguente chiusura della chiesa.

Ad Amatrice, l’epicentro del sisma del 24 agosto, è franata la torre civica, così come la chiesa di Sant’Agostino,  a Rieti hanno chiuso il Ponte Romano del centro storico per il sospetto che possano esserci gravi lesioni. A Illica, la frazione di Accumuli già colpita dal sisma di agosto, non ce l’ha fatta l’edificio che ospitava il museo civico.

A Norcia la basilica di San Benedetto non ce l’ha fatta e dopo il campanile già crollato è venuto giù tutto il resto. Fra le polveri è rimasta solo la facciata trecentesca, i fedeli si sono riuniti per pregare di fronte alla maestosa chiesa distrutta. Perduta anche la vicina concattedrale di Santa Maria Argentea.

Brunello Cucinelli, l’imprenditore della casa omonima di moda, rassicura l’amico Folson Cassian, il priore americano del monastero di San Benedetto che nel 2000 raggiunse Norcia per rimettere in piedi il monastero, “Ricostruiremo insieme il monastero benedettino”.

Ad Amelia la chiesa di San Francesco è stata chiusa a causa di calcinacci e le crepe, stessa cosa per il celebre Duomo di Orvieto. Nel ternano diverse località hanno dovuto chiudere le chiese non più agibili come a Guardea.

Idem nelle Marche, un esempio valido è la chiesa della Collegiata di San Genesio (Macerata), un eccezionale esempio di gotico che rischia di scomparire dopo i gravissimi danni delle ultime ore.

Ad Ascoli Piceno è crollato il campanile della chiesa della Madonna del Ponte. Quello della Chiesa di Sant’Angelo Magno potrebbe cadere da un momento all’altro.

In corso di verifiche anche il duomo di Urbino e il Palazzo Ducale.

Le rocce delle Gole della Valnerina sono franate nel fiume Nera, alle porte di Visso, dove si segnalano i pesantissimi danni all’ex Chiesa di Sant’Agostino, sede del Museo Civico Diocesano dove erano conservati ventisette manoscritti originali di Giacomo Leopardi – fra cui un manoscritto dell’Infinito – messi in salvo dopo le prime scosse. A Jesi sigillata la chiesa di San Giuseppe dopo che ha ceduto il tetto, a Calvi è crollata la volta di Santa Maria Maddalena.

A L’Aquila, già compromessa dal terribile sisma del 2009, ci sono stati crolli nella chiesa di San Marco, nel centro storico. Nel Pescarese, Catignano, è monitorato il campanile della chiesa madre ora transennato. A rischio anche il campanile della chiesa di Carpineto della Nora, sgomberate le abitazioni vicine.

 

 

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